Mi sono svegliata da circa venti minuti e sto pensando di andare a fare colazione in caffetteria dato che sono le nove del mattino.
Mi stupisco di essermi alzata così presto essendo andata a dormire alle due e mezzo di notte ed avendo, tra l'altro, bevuto.
Non do troppo peso alla cosa e prendo il telefono e qualche dollaro, sto morendo di fame quindi decido che forse è meglio se vado a mangiare qualcosa, invece di stare qua a pensare se andare o meno in caffetteria.
«Mhh.» sento un mugolio dietro di me e mi giro, vedendo che Jade si sta rigirando nel letto un paio di volte.
«Buongiorno.» sghignazzo.
Si stropiccia gli occhi e noto ancora un pizzico di rossore nei suoi occhi celesti.
«Non mi ricordo nulla, credo di aver bevuto troppo ieri sera. Cosa è successo o cosa ho fatto?» si siede sul letto e si passa una mano tra i capelli spettinati.
«Sì, direi che hai bevuto troppo.» sghignazzo.
«Ho dovuto riportarti fino alla macchina perché barcollavi, ti sei addormentata in auto e Harry ha dovuto portarti in camera.» la vedo sgranare gli occhi e battersi una mano sulla fronte.
«Oddio scusa, ti ho lasciata da sola con Harry, vi sarete insultati tutto il tempo.» scuoto leggermente la testa e le poggio una mano sulla spalla.
«Tranquilla, non ci siamo insultati.»
«Davvero?» mi guarda un po' sbalordita, anche io lo sono.
Non credevo che io ed Harry potessimo passare qualche minuto da soli senza insultarci.
«Abbiamo fatto qualche battuta, niente insulti, è stato strano.» ammetto.
Sono contenta che io ed Harry, almeno per una volta, non ci siamo insultati, forse riusciremo a diventare amici.
«Dove stavi andando?» Jade si alza dal letto e va nel bagno accanto, lasciando la porta aperta per poter parlare, mentre noto che si lava le mani.
«Stavo per andare a fare colazione, vuoi venire anche tu?» mi farebbe piacere un po' di compagnia, non conosco praticamente nessuno qui al campus se non Harry, ma non credo che la sua voglia di andare con me a fare colazione gli possa piacere, data la sua arroganza.
«Certo, aspettami dieci minuti che mi preparo.» chiude la porta sparendo.
Acconsento, sedendomi sul letto e osservando la porta del bagno chiusa davanti a me.
Non faccio a meno di pensare a ieri sera, alle risate che ci siamo fatti io e Harry in quei pochi minuti che mi sono sembrati un eternità.
Le nostre risate assieme erano bellissime, o forse solo la sua.
Non mi tolgo dalla testa il suo viso mentre allarga un sorriso e si intravedevano le fossette nella penombra, quelle dannate fossette che io dannatamente sto amando sempre di più.
Vedo Jade uscire dal bagno e aprire le ante dell'armadio, prendendo i primi vestiti che le capitano fra le mani e indossandoli di fretta.
Indossa dei semplici blue jeans, una felpa e delle scarpe comode.
«Perfetto, possiamo andare.» prende il telefono e il taccuino e ci dirigiamo alla caffetteria superando quasi tutto il cortile con passo svelto.
Entrambe ordiniamo una brioche al cioccolato e un succo di frutta, siamo molto simili nei gusti.
«Ti ricordi cosa hai fatto ieri?» rompe il silenzio, nel frattempo che io sto deglutendo l'ultimo morso della mia colazione.
«Dovrei?» chiedo, corrugando la fronte e non capendo a cosa si stia riferendo.
«Hai provato per la prima volta a ...» non fa in tempo a finire la frase perché le tappo la bocca con la mano, guardandomi attorno.
«Non voglio che lo sappiano tutti.»
«Tranquilla, non lo saprà nessuno.» mi sorride dolcemente e ricambio.
«Nemmeno Harry lo deve sapere, poi ti chiederebbe chi te l'ha fornita e si verrebbe a scoprire che sono stata io.» sussurra in modo da non farsi sentire dagli altri studenti presenti nella caffetteria.
«Okay, ma perché non vuoi che lo sappia?» chiedo curiosa.
«Non posso dirlo, è una storia lunghissima e privata di Harry, scusami.»
«Oh, tranquilla.» le accenno un piccolo sorriso, fingendo che mi sia indifferente saperlo o meno, anche se dentro di me la curiosità sale sempre di più.
Mi chiedo per quale assurdo motivo non me lo voglia di dire, forse perché ci conosciamo da poco e non si fida ancora di me, ormai abbiamo legato molto, pensavo che non avesse problemi a dirmi qualsiasi cosa.
Scrollo le spalle e finisco il succo di frutta, per poi controllare il cellulare.
«Andiamo in stanza?» le chiedo, mentre noto che sta messaggiando con qualcuno.
«Scusa Caroline, devo incontrarmi con un'amico qui al campus. Ritornerò questa sera, spero non ti dispiaccia.» accenna un piccolo sorriso, questa ragazza sorride davvero troppo.
«Tranquilla.» le dico, alzandomi e dandole un casto bacio sulla guancia, per poi dirigermi a piedi verso la camera.
«Harry?» appena entro mi ritrovo la figura del riccio mentre è seduto sul mio letto che si sta tormentando i capelli, sembra frustato, ma non ho idea di quale sia il motivo.
Dovrò chiudere la porta a chiave la prossima volta, altrimenti me lo ritroverò qui ogni giorno.
«Sai dov'è Jade?»
«Ha detto che doveva incontrarsi con un suo amico del campus.» chiudo la porta e mi avvicino al mio letto, mi siedo accanto ad Harry, lasciando uno spazio tra di noi.
Lo vedo alzarsi e corrugo la fronte.
«Okay.» risponde semplicemente, mentre dalla tasca dei jeans ha sfilato il telefono e sta scrivendo qualcosa.
«Era proprio ubriaca ieri.» ridacchio, cercando di creare una conversazione tra di noi, ho voglia di compagnia.
Alza lo sguardo e mi squadra un attimo, per poi riposarlo sul suo telefono.
«Già.» dice infine, aprendo la porta e uscendo dalla stanza.
Non capisco per quale assurdo motivo si sia comportato così, cosa ho detto di male?
Fino a ieri sera sembrava che tra di noi non ci potessero più essere litigi o insulti, ma a quanto pare mi sbagliavo.
Quel tipo è davvero strano, prima ride insieme a me, poi quando cerco di creare una conversazione e scambiarci qualche risata, non mi degna neanche di uno sguardo, se non per guardarmi male.
Incomincio a chiedermi che cosa gli passi per la testa.
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My drug » h.s.
Fanfiction[...] Le sposto una ciocca di capelli dietro l'orecchio e la vedo sorridere e poi passarsi la lingua sulle labbra per ammorbidirle. Non resisto più, il mio autocontrollo è sotto zero: le prendo il viso fra le mani e la bacio, chiedendo con la lingua...