10 - lost

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«Che cosa non ti è chiaro della frase 'sono cazzi miei' ?» sbuffa, gettando a terra la sigaretta che ormai era arrivata a consumarsi fino al filtro.

«Ti ho solo chiesto, cazzo. Voglio solamente aiutarti.» sto iniziando a perdere la pazienza, questo ragazzo è insopportabile.

Prima è arrabbiato, poi ti chiede scusa e infine si arrabbia nuovamente con te.

Ma che problemi ha?

«Non ho bisogno del tuo aiuto.» il suo sguardo mi fulmina per la millesima volta nel giro di pochi minuti, cerco di tenergli testa ma è difficile.

Il suo sguardo mi scruta attentamente e io, ogni volta che lo guardo negli occhi, non riesco mai a concentrarmi.

«Sei davvero odioso, lo sai? È per questo che nessuna ragazza vuole stare con te, perché non riesce a sopportarti, perché sei...»

«Zitta cazzo, stai zitta! Tu non sai nulla di me, non sai niente di quello che mi è successo, devi startene zitta.» si è alzato dalla sedia puntando il dito contro di me e la paura non ha fatto altro che accrescere, non lo avevo mai visto così furioso.

Scuoto la testa e mi alzo dalla sedia: «Senti, vaffanculo.» urlo, per poi girarmi e camminare a passo svelto verso la recinzione.

Nessuno mi è mai stato antipatico.

Certo, ho avuto delle preferenze, ma non ho mai odiato nessuno.

Beh, prima di conoscere Harry l'Antipatico Styles.

La cosa che mi fa imbestialire più di tutte è che, alla festa, abbiamo chiacchierato tranquillamente e ci siamo fatti pure qualche risata, e il giorno dopo siamo ritornati a capolinea.

Non riesco a capire cosa gli passi per la testa, perché deve comportarsi con me in questo modo?

Non mi conosce nemmeno.

Nessuno è mai riuscito a conoscermi.

Solo dopo aver cacciato tutti i pensieri dalla mia testa, mi rendo conto che sto camminando a vuoto nel boschetto.

Non stavo seguendo il sentiero, ero troppo arrabbiata e presa dai pensieri per concentrarmi.

Cerco nelle tasche della felpa e dei jeans il mio cellulare, ma non lo trovo.

Mi batto una mano sulla fronte nell'esatto momento in cui mi ricordo di averlo lasciato nella stanza.

Mi sono persa e non ho nemmeno un telefono per chiamare qualcuno.

Ma adesso che ci penso: chi avrei chiamato?

Gli unici che conosco sono Harry e Jade, ma non ho il numero di nessuno dei due.

Sbuffo per la centesima volta in pochi minuti e cerco di orientarmi, ma ci sono solo alberi.

Mi giro e eseguo la strada al contrario, sperando di ricordarmela, così da ritornare alla casetta e seguire il sentiero da lì.

Riesco, finalmente, a trovarla, è proprio davanti a me.

Mi rendo conto che avevo sbagliato completamente strada, dato che non mi sono ritrovata la facciata principale della casetta, infatti sono dietro, nella parte opposta a dove dovrei essere.

Mi avvicino lentamente scalciando qualche ciottolo, ma poi mi fermo.

Harry è ancora qua.

Mi appoggio alla parete e sporgo la testa per vederlo meglio.

È girato di spalle e sta parlando al telefono con qualcuno.

«Sono scappato... Lo so, ma sai cosa è successo un anno fa... Non me la sentivo di rimanere... Smettila... Non ci vado da lui, digli che passo un'altra volta... Non me ne frega un cazzo... Non mi sto piangendo addosso, smettila di rompere le palle, lo sai come mi sento... Ciao.» e lo vedo riattaccare, per poi seguire il sentiero per andare al campus.

Quella chiamata è davvero strana, so che c'è qualcosa sotto e ho la pazza voglia di scoprire di cosa si tratti, ma so per certo che Harry non me lo dirà mai.

Scuoto la testa come per lasciar scorrere i pensieri e seguo il riccio, facendo il minor rumore possibile.

Non voglio che mi veda, si arrabbierebbe ancor di più e scoprirebbe che ho ascoltato la sua telefonata.

Riesco ad arrivare negli appartamenti femminili senza farmi notare da Harry.

Appena salgo le scale, noto che la porta non è chiusa a chiave, quindi Jade sarà già ritornata, dopotutto sono lei sei e mezzo di sera.

Appena entro, la trovo seduta sul letto e con le mani tra i capelli mentre sta singhiozzando.

«Che succede?» chiedo preoccupata, avvicinandomi e accarezzandole dolcemente la schiena, senza però vedere il suo viso che è coperto dai lunghi capelli biondo scuro.

«Nulla, davvero. Non preoccuparti.» vedo che si sta asciugando le lacrime con la mano e, scuotendo leggermente la testa, fa scostare i capelli mostrando il viso rigato dalle lacrime.

«Voglio starmene da sola, ti dispiace?» rimango spiazzata per qualche secondo dalla sua domanda.

Speravo che le facesse piacere avere il mio supporto e, magari, qualche mio consiglio.

«Certo, se hai qualche problema chiamami, io vado in biblioteca.» le accenno un sorriso e mi alzo dal letto che emette un cigolio.

Prendo il telefono e mi avvio verso la biblioteca che, da come ricordo, si trova davanti alla segreteria.

La raggiungo in cinque minuti, appena entro noto che è davvero enorme ed è a due piani.

Nella prima stanza c'è la bibliotecaria e accanto ci sono i tavoli in cui ci sono seduti un paio di ragazzi e ragazze.

Gli scaffali sono enormi e si trovano in fondo alla stanza.

Salgo le scale e la stanza è molto simile alla precedente, eccetto che le vetrate sono più grandi e luminose rispetto a prima.

Decido di cercare qualche libro interessante, ma la scelta è difficile, ce ne sono troppi.

Ho ormai girato tutti gli scaffali, quando finalmente penso di aver trovato qualcosa che possa piacermi.

Mi avvio verso un grande tavolo di legno scuro e mi siedo, iniziando a leggere il libro.

Per un primo momento la storia mi ha completamente catturato, ma non riesco a smettere di pensare a quello che è successo oggi.

Harry era arrabbiato e il suo umore cambiava da un momento all'altro, poi la sua chiamata mi ha fatto sorgere qualche dubbio e non capisco cosa gli sia capitato di così grave da doversi sfogare a tal punto di farsi pure male.

Mentre Jade era distrutta, le si leggeva in faccia, aveva il volto pieno di lacrime, gli occhi rossastri e gonfi per il pianto.

Mi è dispiaciuto che mi abbia detto che voleva starsene da sola, volevo aiutarla, darle qualche consiglio, chiederle del perché si sentisse così giù di morale, che cosa le stesse passando per la testa, se c'era un rimedio a tutto ciò, se io, potevo trovare un rimedio a tutto ciò.

My drug » h.s.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora