Capitolo 21: Sofferenza

67 5 0
                                    

"Cosa vuoi Austin?" chiedo scettica, incrociando le braccia al petto.

"Devo parlarvi" ripete con lo stesso tono di prima, mentre chiude la porta alle sue spalle.

"Di cosa?" chiede Will, appoggiandosi al muro.

"Volevo scusarmi... mi dispiace per non essermi comportato nel migliore dei modi..."

"Decisamente no" lo interrompe Emma, asciutta.

"Em mi dispiace per Mike... gli parlerò il prima possibile, te lo giuro"

"Non fare promesse che non sei sicuro di poter mantenere" commenta Emma, interrompendolo ancora una volta.

"Mi dispiace, okay?" sbotta il moro.

"Sono io quella che dovrebbe arrabbiata, o sbaglio?"

"Emma ti prego... mi dispiace davvero, mi sono comportato male, ma era solo perché..."

"Perché?"

"Per... per questo" estrae un foglio di carta dalle tasche, tutto ripiegato su se stesso. Tende il braccio in avanti, allungandomelo. Lo afferro incerta, per poi aprirlo e iniziare a leggere. È scritto in corsivo, e la calligrafia è così piccola che faccio quasi fatica a decifrarla.

Giorno 27

La situazione è sempre più complicata a Cartesio. Stiamo cercando di fare il possibile ma sembra tutto così incomprensibile! Di recente ci siamo accorti di non essere più i soli a conoscerla. Credevamo potesse essere qualche ex minatore ficcanaso e che fosse venuto a fare una passeggiata da queste parti... anche se sarebbe impossibile, dato il cancello che abbiamo installato con la speciale apertura per tenere lontana Cartesio da occhi indiscreti. Le orme però non sembrano umane... sono più piccole e più larghe. E la presenza del cancello ci inquieta ancora di più. Come possono questi strani "esseri" essere riusciti ad entrare? Hanno forse scoperto il codice? Sono riusciti ad entrare dal tombino? Sono riusciti a passare la galleria senza una bombola d'ossigeno? Miller crede che possano essere delle spie, chiamate da... è meglio che non faccia il suo nome... è troppo pericoloso... John ha suggerito che magari possano aver trovato un rifugio in cui nascondersi, ma quando ci mettiamo a cercare per la città non troviamo mai nessuno. La nostra città ideale si sta trasformando in un incubo. Un incubo dal quale non riusciamo più a risvegliarci.

Erg Turner

Mi giro il foglietto tar le mani, completamente incredula.

Mio nonno lavorava veramente con lo zio di Rhydian? La città che abbiamo trovata è stata costruita o trovata da loro? E si chiamava Cartesio? Un tempo forse era abitata? E quegli starni esseri? C'erano anche allora? Come possono essere ancora vivi? Sono per caso simili a noi? Si riproducono come noi? Altrimenti non riesco a spiegarmi come possano essere ancora vivi?

"Sofi dammi qua" Rhydian mi prende il foglietto tra le mani iniziando a leggere, lasciandomi completamente sola a confrontarmi con le mie paure.

"Sofi che hai?" mi chiede Emma, posandomi una mano sulla spalla.

"Il... il foglio " deglutisco, mentre un brivido mi percorre la schiena. Emma si avvicina rapida a Rhydian, per leggere il contenuto del pezzo di arta, accanto a Will, dietro alle spalle di Rhydian. Sollevo leggermente lo sguardo da terra. Austin mi fissa, immobile. Il suo viso non riesce ad esprimere alcun tipo di emozione. Le parole riaffiorano velocemente mentre sento la mia testa cadere in uno strano stato confusionale. C'era qualcuno che temevano? Che temevano così tanto da aver paura di dirlo? E poi perché lo zio di Rhydian aveva paura che qualcuno potesse leggere il suo diario? C'erano per caso delle spie che li perseguitavano?

Forever and More Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora