Capitolo 24: Sparkle

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"Avete visto i bina...oh cavolo!" commenta Austin, fermandosi accanto a me. A quanto pare non sono l'unica che è rimasta di sasso nel vedere l'ingresso della città. Un enorme cancello arrugginito chiude l'immensa porta che si apre sulla parete di mattoni grigi e impolverati. Dietro il cancello solo le tenebre.

"Certo che questo posto non smette di stupirci" commenta Nate, accennando un sorriso.

"Volete provare a... ?" chiedo senza concludere la frase.

"Sì" sospira Rhydian, facendo un passo avanti.

"Non credo che sia una buona idea" mormora Austin, attirando l'attenzione di tutti. "Però se per voi è importante allora va bene" si affretta a dire.

"Per me è davvero importante Aus" commenta Rhydian, poggiandogli una mano sulla spalla. Il moro annuisce solo, senza più parlare.

"Certo che sarebbe utile un po' di luce" borbotta Will.

"Tieni" estraggo dalla borsa la torcia che avevo infilato prima, passandogliela.

"Oh grazie" sorride, afferrandola. Accenno un sorriso, prima di tornare a voltarmi. Noto subito Rhydian, che sta avanzando lentamente verso il cancello, con passo lento e cauto. Lo imito, sentendo quasi il dovere di farlo. Più ci si avvicina al cancello, e più quest'ultimo sembra diventare alto. Non riesco quasi a vederne la sommità. Striscio i piedi contro il terreno coperto di polvere, mentre tengo la torcia del cellulare dritta davanti a me.

"Questo posto... è...non so...è come se percepissi quell'affetto e quella serenità che solo mio zio riusciva a trasmettermi" sussurra Rhydian, fermandosi a pochi centimetri dal metallo nero e arrugginito.

"Lo cercheremo insieme...te lo prometto" accenno un sorriso, poggiandogli la mano sulla spalla.

"Pensiamo ad aprire il cancello piuttosto" forza un sorriso, appoggiando le mani sulla grata impolverata. Lo imito all'istante, toccando con le dita la superficie gelida e rovinata.

"Al mio tre...uno...due...tre" alza man mano al voce, mentre si prepara. Spingo con le braccia, chiudendo gli occhi, immaginandomi chissà quale sforzo. Il cancello segue invece la nostra pressione, spalancandosi con un fastidioso cigolio.

"È stato più facile di quanto pensassi" commenta il biondo, pulendosi le mani sulla giacca verde.

"Già" ridacchio, passando le mani sui jeans.

"O voi siete due parenti di Hulk e non ce ne avete mai parlato o quel cancello non era affatto chiuso" borbotta Will, deluso.

"Mi spiace deluderti, ma tra me ed Hulk scorre un oceano di distanza" ribatto, facendolo ridacchiare.

"Allora andiamo?" chiede Emma, non stando più nella pelle.

"Sì, ma cerchiamo di stare compatti, non è il massimo perdersi qua dentro" commenta Nate, posando una mano sulla mia schiena, camminando al mio fianco. Tengo il cellulare stretto tra le dita, prima di fare un respiro profondo e varcare la soglia del cancello. La galleria sembra fatta totalmente di mattoni grezzi, pieni di buchi, in cui i ragni si sono insediati da chissà quanto tempo. Uno strano odore mi fa arricciare il naso, costringendomi a tapparmelo con le dita della mano libera.

"Cos'è questa puzza?" si lamenta Emma, tenendo entrambe le mani sul viso.

"Non respirarla troppo" le suggerisce Mike, circondandole le spalle con un braccio, mentre con l'altro tiene la torcia dritta davanti a sé.

"Sembra...un misto tra" inizia a dire Will.

"Non dirlo, ti prego" lo interrompe Austin, con una strana voce nasale. Probabilmente anche lui si sta tappando le narici.

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