È davvero così assurdo che le giornate passino così in fretta, siamo già a venerdì e mi sembra ieri, che mi svegliavo per iniziare il lunedì.
Dicono che quando ci si diverte le ore passano in fretta.
Beh, le ore stanno passando veloci giorno dopo giorno, quasi non me ne rendo conto.
Ultimamente ho conosciuto un bel po' di persone qua al campus e devo ammettere che mi trovo molto bene con loro.
Rispetto agli anni precedenti, sono meno timida e quindi faccio amicizia facilmente e, infatti, ora conosco moltissime persone.
Mi stanno tutti simpatici, certo, ho anche io le mie preferenze e alcuni loro atteggiamenti possono darmi fastidio, ma non è un problema, mica tutti sono perfetti ed anche io, sicuramente, avrò qualche atteggiamento che darà fastidio a loro.
È da qualche minuto che mi torturo le ciocche dei capelli, mentre sto seduta sulla mia sedia nel frattempo che il professore di letteratura spiega qualcosa, ma non so cosa dato che non ho ascoltato la lezione, sono troppo stanca e non sono l'unica a quanto pare.
Fra cinque minuti suonerà la campanella e potrò ritornarmene nella mia stanza e dormire dato che sono stanchissima e a momenti non mi addormentavo in una delle lezioni della mattinata.
Driiin.
«Finalmente.» dico tra me e me, prendendo i due libri che avevo sul banco e mettendoli alla rinfusa nello zaino insieme all'astuccio.
Mi metto la cartella in spalle e mi avvio verso l'uscita della classe, per poi svoltare a destra nel corridoio e imboccarne un'altro più piccolo da cui si diramano delle scalinate, le scendo e, arrivata all'entrata principale, esco faticosamente a causa della marea di studenti presenti nell'atrio.
Mi avvio quindi verso la mia stanza, quando una ragazza mora mi ferma.
«Prendi.» mi dice, porgendomi un foglietto.
Le sorrido e ricomincio a camminare mentre leggo ciò che c'è scritto sopra.
Il volantino dice che questo sabato ci sarà un'altra festa.
Inizierà alle otto di sera e terminerà alle tre del mattino massimo.
Si trova in un posto che non conosco, diverso dalle precedenti feste.
Avranno cambiato luogo per paura che arrivi nuovamente la polizia, forse ci ritorneremo fra qualche settimana.
Chiederò a Jade dove si trova questo posto, forse lei lo sa.
Entro nella stanza e noto che la mia compagna di stanza sta piangendo, è già la seconda volta che la vedo piangere e non capisco cos'abbia, spero che ora me lo dica.
Caccio lo zaino in un punto qualsiasi della stanza e, dopo aver chiuso la porta, mi avvicino accarezzandole la schiena e chiedendole poi: «Che succede?»
La sento tirar su dal naso e poi vedo che alza leggermente il viso, si gira verso di me e, dopo essersi asciugata le lacrime con il polsino della felpa, si alza.
«Harry.» dice solamente.
Corrugo la fronte e la incito a dirmi di più.
«Prima è venuto qua e ha visto che nel tuo spolverino c'era una busta di droga, ha detto che è mia, che l'ho messa nella tua giacca per non farmi scoprire, ma non è vero! Io gliel'ho detto, ma lui non mi crede e ora ce l'ha a morte con me.» piange ancor più forte di prima e mi si spezza il cuore a vederla così, si vede che ci tiene tanto ad Harry.
«Non capisco quale sia il problema, se fai uso di droga, a lui che importa?» domando incuriosita.
«Non vuole, dopo quello che è successo un anno fa... » non termina la frase, si limita a scuotere la testa più volte e non smette di piangere.
«Cosa è successo un anno fa?» voglio arrivare al punto, voglio capire cosa sta succedendo.
Da quando sono qua ci sono troppe domande che mi faccio.
«Non è un argomento con cui si può parlare con tranquillità, non credo nemmeno che debba parlartene.» mi da fastidio che si comporti così, si mette a piangere e non spiega nemmeno quale sia il motivo, o almeno dice solo qualche cosa, non si spinge più in là.
Sbuffo silenziosamente e mi metto sul mio letto, evitando il suo sguardo.
«Dove l'hai trovata?» mi chiede subito dopo.
«Che cosa?» alzo lo sguardo.
Ha gli occhi rossastri a causa del suo pianto.
«La droga, dove l'hai trovata?»
«M-me l'ha data un amico.» balbetto.
Ho mentito perché non voglio che sappia che l'ho rubata e se sapesse che l'ho rubata a Logan, un suo amico, si infurierebbe ancor di più.
«Chi?» mi sta facendo innervosire, così le rispondo con un tono un po' acido.
«Perché ti dovrebbe interessare? Tu non mi racconti mai nulla, dici sempre che è una cosa troppo privata o che non è il momento. Beh, neanche ora è il momento quindi smettila di essere così incoerente e non chiedermi più nulla riguardo a questa storia, sono fatti miei.» incrocio le braccia e prendo il telefono tra le mani, sperando davvero che non mi chieda più nulla.
«Non sai cosa mi è successo, dovresti essere tu a smetterla di farmi domande! Ti fai sempre i fatti miei. Cosa c'è Jade? Perché piangi? Oh, cosa è successo un anno fa? Perché hai quel tatuaggio? Sei davvero un'odiosa impicciona!» ribatte lei con tono più alto.
«Cosa dovrei fare? Stare li a guardarti mentre ti piangi addosso come una bambina? Ti sei mai chiesta perché ti chiedessi come stavi? Beh, se non te lo sei chiesta è perché a te ci tengo e mi interessa sapere se stai bene o meno e mi da sui nervi che ogni maledetta volta non mi spieghi mai quale sia il motivo di tutto questo!» mi ha fatto davvero perdere la pazienza, anche se mi dispiace litigare con lei, io le voglio bene e non credo che l'abbia capito.
«Caroline cazzo, se sapessi quello che è successo adesso non saremo qua a litigare su questa stupidissima cosa. Ho i miei motivi per non dirtelo e lo dovresti capire, se solo ti fosse successo un briciolo di quello che è successo a me. E non ti ho chiesto io di consolarmi, sono capace da sola di rimettermi in senso, non mi serve il tuo aiuto.» prende la borsa dall' attaccapanni infilandoci dentro un pacchetto di sigarette e dirigendosi verso la porta.
«Non capiresti comunque.» si chiude la porta alle spalle e il silenzio cala nella stanza.
«Bambina.» dico, sapendo che ormai non mi potrà più sentire.
Cosa mai le sarà capitato un anno fa di così brutto?
Il principino Harry l'ha lasciata?
O magari le ha fatto le corna?
Che vada al diavolo lei e le sue stupide preoccupazioni.
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My drug » h.s.
Fanfiction[...] Le sposto una ciocca di capelli dietro l'orecchio e la vedo sorridere e poi passarsi la lingua sulle labbra per ammorbidirle. Non resisto più, il mio autocontrollo è sotto zero: le prendo il viso fra le mani e la bacio, chiedendo con la lingua...