Capitolo 33: rabbia e bugie

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"Hanna che succede?" Isaac scatta in piedi allarmato.

"Non...non è una cosa definitiva " mormora lei, spostando lo sguardo da mio fratello a me per un paio di volte.

"Cosa non è definitivo?" Isaac è ancora in piedi, con le braccia incrociate.

"É meglio se ti siedi " suggerisce la bionda.

"Perché? " si acciglia mio fratello.

"Isaac siediti e basta" lo prega lei.

"Come vuoi " borbotta, lasciandosi cadere sulla sedia.

"Allora" mormora, sfregando le mani tra di loro. "I miei sono arrivati ieri, più o meno verso le cinque di mattina e sono rimasti qui anche oltre l'orario delle visite" inizia a spiegare.

"Sì, li abbiamo visti...li ho salutati personalmente prima di tornare al dormitorio" annuisce Isaac.

"Sì, è vero" mi sento in dovere di confermare.

"E bè...abbiamo parlato di quello che è successo..."

"Certo, non devono averla presa molto bene" commento.

"Già, è così" mi guarda per alcuni istanti, e nel suo sguardo s'intravede perfettamente una nota di preoccupazione.

"Perché?" domanda ancora mio fratello, irrequieto.

"Credono che non sia stato un incidente e si sono montati la testa" alza gli occhi al cielo. "Si sono impuntati dicendo che..." la voce le diventa sempre più roca.

"Che ti hanno detto?" incalza Isaac.

"Bè, che...che...ma non è una decisione definitiva!"

"Cosa non è una decisione definitiva?" senza volerlo, Isaac ha alzato la voce, serrando al mascella. "Hanna parla" la sua voce è così dura da fare quasi paura. "Ti prego" cerca poi di addolcirsi.

"Vogliono...che io vada...che vada con loro in Kansas" la voce le muore in gola, mentre gli occhi le si arrossano di colpo.

"C-cosa?" non ho mai sentito la voce di mio fratello così fievole. "Dimmi che ho sentito male"

"No, Isaac" sospira lei. "Vorrei che non fosse così" abbassa lo sguardo.

"Perché...perché caspita vogliono farlo?" sta cercando di trattenersi il più possibile, anche se sta facendo davvero tanta fatica.

"Credono...credono che io non sia al sicuro qui"

"Ma...non puoi andartene così! Hai il college, i tuoi amici...me" sussurra l'ultima parola. "Ci sono io a proteggerti"

"Isaac, ti prego...non rendere tuto più difficile" lo prega lei.

"Hai quasi diciannove anni, Hanna! Puoi decidere benissimo da sola!"

"Non finché sono sotto la loro custodia... ti prego, credimi...sto cercando in tutti i modi di fargli cambiare idea, ma sono irremovibili"

"Allora ci parlerò io!" salta in piedi. "Gli dirò tutto quello che penso...tutto quello che provo e poi voglio proprio vedere se avranno ancora il coraggio di portarti vai da qui....di portarti via da me!" sta praticamente urlando. "Anzi, sai che ti dico? Vado a parlargli proprio ora! Li ho visti giù al bar...e andrò a fare due chiacchiere con loro!" annuisce ripetutamente.

"Isaac ma sei impazzito? Vuoi davvero peggiorare la situazione?" sbotta lei, stizzita.

"No! Sto solo cercando di fare qualcosa! Se credi che resterò a guardare mentre fai le valigie per il Kansas, ti sbagli di grosso!" infila la porta, sbattendola alle spalle.

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