Capitolo 40: Cedar Hill State Park

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Missing Moment [Emma/Mike] correlato

"Hai visto Santis?" le parole di Will mi arrivano storpiate a causa dell'altissimo volume della musica.

"Cosa?" urlo infatti di rimando. Si avvicina quindi di più a me, poggiando entrambe le mani sulle mie spalle e facendo quasi aderire le labbra al mio orecchio. Una scarica di elettricità mi percorre tutta la spina dorsale fino a scomparire sotto la pianta dei piedi.

"Austin? L'hai visto?" ripete quasi urlando dentro al mio orecchio. Scuoto energicamente la testa, cercando di ricordare da quanto tempo ho perso di vista il mio migliore amico.

"Neanche gli altri sinceramente" ammetto imbarazzata. Che razza di amica sono se mi dimentico di tutti quanti solo per il semplice fatto di essere in compagnia di Will? Pessima è dire poco.

"Sara e Rhydian sono..." s'interrompe, guardando qualcosa dietro alle mie spalle. Mi volto di colpo, spaventata. Ci metto all'incirca una decina di secondi per individuarli e una manciata per capire il motivo del suo shock. Sara e Rhydian sono infatti stretti l'uno all'altra, mentre si baciano dolcemente.

"Era ora" ridacchio, voltandomi poi verso il biondo, che mi guarda confuso. "Vuoi dirmi che non ti eri accorto di niente?" strabuzzo gli occhi.

"No bè, qualcosa l'avevo capito ma non credevo che...che si mettessero insieme, insomma" si gratta la testa imbarazzato.

"E perché?" chiedo, non riuscendo a fare a meno di sorridere.

"Bè non sempre nella gita le poltrone che si amano stanno insieme"

"Che centrano le poltrone adesso?" urlo di rimando.

"Ma che poltrone?" cerca di non mettersi a ridere, mentre torna ad avvicinarsi a me per ripetere quello che ha detto.

"Ho solo detto che non sempre, nella vita, le persone che si amano stanno assieme" la sua voce sussurrata mi provoca un leggero fremito sulla pelle, mentre sento tutto il corpo irrigidirsi sotto il tocco delicato delle sue mani, che questa volta, si sono posate sulla mia vita. Mi allontano leggermente, in modo da vederlo bene in faccia, accorgendomi solo più tardi della trappola in cui sono appena caduta. I nostri visi sono vicinissimi, tanto che i nostri nasi possono quasi sfiorarsi e i respiri mescolarsi. I suoi occhi mi fissano così intensamente che sembra voglia guardarmi attraverso. Tiene le mani strette attorno alla mia vita mentre mi attrae sempre di più a lui. Una strana agitazione mi riempie il corpo, mentre lo stomaco inizia a contorcersi per il nervosismo. Faccio per chiudere gli occhi e abbandonarmi alla cosa che mi sembra più sbagliata di questo mondo, ma che al tempo stesso desidero così tanto, quando sento qualcuno urlare prima il mio nome e subito dopo quello di Will. Ci allontaniamo di scatto, imbarazzati, fingendo che non sia successo nulla, mentre Mike corre disperato nella nostra direzione.

"Sofia! Will!" urla col fiatone, piegandosi sulle ginocchia.

"Mike? Che succede? Non eri con Emma?" cerco di nascondere l'imbarazzo che si sta abbattendo su di me tutto in una volta, concentrandomi sul ragazzo castano di fronte a me.

"Sì ma...ho fatto un casino...le ho detto cose orribili e lei..."

"E lei?" lo incalzo.

"Se n'è andata ed è da dieci minuti che non la trovo!" finisce finalmente la frase.

"Vieni, andiamo a cercarla" mi avvio per prima in mezzo alla folla, spingendo gente a destra e a sinistra per liberarmi il passaggio, ricevendo occhiatacce e insulti qua e là ma non ci faccio caso. L'unica cosa che conta in questo momento è trovare la mia migliore amica. Quando finalmente raggiungo il portone d'ingresso mi sembra di aver corso la maratona e di aver passato un ora intera dentro ad una sauna allo stesso tempo. L'aria- sempre che si possa definire così- che si respirava all'interno della casa è nulla in confronto alla brezza del venticello fresco che mi investe non appena metto piede nel giardino, dandomi l'impressione di essere stata in apnea per tutto questo tempo. Cammino avanti e dietro per tutto il prato per poi uscire dal cancelletto, iniziando a percorrere tutto la strada deserta, fino a quando, non molto distante dalla casa, non scorgo un paio di figure piegate sul marciapiede. Rallento il passo, sbattendo più volte le palpebre, cercando di mettere a fuoco quell'immagine. Mi fermo solo quando sento il braccio di Will tirarmi indietro, al suo fianco. Lo guardo malissimo, chiedendogli una spiegazione in labiale.

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