Mi sveglio verso le undici del mattino e noto che nello spazio accanto al mio, nel letto matrimoniale, non c'è Logan.
Mi guardo ad uno specchio che ha appeso in camera e mi rifaccio la coda alta dato che è completamente in disordine, con ciuffetti mori che svolazzavano da ogni parte.
Solo in quel momento mi ricordo di aver addosso una felpa e dei pantaloncini da calcio che mi aveva imprestato ieri per dormire questa notte.
Scendo nel salotto per vedere se riesco a trovarlo, ma lo vedo solo poco dopo in cucina mentre sta mangiando una brioche e, accanto, ha un bicchiere riempito fino all'orlo di un liquido che, apparentemente, sembra succo alla pera.
«Ciao, hai fame? Ho comprato delle brioche prima.» mi dice Logan, alzando lo sguardo su di me e parlando con la bocca piena.
I ciuffi biondi sono ancora in disordine e alcune ciocche più lunghe delle altre gli ricadono sul viso, mentre gli occhi celesti mi scrutano attentamente.
Annuisco, sedendomi accanto a lui e vedendolo prendere una brioche dal sacchetto che aveva poggiato sul tavolo.
Mi porge un bicchiere e mi ci versa del succo, ricominciando poi la sua colazione.
Mangio con calma mentre nella stanza è calato il silenzio.
Dopo alcuni minuti sento il cellulare, che avevo prima appoggiato sul tavolo accanto a me, suonare e noto che è una chiamata da parte di mia madre.
Mando giù l'ultimo boccone della brioche alla crema e accetto la chiamata, chiedendomi del perché mi stesse telefonando a quell'ora.
«Caroline, stai bene?» il suo tono sembra quasi preoccupato e non capisco quale sia il motivo di tale preoccupazione.
«Si mamma, perché me lo chiedi?» corrugo la fronte.
«Ieri ho sentito che è arrivata la polizia al campus e volevo sapere se stavi bene, magari eri finita nei guai.» sospira. «Magari uno di quei ragazzacci ti aveva messo nei guai.» specifica, facendomi ridacchiare.
«Non sono andata in quel locale e poi stavo dormendo, come avrebbero potuto?» mento, cercando di essere il più credibile possibile e guardando Logan che mi osserva con sguardo strano.
«Non si sa mai, potevano anche prendere a calci quella porta e metterti quella robaccia da qualche parte per farti andare nei guai.» ridacchio ancora un' altra volta sperando che non mi senta e cerco di tranquillizzarla.
«No mamma, sto bene. Grazie per aver telefonato, ci sentiamo.» le dico, prima che mi salutasse e chiudesse la chiamata.
«Ah, quindi ieri stavi dormendo e non avevi partecipato alla festa?» sghignazza Logan.
Scuoto la testa un paio di volte e gli do un colpetto amichevole sulla spalla.
Mi dirigo nel bagno al piano di sopra prima che il biondo mi porti al campus, quindi prendo i miei vestiti e mi chiudo dentro a chiave.
Mi risciacquo il viso che ora è completamente ricoperto da delle goccioline di acqua fresca e rimanendo completamente struccata.
Mi tolgo i vestiti e li appoggio su un mobile bianco, poi prendo i miei indumenti e li indosso.
Prendo la felpa e i pantaloni di Logan, ma mentre mi avvio verso la porta, faccio cadere accidentalmente qualcosa.
Mi giro per rimetterla al suo posto e noto che è una bustina trasparente con del contenuto bianco all'interno.
La prendo in mano e la ispeziono, cercando di capire cosa ci sia dentro.
Faccio poi per posarla, ma subito mi blocco.
Potrei prenderla, non se ne accorgerebbe, non penserebbe mai che sono stata io.
Decido di prenderla e la infilo nella borsetta, che poi prendo e porto giù in salotto con me.
«Sono pronta.» sorrido, vedendolo alzarsi dal divano per poi spegnere la televisione.
Si è rivestito e ha pettinato i capelli, facendo un ciuffo biondo.
Usciamo entrambi dalla porta e saliamo sull' auto.
Durante il tragitto non proferiamo parola, ci limitiamo ad ascoltare alcune canzoni che trasmettono alla radio.
«Eccoci.» mi dice, appena arriviamo al parcheggio del campus.
«Grazie per tutto, ci vediamo.» gli do un bacio sulla guancia e sgattaiolo nella mia stanza dato che c'è una leggera brezza.
Trovo Jade che dorme distesa sul suo letto e faccio attenzione a non fare alcun rumore così da non svegliarla.
Mi metto velocemente dei leggins neri e una felpa col cappuccio.
Metto la bustina nelle tasche di uno spolverino nero che avevo appeso sull' attaccapanni accanto alla porta d'entrata della nostra camera.
Spero che Jade non lo veda.
Avevo promesso a me stessa che quello della scorsa volta era solo un tiro, solo una prova.
Ma non fu così.
È già la seconda volta che ne faccio uso e ho persino rubato una bustina ad un mio amico, sono quasi incredula di tutto ciò che sto facendo.
Continuare a drogarmi non mi farà bene, ma ne ho bisogno.
Ormai il mio organismo ne ha bisogno, è più forte di me, mi fa stare bene e proprio in questo momento ho bisogno di stare bene.
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My drug » h.s.
Fanfiction[...] Le sposto una ciocca di capelli dietro l'orecchio e la vedo sorridere e poi passarsi la lingua sulle labbra per ammorbidirle. Non resisto più, il mio autocontrollo è sotto zero: le prendo il viso fra le mani e la bacio, chiedendo con la lingua...