Capitolo 5: sotto terra

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Avanzo lentamente, per paura di inciampare in qualche maledetta cosa che possa farmi cadere a terra come un sacco di patate. Crederete sia una cavolata, ma io sono la regina delle cadute. Sono famosa per aver rotolato giù dalle scale ben cinque volte, o aver inciampato in un filo da spago per un progetto di scienze, mandando all'aria il lavoro di quei due poveretti, e aver perso l'equilibrio per colpa di un sassolino minuscolo, che durante una gita in montagna mi ha fatto rotolare giù per una discesa! "Vedi qualcosa?" chiede l'inconfondibile voce di Austin. "Non so, tu ci vedi?" chiedo sarcastica. "Io...veramente"

"Ecco, neanche io!"

"Ragazzi, per favore, non litigate!" s' intromette Emma. Non avrei mai detto che sarebbe toccato a lei fermare un discussione. Di solito sono sempre io la guastafeste, se così si può dire. "Ecco, credo di aver trovato il cellulare!" esulta la mora, mentre un rumore metallico segnala la caduta di un qualche piccolo oggetto. "Tutto a posto?" chiedo.

"Sì, credo solo di aver fatto cadere la mia scatola di mentine"

"E a che cavolo ti serve una scatola di mentine mentre siamo in missione?" borbotta Austin.

"Scusate, in missione per cosa?" s'intromette la voce di Nate, mentre una luce abbastanza intensa si sparpaglia nell'aria attorno a me. Mi volto, socchiudendo gli occhi, mentre una figura gracile mi si avvicina. Rimango muta, così come gli altri. "Emma vieni qui! Voglio capire cos c'è qui sotto!" continuo fingendo di non aver sentito.

"Arrivo!" annuncia muovendo piccoli passi verso di me. "Dove sei?"

"Continua diritto così... Eccomi!" esulto non appena intreccio le mie mani alle sue, fermandola sul posto. "Tieni!" dice passandomi il teflonino. Impugno il cellulare, stingendolo con forza, mentre l'ansia inizia ad assalirmi. Muovo qualche piccolo passo, mentre Emma rimane avvinghiata al mio braccio come una sanguisuga.

"Non capsico. Non dovrebbero esserci le fogne qui sotto?" ragiona Rhydian ad alta voce.

"Dovrebbero, ma a quanto pare" rispondo spostando l'apparecchio da sinistra a destra. Al posto del canale verdognolo che solitamente si trova sotto i tombini, qui c'è solo un enorme distesa di asfalto. "Quelli non sono...candelabri?" chiede Will dietro di noi. Mi volto all'istante. Anche lui impugna una torcia, e sta illuminando un punto abbastanza in alto, sulla parete alla nostra sinistra. Mi avvicino lentamente, osservando il punto incriminato. In effetti sembrerebbe un vero e proprio candelabro, con tanto di ruggine e ragnatele.

"Guardate! Qui ce ne sono altri!" indica Austin, qualche metro davanti a noi.

"Perché mettere dei candelabri nelle fogne?" chiedo isterica.

"Per illuminarle?" propone Emma sarcastica. "Venite! Ci sondo delle scritte sul muro!" annuncia Nate, in un ulteriore punto. Ci avviciniamo alla parete opposta, muovendoci di qualche passo. Su quel muro di calce, sono invece incise strane lettere e strani simboli, che incutono non poco terrore.

"Che c'è scritto?"

"Sembrerebbe greco" annuncia Will

"Io credo invece che sia un misto tra latino e greco" continua Nate, attirando l'attenzione di tutti.

"Non credo sia nessuno dei due. Questo sembrerebbe...non so... alfabeto morse o forse... runico" commenta Rhydian, solenne.

"Cosa?" sbotto incredula. "Li usava mio nono quando collaborava con altri scienziati per la scoperta di non so che cosa. Ho trovato i documenti due anni fa, anche se non Ci ho capito niente!" ribatte.

"Ce li hai ancora?"

"Sì, ho custodito tutto. Posso provare a farci un salto domani e tornare per lunedì"

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