Capitolo 41: paura

12 4 3
                                    

"Ci siamo" annuncia Will. La sua voce è carica di eccitazione, mentre mi stringe forte la mano, come se volesse tranquillizzarmi. Anche se, francamente, l'unico che necessita di un po' di calma è proprio lui. Ricambio ugualmente la stretta, facendolo voltare per alcuni istanti verso di me. Sorride, spensierato, per poi trascinarmi davanti alla statua del fatidico leone. È una statua abbastanza semplice, realizzata in pietra grezza, con diverse sfumature di grigio, che ritrae un leone seduto, in tutta la sua maestosità, mentre ruggisce, con le zanne spianate, pronto ad attaccare chissà quale preda.

"Dove credi che possa essere?" sussurro, nonostante, a quest'ora presto di martedì mattina, non ci sia praticamente nessuno.

"È una pietra no? Quindi dev'essere nascosta da qualche parte...in qualche cavità" si sistema i capelli ribelli, che nella fretta, mi ha confessato, di non aver pettinato neanche un po'.

"Tipo negli occhi..." mi avvicino ancora di più al leone, rimanendo però delusa nel notare gli occhi perfettamente delineati da sporgenze grigiastre, identici.

"O nella bocca" con un gesto rapido Will si protende verso la statua, infilando una mano all'interno della cavità, protetta ai alti dai lunghi canini, leggermente più chiari del resto. D'istinto, la mia mano scatta in avanti per fermarlo, come se davvero stesse mettendo una mano in bocca ad un leone vero, acchiappando però soltanto l'aria fresca. "Non mi sembra di..." tiene l'altro braccio alzato fino al livello della spalla, per tenere l'equilibrio, mentre con l'altra fruga insistentemente all'interno delle fauci. "Non c'è niente" sbuffa, scocciato, senza però muoversi di lì. "Vuoi provare anche tu?" si volta finalmente a guardarmi, come se si fosse ricordato solo ora della mia presenza. Scrollo le spalle, prendendo poi il suo posto. Salgo sul gradino che rialza la scultura, guidando al mia mano, tremante, all'interno della statua. Inizio poi a tastare la pietra ruvida, senza sentire niente. Prima in basso, poi sul finto palato, in fondo, ma niente.

"No, non credo che..."le parole mi muoiono in gola. Ripasso con i polpastrelli su un punto imprecisato, in fondo a destra, sentendo un leggero tepore diventare sempre più forte. "Credo di aver trovato qualcosa" boccheggio.

"Ne sei certa?" Will mi affianca in un attimo, gli occhi velati di stupore.

"Aspetta" con l'altra mano lo tranquillizzo, iniziando a scavare con le unghie, sentendo i granelli di pietra staccarsi facilmente. Qualcosa di più duro inizia a sentirsi sotto lo strato di polvere. Tiro con forza verso l'alto fino a dissotterrarlo quasi completamente dal gesso, ma l'innalzarsi della sua temperatura mi fa allontanare la mano di scatto, con un piccolo gemito.

"Che succede?" mi chiede Will, preoccupato.

"È bollente" stento a credere alle mie stesse parole, nonostante siano la pura verità. "Dammi qualcosa...un guanto...qualsiasi cosa" lo esorto, muovendo le mani freneticamente.

"Ecco tieni" si fruga nelle tasche, trovando un vecchio quanto di lana, tutto stropicciato. Lo infilo alla svelta, reinserendo la mano, e continuando a tirare. Finalmente, con un ultimo scatto, il piccolo oggetto sembra staccarsi, riuscendo a stringerlo tra le dita mentre indietreggio rapidamente. Con la mano ancora più tremante di prima, apro il palmo davanti agli occhi increduli di Will, rivelando una piccola pietra verdastra, dai pigmenti più scuri, e dagli straordinari riflessi verde acqua. Sarà grande si e no quanto il mio indice, dalla classica forma di un diamante.

"Non ci posso credere" la voce di Will non sembra neanche più la sua. "La pietra di Khara!"

"La pietra di Khara" ripeto dopo di lui, annuendo ripetutamente.

"Ce l'abbiamo fatta" alza lo sguardo, incastrando i nostri occhi. "Ce l'abbiamo fatta Sofi" scoppia a ridere, sporgendosi per stringermi tra le sue braccia. Con un gesto rapido mi circonda la vita, sollevandomi da terra per alcuni istanti, premendo il viso tra i miei capelli. Non poso fare a meno di unirmi a lui e alla sua risata cristallina, esterrefatta. "Abbiamo trovato la pietra...possiamo finalmente porre fine a questa storia...non ci posso credere!" sembra quasi stia per mettersi a piangere da quanto la sua voce è incrinata nel pronunciare queste parole. "Potremmo tornare alla normalità, ci pensi?" mi guarda dritto negli occhi. Non credo di averlo mai visto così felce da quando lo conosco. Non che io sia da meno, ovviamente. È solo che mi sembra tutto così irreale. "Niente più creature strane e stupide ansie...niente di niente" continua a scuotere la testa, senza fermarsi.

Forever and More Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora