Capitolo 13: idee geniali

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"Emma?" la chiamo a fatica. Ho la bocca ancora impastata dal sonno.

"Dimmi" risponde raggiante.

"Mi spieghi che stai facendo? Sono le sei e mezza!"

"E allora? Tra una mezz'oretta suona anche la tua sveglia" mi rassicura.

"Appunto! Tra trenta minuti!" scandisco bene le ultime parole, girandomi verso di lei. Le tende sono spalancate anche se di luce non ce n'è neanche l'ombra.

"Quanto ti lamenti" sbuffa, mentre si ritocca il mascara.

"Mi spieghi a che ti serve il mascara alle sei di mattina?" piagnucolo, sprofondando il viso nel cuscino.

"Mike mi ha chiamato ieri sera e mi ha chiesto se potevamo trovarci verso le sette, così da mostrargli per bene il dormitorio!"

"E non poteva chiederlo a Toby?" mi lamento con voce soffocata.

"Non capsico niente di quello che stai dicendo. Cinque minuti e me ne vado!"

"Tanto ormai mi hai già svegliato" borbotto tra mè e mè.

"Ecco....sono ponta!" esulta, sistemando qualcosa nella borsa.

"Vado a fare colazione...ci vediamo dopo" mi saluta, uscendo dalla camera. Sospiro, girandomi sulla schiena. La porta si apre di colpo, facendomi sedere di scatto.

"Augurami buona fortuna!" Emma è in piedi sulla soglia, con un sorriso a trentadue denti.

"Buona fortuna va!" brontolo, scuotendo la testa. La porta si richiude con un tonfo, mentre il rumore delle sue scarpe, rigorosamente col tacco, si fa sempre più lontano. Mi lascio cadere all'indietro, sbuffando rumorosamente.

***

"Emma?" chiede Austin, in piedi davanti alla soglia della camera.

"È andata via con Mike" racconto, finendo di rifare il letto.

"Mike?"

"Sì...un suo nuovo compagno di classe... puoi aiutarmi?" chiedo acida.

"Certo" sospira, avanzando lentamente.

"Mi prendi lo zaino e le stampelle? Io finisco un attimo di sistemare la stanza e arrivo"

"Va bene" si limita a rispondere, afferrando il mio zaino che avevo lasciato in un angolo ieri sera e le stampelle, accanto al mio letto.

"Sei sicuro si star bene?" chiedo fermandomi, notando la sua espressione demoralizzata.

"Certo" forza un sorriso, avvisandosi fuori dalla stanza. Sospiro, finendo di sistemare le coperte.

"Oh! Ti è caduto un peluche!" esclama qualcuno alle mie spalle, facendomi venire un infarto. Mi volto di scatto, notando Toby, a pochi metri da me, chinato a raccogliere un ciangolino di pezza, nel centro della stanza.

"Grazie" rispondo, deglutendo per lo pavento.

"Tutto bene?" chiede avanzando di qualche passo.

"Sì" sussurro, indietreggiando lentamente. "Perché?" chiedo sbattendo contro il letto.

"Sembri...strana" avanza di qualche passo. Mi fissa negli occhi, senza mostrare alcuna espressione. Okay, lo ammetto. Sto iniziando ad avere paura! Avanza ancora di qualche passo, mentre sento le gambe tremare.

"È davvero carino questo peluche, non trovi?" chiede abbassando lo sguardo sul cagnolino, sorridendo. Sospiro in silenzio, approfittandone per allontanarmi da lui e da quella trappola in cui ero andata a finire.

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