Capitolo 26: halloween

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La settimana è volata così in fretta, assieme alla delusione di lunedì, alle scenate di Emma per trovare il vestito giusto per la festa, e al mio umore, che è peggiorato di giorno in girono. Quando a inizio settimana ci siamo ritrovati in camera mia e di Emma, ormai diventata il nostro punto d'incontro preferito, con tutta la squadra al completo, compresa Sara, per aprire finalmente la pergamena, l'euforia e l'eccitazione si sono dissolte nell'aria non appena Rhydian ha aperto, con un colpo secco, il pezzo di carta, rivelando solo una pagina bianca e candida. Abbiamo passato quasi due ore a girarla e rigirarla, controluce, in ombra, al buio, sottosopra, alla rovescia, ma niente di niente. Abbiamo provato a cercare su internet, ma come le altre volte, alla ricerca come far comparire una scritta segreta su una pergamena magica non ci sono stati risultati. La verità è che ci speravo troppo. Pensavo di essere davvero io la prescelta. Avevo immaginato di uscire trionfante da questa situazione, salvando tutti gli abitanti di Cartesio, liberandoli dalle grinfie di chiunque abbia fatto loro del male, ritrovare lo zio di Rhydian, così da restituire ad ognuno la propria felicità, ma a quanto pare, non è questo il mio destino.

"Sofi, sei pronta?" grida Emma, con la testa ancora infilata sotto il letto, alla ricerca di non so bene cosa.

"Quasi Em" mormoro, cercando di stamparmi un falso sorriso in faccia, per quando ricomparirà da terra. Oggi è Halloween, e io non voglio certo rovinare l'eccitazione che la percuote da lunedì scorso. L'euforia non l'ha abbandonata per tutta la settimana, e oggi si è svegliata peggio di tutti gli altri giorni, blaterando su una maschera facciale che si era dimenticata di acquistare, e sul suo vestito, di cui conosco ogni singolo dettaglio. Mercoledì mi ha perfino costretta ad andare con lei in città per comprarlo. Ho dovuto chiamare i miei genitori, per farmi dare il permesso, altrimenti la scuola non mi avrebbe mai permesso di lasciare il dormitorio nel pieno dell'anno scolastico. Mi ha trascinato su un autobus e poi per una decina di negozi diversi, lasciandomi su una poltrona ogni volta, ad aspettare che lei si cambiasse, per poi esprimere la mia opinione sull'abito che indossava. Fortunatamente, però non ero sola, perché, per sua sfortuna, Emma è riuscita a convincere Mike, che ha sopportato tre ore di shopping, per poi essere trascinato, con anche me, ovviamente, in altri cinque negozi, per cercare un abito per lui, e in altri tre, per uno adatto a me. Saremmo stati fuori quasi tutto il pomeriggio, dalle tre, quando abbiamo lasciato il padre di Toby, il signor Chester, ancora titubante se lasciarci andare oppure no, fino a quando non siamo tornati giusto in tempo per la cena, alle sette. Inutile dire che il girono dopo ero distrutta.

"Possibile che ci metta così tanto per infilarti un vestito?" sbotta, mettendosi in piedi.

"Non avevo neanche voglia di venire alla festa quindi..."mormoro.

"Me l'hai già detto così tante volte che mi sta scoppiando la testa!" brontola.

"Allora non farmelo ripetere!" dico, mostrando un sorriso falso.

"Ragazze, vi prego, non litigate" s'intromette Sara, alzandosi dal mio letto. Quasi mi ero dimenticata della sua presenza. "Stasera c'è la festa della scuola, e dovete cercare di divertirvi, non di litigare" si avvicina ad Emma, afferrandola per un braccio. "Non rovinate la vostra amicizia con litigi inutili" la trascina verso di me, accennando un sorriso. "Va bene?"

"Sara ha ragione...non dovremmo litigare per cose così...stupide" commento.

"Già...è colpa mia...è solo che sono così nervosa per stasera...ho come il presentimento che possa rovinarsi tutto da un momento all'altro!" commenta Emma.

"Non si rovinerà niente...vedrai che andrà tutto per il meglio" sorrido.

"Mi perdoni?" chiede mostrando un sorriso timido.

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