Capitolo 49: doppia faccia

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"Allora, piccolo genietto, raccontami un po' di queste novità" dico affaticata, mentre scendo velocemente i pioli della scaletta che portano a Cartesio.

"Ci sei?" chiede lui, dal basso.

"Posso andare?" chiedo, fermandomi quando non sento più un appiglio sotto il piede destro.

"Quando vuoi"

"Okay, arrivo" dico, per poi mollare la presa e lasciarmi cadere nel vuoto. Un istante dopo sono già tra le sue braccia.

"Cosa vuoi sapere esattamente?" chiede ad un palmo dal mio viso.

"Non so, ad esempio, da quand'è che hai questa passione per Harvard?" domando, staccandomi dal suo abbraccio e tornando con i piedi per terra. "Sbaglio o non erano esattamente queste le tue idee quando andavamo alle medie?"

"No infatti" annuisce, puntando la torcia del cellulare per terra. "Ma ci sono arrivato col tempo"

"Tipo?" mi sembra di dovergli tirare fuori le parole di bocca.

"Tipo l'anno scorso...mi stavo informando sui vari college, e i miei vecchi insegnanti hanno detto che, con le medie che avevo, avrei potuto tentare" racconta lentamente, mentre faccio scattare il meccanismo di apertura del cancello, che ci lascia passare, cigolando.

"E così hai provato" dico al posto suo.

"Esatto"

"E ti hanno preso"

"A quanto pare" accenna un sorriso. "Tu piuttosto" mi indica.

"Cosa?" scuoto leggermente la testa.

"La Florida International University...davvero?"

"Sì, che c'è di male?"

"No, non so, pensavo avresti puntato più in alto, tipo che so, a Cambridge o Oxford"

"Sul serio? In Inghilterra?"

"Non so...se davvero ti piace" si stringe nelle spalle lui, tirandosi su la felpa, fino a coprirsi il mento.

"Preferisco la Florida...il sole, il caldo, il mare...riesco quasi a vedermici" racconto con aria sognante.

"Già, anche io" ridacchia, pendendo poi lo slancio per quello che ormai abbiamo definito come il tunnel senza respiro.

***

"Sparkle? Sparkle!" lo chiamo a bassa voce, sperando che, ovunque si trovi, riesca ugualmente a sentirmi.

"Prescelta!" sbuca da dietro una casa, facendomi sobbalzare. "Ti stavo aspettando!" mi si avvicina trotterellando. "Dove sono gli altri? So che avete trovato Taylor, l'ultima di voi quattro" dice, guardandosi intorno, come se si aspettasse di vederli sbucare dal nulla.

"Sono...hanno avuto un contrattempo...ma chi sarebbe il quarto?"

"Tuo fratello Isaac"

"Ancora con questa storia?" sbotto. "Isaac non metterà piede qui per nulla al mondo"

"Allora gli abitanti rimarranno intrappolati per sempre" dice tranquillamente, come se stesse parlando di una bella scampagnata. "E il lavoro dei vostri antenati sarà gettato via!" si volta, indignato.

"Okay, aspetta!" sibilo a denti stretti, "Cosa dovremmo fare?" mi chino verso di lui.

"Vieni con me, è meglio se parliamo da soli" lancia un'occhiata torva in direzione di Nate, incamminandosi verso una delle tante case abbandonate.

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