«Mamma?» avevo deciso di telefonare a mia madre cosicché potessimo incontrarci dato che la scorsa volta le avevo dato buca.
«Caroline, che bello sentirti! Perché mi hai chiamato? C'è qualcosa che non va?» mia madre è sempre stata una donna iperprotettiva, è una caratteristica del suo comportamento che non mi è mai piaciuta.
«No, va tutto bene. Volevo incontrarti, l'altra volta non ci siamo viste. Possiamo incontrarci domani?» non voglio andare da lei al sabato perché di solito vado sempre da qualche parte a divertirmi con i miei amici e non ho voglia di passarlo con mia madre.
«Certo, vengo a prenderti verso mezzogiorno che chiacchieriamo un po'!» mia madre è sempre felice, qualsiasi cosa lei faccia ha sempre un sorriso stampato sul viso e non riesco a capire come possa vedere bello tutto quello che le capita, fortunata lei!
Ci salutiamo e riattacco io prima di lei.
* * *
Per essere stato lunedì, è passato davvero in fretta.
Sono stata tutta la mattina a scuola e poi sono andata in biblioteca da sola, quel posto mi piace parecchio.
Con Jade ho parlato davvero poco, non capisco cos'ha, credo che sia ancora giù di morale da ieri.
Di Harry non ne ho visto neanche l'ombra e alla lezione di chimica non si è presentato.
Mi sto preparando per andare da mia madre, indosso dei semplici blue jeans, delle scarpe nere, una maglia bianca e una giacca dello stesso colore delle scarpe.
Mia madre dovrebbe arrivare a momenti, mentre l'aspetto nel parcheggio del campus controllo insistentemente le lancette sull'orologio che ho al polso e batto il piede a terra come se andassi a ritmo della musica.
Vedo il Range Rover di mia madre che mi suona e mi affretto ad andare verso di lei dato che qua fuori stavo congelando.
«Caroline!» mi saluta abbracciandomi calorosamente ed io ricambio.
Ci scambiamo qualche parola durante il tragitto, abbiamo deciso di andare in un bar della zona perché altrimenti ci sarebbe voluto troppo tempo per andare e ritornare da casa al campus.
Il bar in cui siamo andate è molto carino, le sedie sono rosse mentre le pareti e i tavolini sono color panna.
Ci sediamo in un posto un po' isolato, così da poter parlare con più tranquillità.
«Allora, come vanno le cose al campus? Hai fatto amicizia con qualcuno?» mentre mi parla si toglie la giacca nera e la mette sulla sua sedia, per poi sedersi.
«Tutto bene, per ora ho fatto amicizia solo con la mia compagna di stanza e un suo amico.» accenno un piccolo sorriso e inizio a torturarmi le pellicine delle dita.
«Spero siano dei bravi ragazzi come te.» mi viene quasi da ridere per quello che ha appena detto, ma mi trattengo e rispondo semplicemente: «Certo.»
Dopo aver chiacchierato un po' e aver bevuto la nostra cioccolata calda, mia madre continua la conversazione ma con un altro argomento.
«Sai, tuo padre sta facendo una campagna per eliminare la droga dagli Stati Uniti, per non farla più arrivare qui, ci saranno quindi più controlli.
C'è troppa gente in America che spaccia.» scuote la testa un paio di volte e io resto in silenzio per un po' di tempo.Mio padre è un politico abbastanza importante qui negli Stati Uniti e si occupa della droga.
C'è stato un anno in cui, grazie a lui, sono state arrestate più di un milione di persone negli Stati Uniti per uso di droghe o per averla portata qua in America.
In realtà, ora, sono un po' preoccupata per Jade e i suoi amici, loro ne fanno uso e non voglio che finiscano nei guai.
E, soprattutto, non voglio che finiscano nei guai per colpa di mio padre.
«È una bella cosa.» mento, cercando di essere contenta.
Sono le sei di sera, siamo state al bar circa due ore ma sono passate davvero veloci.
Mia madre mi riporta al campus e quando entro nella mia stanza trovo Jade che usa il telefono.
«Caroline, dove sei stata?» la sua fronte si corruga ed io butto il telefono sul mio letto.
«Sono uscita con mia madre.»
«Oh. Stasera Harry gioca una partita di calcio, vieni a vederlo con me?» mi sembra che si sia ripresa da ieri e sono contenta.
«Va bene, quando sarebbe?» le chiedo, mentre mi sdraio sul letto per riposarmi un po'.
«Stasera dalle otto alle nove e mezzo circa.» acconsento e resto in camera con Jade.
Mentre lei si riposa dormendo un po', io leggo il libro che avevo preso in prestito dalla biblioteca.
Non ho cenato ma non ci faccio caso e, dopo circa un'ora da quando sono ritornata nella stanza, sveglio Jade e iniziamo a prepararci per andare a vedere la partita.
Appena arriviamo, le tribune sono piene di studenti, ma io e Jade riusciamo a trovare un posto con abbastanza facilità date le condizioni.
«Harry è il numero venti.» mi indica la maglia rossa con scritto sopra il nome della scuola e, in grande calligrafia, 'Styles'.
Durante il primo tempo la partita procede bene, la squadra di Harry sta vincendo 3-1 ed io e Jade esultiamo ad ogni goal assegnato.
Il secondo tempo è iniziato da poco e il riccio ha il controllo del pallone.
«Vai Harry!» urla Jade mentre si alza in piedi e applaude.
Il riccio scarta due attaccanti e, quando è ormai vicino alla porta, un giocatore lo scarta facendolo cadere.
Dalla nostra tributa si sente un forte «Ohh.» ed io mi alzo subito in piedi per vedere meglio cosa sia successo, ma non riesco a vedere bene perché attorno a lui ci sono tutti gli altri giocatori.
Spero non gli sia successo nulla di grave.
«Vieni.» Jade mi prende il polso e scendiamo i numerosi scalini, per poi dirigerci a passo svelto verso l'entrata del campo da calcio da dove sta uscendo Harry con l'aiuto di un suo amico.
«Merda.» lo sento imprecare.
Non capisco se sia per il dolore o per il dispiacere di essersi fatto male.
«Ti fa tanto male?» le chiede Jade avvicinandosi e lasciando andare via l'amico per occuparsene lei stessa.
Harry le mette il braccio attorno al collo e lei gli poggia una mano sul petto.
«Si, cazzo. Prima lei, ora la gamba, sta andando tutto a puttane.»
«Caroline, io vado con lui, tu vai pure in stanza. Voglio assicurarmi che stia bene.» mi dice, mentre porta Harry nello spogliatoio.
Io ritorno in camera silenziosa, mentre a parlare sono i miei pensieri.
Che cosa intendeva per 'lei'?
Intendeva me?
È perché gli sto antipatica?
Sono forse un problema per lui?
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My drug » h.s.
Fanfiction[...] Le sposto una ciocca di capelli dietro l'orecchio e la vedo sorridere e poi passarsi la lingua sulle labbra per ammorbidirle. Non resisto più, il mio autocontrollo è sotto zero: le prendo il viso fra le mani e la bacio, chiedendo con la lingua...