28 - first day in paris

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«Una camera per due.» Harry sta chiedendo una stanza ad una signora sulla cinquantina dietro al bancone di un grande hotel in centro a Parigi.

Ha i capelli biondi e a caschetto, un rossetto rosso opaco e una divisa nera che le aderisce al seno.

Ha voluto fare di testa sua e ha scelto di andare in un hotel così costoso e, tra l'altro, ha voluto pagare tutto lui; anche se gli avessi ripetuto più volte che avrei pagato la mia parte.

«Ecco, andiamo.» il riccio mi mostra le chiavi e mi alzo dal divanetto che si trovava a pochi passi dal bancone.

Prendiamo le nostre valigie e ci dirigiamo al quarto piano con l'aiuto dell'ascensore.

«Eccola.» con il fiatone mi indica una porta davanti a sè dal legno scuro.

La apre e ci si presenta una bellissima stanza: un grande letto matrimoniale appoggia sulla parete davanti a noi, mentre accanto ci sono due piccoli comodini bianchi e, alla nostra destra, una grande finestra illumina tutta la stanza lasciandoci la grandiosa vista della Torre Eiffel.

Entrando si riesce a vedere che c'è anche un armadio e, accanto, c'è una porta che, aprendola, ci porta ad un piccolo ma grazioso bagno.

«C'è pure la vasca idromassaggio, Harry! Quanto l'hai pagata questa stanza?» chiedo ridacchiando.

«Davvero?» domanda stupito, avvicinandosi alla porta per vederla.

«Vivremo per una settimana come dei vip, non lamentarti.» sghignazza, facendo ridere anche me.

«Comunque non c'erano stanze da due con i letti separati, spero non ti dispiaccia.» dice grattandosi il retro del collo.

«Nessun problema.» ammetto.

Perché dovrebbe darmi fastidio dormire con lui?

Mettiamo apposto gli indumenti e, dato che è ormai ora di pranzo, decidiamo di andare nella sala dell'hotel per mangiare qualcosa e, solo dopo, potremmo iniziare a visitare qualche monumento di Parigi.

«Come ti sembra questo posto?» mi domanda Harry, appena ci avviamo verso le strade di Parigi che brillano grazie alla luce del sole.

Ci sono molti negozi di abbigliamento dalle marche importanti.

La gente cammina osservando ogni vetrina che gli si capiti davanti, portando con sé qualche borsa.

«È bellissimo, mi piace ogni singola cosa.» ammetto, continuando a scrutare ogni cosa che mi passi davanti.

Ci sono tantissimi ristoranti dagli odori invitanti, tantissimi negozi d'abbigliamento in cui mi piacerebbe andare, molte mostre e musei.

Vorrei visitare questa città da cima a fondo con Harry, godermi ogni singolo secondo assieme a lui, ma sto chiedendo troppo.

«Fatto.» Harry viene verso di me con due biglietti in mano per salire in cima alla Torre Eiffel, quindi mi alzo dalla panchina accanto al monumento che andremo a visitare e seguiamo la coda di persone.

Saliamo dopo circa quindici minuti di coda, pensavo peggio data la quantità di persone.

Appena saliamo sull'ascensore dalle pareti vetrate, mi sale un senso di panico: ho sempre avuto paura delle altezze.

«Tutto okay?» mi domanda il riccio con fare preoccupato, scrutandomi attentamente con i suoi occhi verdi.

«Ho s-solo un po' paura delle altezze.» balbetto leggermente, avvicinandomi di più a lui.

Harry mi avvolge il retro del collo con un braccio e mi avvicina a lui, facendomi sentire già meglio.

Dopo qualche minuto siamo già sulla Torre Eiffel che scrutiamo la città dall'alto: si vedono le lunghe vie che la gente percorre per andare a fare compere o semplicemente per fare una passeggiata.

My drug » h.s.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora