Capitolo 23: niente magia

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"Quindi i tuoi sono già patirti?" chiede ancora Emma, ferma davanti allo specchio.

"Sì...dovevano essere all'aeroporto per le cinque e avevano il volo più o meno alle sette meno un quatro, quindi sì" sospiro, mentre passo più e più volte la spazzola sui capelli arruffati.

"Stai tranquilla, li rivedrai presto" sorride.

"Lo so" forzo un sorriso, posando la spazzolala sulla scrivania.

"Quindi sei abbastanza serena?"

"Sì...insomma, tra neanche tre settimane ci rivedremo, quindi..."

"Certo!" sorride di nuovo. Sembra quasi euforica.

"Sei sicura di star bene?" le chiedo, girandomi a guardarla.

"Si perché?"

"Sei troppo su di giri...a proposito, come è andata ieri sera con Mike?" chiedo, facendo comparire un sorriso smisurato sul suo volto.

"Bene...molto bene" non smette di ridacchiare, mentre con le mani si tortura la gonna a righe.

"E?"

"E siamo tronati insieme!" strilla.

"Lo sapevo! Non potevate stare lontani troppo a lungo!" corro ad abbracciarla.

"E perché?" chiede ridacchiando.

"Perché state troppo bene insieme" la stringo ancora più forte.

"Finalmente l'ha capito anche lui" scherza, allontanandosi da me.

"Sono davvero felice per te!" le posso una mano sulla spalla, sorridendo.

"Non dirlo a me!" il suo sorriso non riesce proprio ad andarsene.

"Dai racconta tutto!"

"Quando te ne sei andata abbiamo iniziato a parlare...mi ha detto che gli è dispiaciuto essersi allontanato da me e che si è comportato così solo perché aveva paura di perdermi e che gli sono mancata" racconta tutto d'un fiato.

"E perché non me l'hai detto subito stamattina?"

"Perché volevo prima sapere come stessi, insomma, non volevo buttarti addosso la mai felicità se eri ancora molto triste".

"Scherzi? Sono molto più felice ora che ti vedo così! E poi almeno ora ho qualcosa a cui pensare che non siano i miei genitori e Jacksonville" accenno un sorriso timido.

"Grazie Sofi" ricambia.

"Dai, ora andiamo a fare colazione che ho fame!" sorrido, spalcando la porta.

"Pensavo preferissi prendertela con comodo visto che è sabato!" esce in corridoio.

"Sì, ma senza esagerare!" ridacchio, seguendola giù per le scale.

"Quindi tuo fratello ed Hanna sono già qui?" chiede fermandosi alla base delle scale.

"Sì da ieri era! Guarda, sono lì!" sorrido, riconoscendoli, seduti ad uno dei tanti tavoli, la maggior parte ancora vuoti.

"Sono diversissimi da come me li ricordavo!" sorride, mentre attraversiamo tutta la sala.

"Lo so!" sorrido anch'io, salutando mio frettalo con la mano, non appena si accorge di me.

"Sofi" il suo viso s'illumina, mentre si alza in piedi. "Ciao Emma!" sorride, lasciandole un bacio su una guancia e poi sull'altra. "Tutto bene?"

"Sì grazie, e tu?"

"Bene bene... ti ricordi di Hanna?" indica la ragazza bionda che sia alza in piedi di scatto.

"Certo! Ciao Hanna!" si sposta per salutare anche lei.

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