Caroline
Entriamo nel locale e ci dirigiamo verso un tavolo accanto al muro bianco e ordiamo una cioccolata calda ciascuno.
«Il tuo ha un significato, invece?» chiedo, riferendomi al tatuaggio che si è appena fatto fare.
«Penso semplicemente che quando ami tanto una persona, nulla potrà fartela dimenticare insomma, è qualcosa che non se ne va. Quel cuore simboleggia il mio cuore e le spade sono come degli ostacoli che, però, non serviranno a nulla. Il mio cuore sarà ancora intatto, qualunque cosa succeda.» scrolla le spalle ed io sorrido: ha dato un significato bellissimo a quel tatuaggio e mi chiedo se sia riferito ad Holly.
Rimaniamo a chiacchierare ancora per molto, finché non notiamo che sono le due del pomeriggio ed è meglio avviarsi verso il campus.
Appena usciamo dal locale intravedo una donna che mi sembra molto familiare: mia madre.
Cosa diamine ci fa qui da sola?
Si volta verso di me e mi sorride, ma il suo sorriso si spegne nell' istante in cui incontra gli occhi di Harry.
Oh, fantastico.
«Caroline...» si avvicina a me e prendo il riccio per il polso cosicché possa fermarsi dato che si stava avvicinando all'auto.
Si gira verso di me e mi guarda interrogativo, ma io non lo degno di uno sguardo; sono troppo impegnata a vedere lo sguardo serio di mia madre che si avvicina minacciosa.
«Ciao mamma.» la saluto con un finto sorriso.
«Caroline, che ci fai qui?» domanda, mandando un'occhiataccia ad Harry che sbuffa.
Ha chiaramente capito di non stargli a genio, e credo che sia reciproco.
«Sono venuta a bere qualcosa con lui emh... Harry.» rispondo impacciata, con la costante paura della reazione che potrebbe avere mia madre riguardo al riccio.
Harry gli lancia un finto sorriso, ma mia madre lo guarda storto per la centesima volta nel giro di pochi minuti.
Mia madre mi prende per il polso e mi trascina a qualche metro di distanza per parlare da sole, cosicché Harry non possa sentirci.
«Caroline, cara, chi diamine è quel ragazzo?» chiede con un'espressione di disgusto.
Alzo gli occhi al cielo: «È un amico.»
«Se fossi in te non girerei con gente del genere, non voglio che ti succeda nulla.» spiega, osservando meglio la felpa che indosso.
«E da dove spunta fuori questo straccio? Dove sono i tuoi vestiti?» domanda irritata.
«È una sua felpa.» dico indicando Harry, che batte il piede insistentemente sull'asfalto. «Me l'ha imprestata.»
«Avete dormito assieme?» sgrana gli occhi e per poco non le rido in faccia.
«Non abbiamo dormito assieme, come ti viene in mente una cosa del genere?» in effetti è la verità, ho dormito da Harry, non con Harry.
«Non osare più a metterti addosso queste cose.» prende l'orlo della felpa e fa un'altra espressione di disgusto.
Sbuffo silenziosamente e faccio per salutarla, ma mia madre mi ferma.
«Caroline, che hai sotto la felpa?» domanda acida.
Corrugo la fronte e per un momento non capisco, ma poi mi si accende la lampadina: il tatuaggio.
Merda, merda, merda, merda, la mia testa non pensa ad altro che non sia merda, merda, merda.
Rimango in silenzio, non so che dire, non so che fare, sono nel panico.
Mi scosta i capelli e le ritraggo subito la mano.
«Mamma smettila di comportarti come se avessi dodici anni.» le urlo contro. «Ormai sono grande quindi smettila di comandarmi a bacchetta.»
«Che diamine ti salta in mente? Farti un tatuaggio? Ma stai scherzando?» il suo tono di voce si è alzato drasticamente, non l'avevo mai vista così furiosa.
Si avvicina ad Harry e le punta un dito contro: «È colpa tua, oh sì. Tu stai rovinando mia figlia, la porti a letto con te e le dici di farsi un tatuaggio? Sei...» non le faccio finire la frase, che le ritraggo la mano e difendo il riccio.
«Basta! Non mi ha portata a letto e il tatuaggio l'ho fatto di mia spontanea volontà, quindi ora smettila di rompere le palle perché stai esagerando.» prendo Harry per il polso e ci dirigiamo verso la sua auto, evitando le varie minacce da parte di mia madre che non riesco a sentire data la lontananza.
«Scusami, non volevo che succedesse tutto questo.» dico preoccupata.
«È stato divertente.» sghignazza.
«Adoro vedere i genitori che litigano con i figli.» scuoto la testa e rido anche io.
Non mi aspettavo una reazione così da parte sua, pensavo che si sarebbe arrabbiato o che si rattristasse un po': lo hanno sempre trattato così.
Lo hanno sempre giudicato, pure i genitori di Holly lo hanno fatto e mi dispiace perché Harry è tutt'altro che una brutta persona.
Chi mai si sarebbe aspettato che ci avrebbe riso sopra?
«Mia madre mi ha appena inviato un messaggio.» dico ad Harry, aprendo il messaggio.
Cambia amici o sarò obbligata a farti cambiare campus.
«Cosa?» domando irritata e con un filo di preoccupazione.
Harry si gira verso di me e corruga la fronte.
«Ha detto che se non cambio amici mi farà cambiare campus.» sbuffo.
Non voglio cambiare campus, qua ho trovato persone fantastiche: qua c'è Harry.
«Non preoccuparti, l'importante è che non ti fai vedere con... Beh con nessuno, qui al campus praticamente tutti fumano, si drogano eccetera.» sghignazza, ma ritorna serio quando nota che sono davvero preoccupata. «Quando compi gli anni?»
Lo guardo interrogativo, ma rispondo comunque: «12 gennaio.»
«Allora non farti vedere in giro da tua madre con nessuno per ancora due mesi finché non compi 18 anni, poi non potrà più fare nulla.» credo che sia ragionevole come cosa.
Non sarà facile non farmi vedere in giro con nessuno, insomma, da mia madre mi potrei aspettare di tutto.
Potrebbe avvertire i professori e dirgli di controllarmi, potrebbe perfino pagare una ragazza del campus per vedere con chi vado in giro.
La conosco troppo bene e sono sicurissima che potrebbe fare un miliardo di cose, ma ci riuscirò.
Dovrò solo aspettare due mesi e poi, compiuti i 18 anni, potrò rimanere al campus.
Non avrà più nessun controllo su di me, sarò maggiorenne e in grado di prendere decisioni da sola.
Il preside non mi potrà mandare via dal campus se non sono io che lo vorrò.
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My drug » h.s.
Fanfiction[...] Le sposto una ciocca di capelli dietro l'orecchio e la vedo sorridere e poi passarsi la lingua sulle labbra per ammorbidirle. Non resisto più, il mio autocontrollo è sotto zero: le prendo il viso fra le mani e la bacio, chiedendo con la lingua...