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Lo vedo ridacchiare e scuotere la testa: «L'ho data ad un tizio prima di salire sull'auto.» sussurra «Dovevi vedere quanto era contento.» ridacchia nuovamente.

Mi aggiungo anche io e non credo di essere mai stato così tanto sollevato in tutta la mia vita.

Vediamo Josh uscire dalla stanza dello Sceriffo con uno sguardo pieno d'odio; nel frattempo avevano dato una divisa arancione a me e a Logan.

Ci stava leggermente larga, ho provato miliardi di queste tute, non è una novità per me essere in carcere e tanto meno per Logan.

Appena entriamo, le due guardie, ci lasciano da soli ed io riesco a scrutare meglio la stanza: vari attestati sono appesi insieme a medaglie e alcuni cappelli della polizia.

«Nella vostra auto non è stato trovato nessun tipo di stupefacente, in confronto al vostro socio, che è risultato anche positivo all'alcol test ed era sotto effetto di droga. I risultati dell'alcol test che vi sono stati sottoposti a voi due precedentemente sono risultati negativi.» si alza dalla sedia girevole e, con le braccia incrociate, inizia ad andare avanti ed indietro per la stanza. «Perciò dovrete pagare una multa di 50$ ciascuno e passerete questa notte e la successiva in prigione, poi potrete uscire. Non vi toglieremo la patente per questa volta, ma la prossima volta non chiuderò un occhio su questa faccenda.»

Io e Logan ci scambiamo un grosso sorriso e rispondiamo entrambi con un «Grazie.» sincero.

«C'è qualcuno che può portare la quota da pagare? Un' amico, un familiare? Almeno entro una settimana dato che la multa non è alta.» lo Sceriffo si risiede sulla scrivania di legno scuro, sfogliando alcuni fogli.

«Ci sono due nostre amiche che possono portarli.» rispondo, osservando prima il biondo e poi lo Sceriffo.

«Mi dica il numero cortesemente.» faccio come dice e mi consegna il mio cellulare, detto il numero di Caroline e di Jade, sono le uniche che sapevano del piano.

«Possiamo chiederle una cosa?» domando allo Sceriffo, che fa cenno con la testa di continuare: «Che pena deve scontare Josh?»

«Sei mesi di carcere e 10.000$ da pagare.» sorrido compiaciuto del lavoro che ho fatto e mi avvio verso la porta per uscire dall'ufficio: «Ah.» mi volto: «Potrei fare una telefonata?»

Lo vedo alzare gli occhi al cielo, ma poi mi fa cenno con la mano: «Solo cinque minuti.» mi dice.

Digito velocemente il numero di Caroline, ormai lo conosco a memoria come le mie tasche: «Harry!» sento urlare: «Dimmi che è tutto apposto.» ridacchio leggermente per la sua preoccupazione nei miei confronti.

«Si, è tutto apposto. Io e Logan dobbiamo passare due notti in cella e dovremmo pagare 50$, dopo lo Sceriffo chiamerà te e Jade. Josh starà in carcere sei mesi e dovrà pagare 10.000$!» esclamo felice.

«Dio Harry, non puoi immaginare quanto sono contenta.»

«Dobbiamo andare.» sento sentire da una guardia dietro di me, così mi affretto a salutarla: «Anche io sono felicissimo, devo andare Caroline, scusami piccola. Ti amo.» dico frettolosamente.

«Anche io Harry, tanto. Buonanotte.» le sento dire, prima di chiudere la telefonata.

La guardia dalla divisa nera mi conduce ad una cella: il lavabo è sporco, il letto a castello è semi distrutto e le lenzuola scure sono strappate ai bordi.

Il water è alle stesse condizioni del lavabo e sul pavimento ci saranno dieci centimetri di polvere.

La guardia mi spinge dentro la cella e la sbatte violentemente per poi scegliere una delle tante chiavi del mazzo per chiuderla.

Sento i suoi passi allontanarsi per qualche minuto, poi scompaiono lentamente.

Alzo lo sguardo e noto una piccola finestrella posta in alto e chiusa da delle sbarre che fa entrare un fil d'aria che riesce a farmi respirare un po' di più in mezzo a tutta quella sporcizia.

Riesco a sentire le macchine che sfrecciano sulla strada sebbene siano circa le tre del mattino e le luci dei lampioni si scagliano sul pavimento della mia stanza, colpendo parte del letto sul piano superiore.

Salgo la scaletta per sdraiarmi sul letto di sopra incrocio le braccia dietro alla testa e guardo sul soffitto.

Mi giro nuovamente e mi ritrovo a pancia in giù, questo letto è davvero scomodo e vorrei essere con Caroline piuttosto che qua.

Incomincio a scrutare fuori dalla finestra e a contare le stelle, sono talmente poche che finisco già di contarle.

Le stelle mi ricordano Caroline in un certo senso, mi ricordano quando la vedevo alle feste che facevano al sabato sera in qualche locale in giro per la città.

Mi ricordano tanto Parigi e le passeggiate delle tre del mattino.

Per qualche motivo mi ricordano la nostra prima volta, quella vera intendo.

Quella voluta, quella da sobri e non da sbronzi.

Tutto mi ricorda lei ormai, mi entra nelle vene e non esce più, mi fa lo stesso effetto dell'alcol o della droga: mi entra dentro e ne voglio sempre di più.

Ho sempre più voglia di passare del tempo con lei.

Ho sempre più voglia di vederla felice accanto a me.

Ho sempre più voglia di lei e basta, solo lei e fanculo gli altri.

Chissà se anche lei ora mi sta pensando, chissà se anche lei sta guardando le stelle in questo momento.

Magari anche lei sta ripensando ai nostri momenti passati insieme, quelli brutti e quelli belli; perché qualunque momento è indimenticabile con lei.

Magari anche a lei manca passare la notte accoccolata a me, magari anche lei ha astinenza dei miei baci come io dei suoi.

E sono solo passate alcune ore dall'ultima volta che le ho sfiorato le labbra.

Forse anche lei non riesce a dormire questa notte, o forse come me non riesce a dormire mai.

Perché quando lei non è nel letto accanto a me io non riesco a prendere sonno, forse è così anche per lei.

Magari quelle poche volte che riesce prendere sonno anche per solo alcuni minuti riesce a vedermi nei sogni, perché a me accade.

Sono sempre così veri quei sogni e così realistici, a volte mi chiedo se tutto questo sia frutto della mia fantasia, se Caroline è frutto della mia immaginazione che vuole giocarmi brutti scherzi.

Magari un giorno mi sveglierò e mi renderò conto che non era vero, era tutto un sogno.

Un sogno bellissimo.

My drug » h.s.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora