Capitolo 54: un bacio d'addio

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Impiego qualche minuto di troppo per mettere a fuoco l'intera stanza, che ricorda vagamente un'antica sala da ballo, lasciata cadere in rovina. Il pavimento è ricoperto di piastrelle disconnesse e rovinate dal tempo, ma che mostrano ancora una vaga traccia di eleganza. Le colonne di pietra che sorreggono il soffitto sono ricoperte da quello che sembrerebbe intonaco ormai scrostato. A destra e a sinistra si aprono due navate che mostrano solamente due corridoi bui e apparentemente deserti. E poi, proprio in fondo alla sala, tre gradini di pietra conducono a quello che pare un vecchio altare dorato, spoglio di qualsiasi cosa. E dietro ad esso, una tenda rossa che parte dal soffitto e ricopre tutta la parete sembra voler celare qualcosa di prezioso, ma anche infintamente...piatto.

"Lo specchio" le mie labbra si muovono senza che io me ne accorga, come in un movimento meccanico.

"Cosa?" Rhydian si volta verso di me, il viso contratto in un'espressione affascinata.

"Credo che...che ci sia lo specchio d'acqua dietro quella tenda..." indico il punto incriminato con mano tremante, accentrando tutta l'attenzione sul fondo della stanza.

"Che cosa?" ripete ancora il biondo, ma questa volta con un tono completamente diverso.

"Credo che..."provo a ripetere, ma lui mi interrompe subito.

"Ho capito quello che hai detto" dice asciutto. "Solo, come fai a saperlo?"

"È una specie di...sensazione" non so bene neanche io come spiegarlo.

"Come quella della pietra?"

"Più o meno" annuisco, cercando di risultare convincente. A dire il vero non so bene neanche io quello che sto dicendo. So solo che una voce, in qualche parte remota del mio cervello, sta disparatamente urlando di correre verso quella tenda e tirarla con tutte le mie forze.

"Oh allora direi di andarci subito!" ribatte lui, scattando in avanti.

"No Rhydian!" mi ritrovo a gridare, afferrandolo per un braccio, giusto un istante prima che appoggi il piede sul pavimento della stanza che si staglia davanti a noi.

"E ora che c'è?" mi guarda esasperato, mentre gli altri si stringono attorno a noi, incuriositi a angosciati allo stesso tempo.

"Pensi davvero che sia così semplice? Attraversare la stanza e spostare una stupida tenda? Tutto qui? Sul serio?"

"Credo solo che dopo tutto quello che abbiamo passato, se adesso ci fosse concesso anche qualcosa di più facile non sarebbe tanto male" si stringe nelle spalle lui.

"In effetti" concorda Austin, e io mi volto per fulminarlo con uno sguardo. "Come non detto" alza le mani lui, in segno di resa.

"Sarà probabilmente una trappola per depistarci" torno a parlare col biondo.

"E quindi cosa proponi di fare?" mi guarda accigliato.

"Bè io..."

"Ecco, vedi? Tu non hai idee e noi non abbiamo tempo, quindi proporrei di muoverci" borbotta, prendendo poi lo slancio, riuscendo a sfuggire alla presa del mio braccio che scatta in avanti, ma che finisce con l'acchiappare solo l'aria. Rhydian si muove in avanti di qualche passo, con leggerezza, come a voler imitare una farfalla mentre si posa adagio su un fiore appena sbocciato, anche se qualcosa nella posizione delle sue spalle tradisce un certo nervosismo. Trattengo il fiato con gli occhi fuori dalle orbite, anche quando si volta verso di noi, e con aria rilassata ridacchia un "Visto?" "Dai ragazzi, venite!" incoraggia poi anche tutti gli altri, che si muovono senza troppe esitazioni. Solo io e Will rimaniamo immobili. Io a fissare la stanza, lui a fissare me.

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