5 - what can I wear?

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«Hai deciso se venire o meno alla festa?» dopo aver passato qualche minuto a guardarci silenziosamente tra di noi, Harry inizia la conversazione, volgendo il viso verso Jade, che stava osservando le sue scarpe blu leggermente sporche.

«Sì, verrà anche lei.» mi indica, mandandomi un bel sorriso, che ricambio volentieri.

«Vediamo per quanto duri a quella festa.» sghignazza, mentre continua a prendermi in giro.

«Oh andiamo, Harry smettila. Potresti cercare di non fare lo stronzo? Non ti ha fatto nulla di male.» ringrazio Jade mentalmente per avermi difeso, anche se lo avrei fatto io per me stessa.

Il fatto che abbia risposto ad Harry mi fa capire che le importa di me e ne sono davvero felice.

Vedo il riccio sbuffare e lo guardo storto, ma lui non mi vede dato che ha rivolto lo sguardo alla sua destra, osservando la casetta in legno che, ormai, sta cadendo a pezzi.

«Vorrei che voi due andaste d'accordo o, almeno, che non vi insultiate ogni volta che vi vedete.» continua, ed entrambi annuiamo, per poi scambiarci uno sguardo facendo incontrare i nostri occhi.

I suoi verdi, mentre i miei nocciola.

Entrambi sono perfetti, come gli alberi ed il terreno di questo boschetto.

Si intonano benissimo, non c'è nulla che stona.

Il riccio controlla l'orologio che ha al polso, togliendo i piedi dalla sedia arrugginita ed alzandosi in piedi.

Ci dice che è ora di andare, ormai i quindici minuti di ricreazione sono finiti e, per ritornare al campus, ci metteremo circa tre minuti.

Lo seguiamo ancora in fila indiana mentre inizio ad ambientarmi.

Il primo a passare attraverso la rete è Harry, poi io ed infine Jade, che si è strappata l'orlo della maglietta rossa che si è incastrata accidentalmente in un fil di ferro.

«Era la mia preferita.» sbuffa, prendendo la parte bucata e giocherellandoci un po'.

Scuoto la testa un paio di volte sghignazzando e riusciamo ad uscire dal piccolo sentiero dietro al magazzino senza farci scoprire da nessuno e arrivando in tempo alle lezioni.

Dopo scuola chiamo mia madre, le avevo promesso che almeno una volta a settimana le avrei telefonato, anche se sono passati solo tre giorni dal quando sono arrivata al campus.

Mi risponde al terzo squillo, mentre cerco una posizione comoda sul letto disfatto.

«Pronto, mamma?»

«Caroline? Come stai? Ti sei trovata bene?» alla sua ultima domanda mi è subito balenato in mente Harry.

È l'unico con cui non vado d'accordo e non capisco per quale motivo ce l'abbia sempre con me, ma evito di parlargliene.

«Si, mi sono trovata molto bene, tu come stai?» cerco in qualche modo di creare una conversazione, anche se quello che mi dice non mi interessa più di tanto, glielo chiedo solo per cortesia e perché ormai le avevo promesso di chiamarla.

«Bene, questo sabato vieni a casa?» ogni sabato possiamo andare dai nostri genitori e i nostri parenti, dal pomeriggio fino alla sera del giorno dopo o, semplicemente, uscire per passare una serata in qualche locale o da altre parti.

Il tempo è davvero poco e non riesco mai a passarlo con i miei amici o con la mia famiglia, raramente ci riuscirei.

«Scusa mamma, ma sabato vado a mangiare a cena con la mia compagna di stanza.» non le dico la verità perché mia madre non vuole che io vada alle feste, dice che sono ancora troppo piccola e che non mi fa bene; anche se non capisco mai che cosa intenta con l'ultima motivazione.

«Oh, sono felice che hai stretto amicizia così in fretta, vorrà dire che ci sentiremo la prossima volta. Ora devo andarmene, ci sentiamo, ciao Caroline.» mentre nella sua voce sento un pizzico di malinconia, la saluto e le prometto che ci vedremo al più presto.

* * *

La settimana è passata davvero in fretta e stasera andrò alla festa insieme a Jade.

Dopo aver terminato le lezione ci siamo date appuntamento nella camera per parlare della serata e decidere come vestirci.

«Non ti piace questo?» addosso ho un vestito che mi ha imprestato, è nero e con un po' di pizzo sul fianco destro.

Ha la scolatura a cuore e, insieme al vestito, ho abbinato delle scarpe con i tacchi che mi ha imprestato la mia compagna di stanza.

«Sì mi piace, ma non su di me. Non preoccuparti, mi metto i miei vestiti, non serve che me li impresti.»
mi tolgo il vestito e rimango in intimo, non mi vergogno a mostrarmi in questo stato, ormai io e Jade siamo molto unite, anche se è passata solamente una settimana.

Prendo dal mio armadio una gonna nera ed un top grigio, li indosso e mi posiziono davanti allo specchio, vedendo Jade attraverso esso.

«Ti sta molto bene, che scarpe pensi di abbinarci?» mi chiede, mentre io mi scruto ancora un po' allo specchio: la gonna nera ha delle balze e calza fino a poco più su delle ginocchia ed è stretto a vita alta.

Il top grigio mi mostra una piccola parte di pancia ed è un po' aderente, risaltando il seno piccolo.

«Credo che metterò queste, non mi piacciono i tacchi.» prendo da sotto al letto un paio di All Star alte bianche e il suo viso forma una faccia contrariata.

«Ci starebbero meglio i tacchi, ma anche quelle scarpe ci stanno bene.» indica i miei piedi con addosso le scarpe e le mostro un piccolo sorriso.

Ho sempre odiato i tacchi e non riesco a camminare decentemente, ho la costante paura di cadere e fare brutte figure.

Dopo aver scelto i miei vestiti, Jade inizia a controllare nel suo armadio per capire che cosa potrebbe indossare stasera.

Mentre la osservo, inizio a pensare a quanta gente conoscerò.

Jade mi ha detto che ha molti amici in questo campus e che vuole farmene presentare alcuni, sono molto contenta all'idea che conoscerò altre persone e non vedo l'ora che inizi la festa, non sto più nella pelle, spero solo che andrà tutto bene.

Il locale si trova in centro città e so che c'è tanta gente e, molti di loro, sono quei soliti ragazzi ubriachi che cercano di saltarti addosso e farti chissà che cosa, spero di non averci nulla a che fare.

My drug » h.s.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora