Capitolo 22: arrivederci

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Accarezzo delicatamente la gonna del vestito, specchiandomi per l'ennesima volta. Il vestitino che ho scelto per stasera è abbastanza semplice, color panna, con il corpetto e le spalline abbastanza larghe e la gonna svasata, che ho abbinato ad un paio di stivaletti beige e ad un giacchino di jeans. Mi passo le dita tra i capelli per l'ennesima volta per sistemare un ciuffo ribelle. Sono così agitata che potrei anche mettermi a saltellare per la stanza come una pazza. Afferro il cellulare dal comodino, per controllare gli ultimi messaggi. Ce ne sono due. Uno è da parte di mio padre.

*Saremo lì tra una ventina di minuti*

È stato inviato più o meno dieci minuti fa, quindi ho ancora tempo per fare gli ultimi ritocchi estetici. Apro il secondo messaggio, quello di Isaac, di cinque minuti fa.

*Stasera c'è anche Hanna, quindi vedi di comportarti bene...scherzo! A dopo SORELLINA!!*

Detesto quando mio fratello mi chiama "sorellina", e proprio per questo me lo ripete ogni volta che può. Il rumore di qualcuno che bussa alla porta mi distare dai miei pensieri, stroncandoli sul nascere. Mi avvicino rapida alla porta, aprendola con un gesto veloce.

"Mike" sorrido, riconoscendolo. "Che ci fai qui?"

"C'è Emma per caso?" chiede gettando un occhiata alla stanza dietro di me.

"È andata a fare il bucato più o meno dieci minuti fa, quindi credo che sia di ritorno tra pochi minuti" spiego velocemente. "Intanto vuoi entrare?"

"Ehm...va bene" accetta, leggermente imbarazzato.

"Siediti pure dove vuoi" dico, afferrando l'eyeliner dalla scrivania, per poi iniziare ad applicarlo, con l'aiuto del mio amato specchio. Lo osservo di sottecchi, mentre sta con la testa abbassata, e con le mani tortura la coperta bordeaux, che richiama i colori della scuola.

"Allora dove vai di bello stasera?" chiede accennando un sorriso timido.

"Vado a cena coi miei... domattina presto hanno il volo per Jacksonville... sai, si trasferiscono lì" racconto, mentre passo più e più volte il pennellino nero sulle palpebre.

"Oh giusto... Emma me ne aveva parlato prima di...prima della... della litigata" mormora, mentre sento la sua voce affievolirsi lentamente. Faccio per girarmi per potergli dire qualcosa di conforto, quando Emma entra con tutto il suo vociare nella stanza.

"Non sai che cavolo di freddo! Ma io dico, la lavanderia è comunque un luogo frequentato, a meno che uno non..." lascia la farse in sospeso quando si accorge della presenza di Mike, rimanendo immobile, davanti alla porta, con il cestone della banchiera, vuoto, stretto al petto.

"Mike è arrivato quando non c'eri e così gli ho detto che poteva aspettarti anche qui... ho fatto male?" chiedo riponendo l'eyeliner nella trousse.

"No..."sussurra. "Certo che no" forza un sorriso, appoggiando la cesta a terra.

"Okay" sussurro in tutta risposta. "Comunque devo andare... i miei sono già qui" infilo il cellulare nella borsa dopo aver letto l'ultimo messaggio di mio fratello di neanche un minuto fa, in cui mi informava del loro arrivo. "Ci vediamo stasera se sei ancora sveglia" sorrido, avvicinandomi per salutarla.

"Sì" si avvicina per abbracciarmi. "E in bocca al lupo per la serata" mi stringe forte, come per immedesimarsi in quello che potrebbe provare lei, in questo momento, se fosse al posto mio.

"Anche a te" sussurro, senza poter trattenere un sorriso.

"Salutami i tuoi genitori" si allontana da me, sorridendo.

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