Capitolo 32: confessioni

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Credo che non ci sia cosa peggiore al mondo del rumore della sveglia che suona alle sette del mattino per ricordarti che ti aspetta un altra, monotona, giornata. Specie, quando si tratta di un lunedì, che per giunta, inizia con un ora di geografia. E con la professoressa più odiosa di tutta la scuola.

"Emma dobbiamo alzarci" borbotto, tirandomi a sedere.

"Dobbiamo proprio?" mugugna, la testa infilata sotto al cuscino.

"Purtroppo" sospiro, alzandomi. "Oggi pomeriggio io ed Isaac andiamo a trovare Hanna, dopo scuola...vuoi venire anche tu?" chiedo, ispezionando la maglietta che avevo lasciato sulla scrivania ieri sera, nella fretta di andare a dormire.

"Sì, vengo anch'io! Ti spiace se porto anche Mike? È ancora molto dispiaciuto per il fatto di non esserci stato quando...sai..."spiega, alzandosi a fatica.

"Sì, ma non deve sentirsi in colpa! Purtroppo non potevamo prevedere quello che le è successo, e comunque, non avrebbe potuto fare un granché neanche lui" commento.

"Lo so, ma faglielo capire!" sbuffa, raggiungendomi. "Ti prego, dimmi che è già venerdì" mi supplica.

"Magari" scuoto la testa, optando per una maglietta pulita. Quella bianca che ho messo ieri ha preso l'odore di ospedale, come probabilmente farà anche questa oggi, quindi finisce dritta dritta nel cestone della biancheria sporca.

"Quando dovrebbe uscire?" chiede, spazzolando i capelli.

"Mercoledì...poi i medici le hanno consigliato di stare a riposo fino a fine settimana, quindi credo che tornerà al college da lunedì prossimo, e che fino alle vacanze di natale Isaac la accompagnerà in macchina"

"Sì, bè, in effetti non credo che l'autobus sia molto conveniente con una gamba rotta" annuisce.

"Già neanche io" concordo.

***

"Buongiorno" sbadiglia Emma, sedendosi al tavolo, tra Rhydian e Sara.

"Buongiorno dormigliona" ridacchia Austin.

"Buongiorno" mi siedo anch'io, accanto al mio migliore amico.

"Novità?" chiede subito il biondo, come ha fatto anche ieri mattina.

"Tutto normale...i medici dicono che se continua di questo passo la manderanno a casa mercoledì, e che la ferita si sta cicatrizzando velocemente" spiego brevemente, addentando una brioche. Goà, perché oltre alle abrasioni ,alla gamba rotta, e alla ferita alla tempia, si è procurata-probabilmente a causa dell'impatto con l'auto- una ferita, abbastanza profonda, in corrispondenza del fianco destro.

"E tu come l'hai vista?" si aggiunge Sara.

"Abbastanza bene" rispondo, ripensando al suo volto pallido e magro, rovinato dai graffi che si stanno lentamente cicatrizzato, e al suo esile corpo avvolto in un pigiama bianco a pois blu.

"Buongiorno a tutti" sorride Will, sedendosi accanto a me. Da quando abbiamo parlato all'ospedale, le cose tra noi sembrano essersi sistemate.

"Giorno" si unisce a noi anche Nate. "Prima ho visto tuo fratello fuori dalla sua stanza, e mi ha detto che vuole parlarti" si rivolge a me. Annuisco leggermente, alzandomi da tavola. Percorro tutta la sala, prima di svoltare a sinistra, per il corridoio maschile, così velocemente da finire addosso ad un ragazzo. Sollevo lo sguardo di colpo, già pronta a scusarmi, prima di riconoscere i capelli ribelli di mio fratello.

"Isaac" sorrido, tirando un sospiro di sollievo.

"Oh, ciao Sofi" distoglie lo sguardo dal cellulare, avvicinandosi per abbracciarmi.

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