Capitolo 2: Dorinne

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MODIFICATO

Passata una settimana, il sabato pomeriggio io e Luca andammo al maneggio per la solita lezione. Io non mettevo piede in scuderia dal giorno in cui avevo montato Piccadilly ed ero curiosa di vedere la cavalla nuova.
Stavolta Sofia non era venuta con noi, perciò non avevano dovuto accompagnarci in macchina, perché quando eravamo solo io e Luca andavamo con la sua moto.
Scesi dal mezzo e mi misi lo zaino in spalla, passando il casco a Lu.
Mentre lo aspettavo sentii dei rumori dal rettangolo dei box. Aggrottai le sopracciglia. <<Ehi Lu, lo senti?>> gli chiesi.
Lui si mise in ascolto ed annuì. <<Sembra che un cavallo stia dando filo da torcere ai ragazzi>>
<<Già...>>
Ci dirigemmo verso la scuderia, da dove provenivano nitriti acuti e grida. Quando svoltammo l'angolo restai a bocca aperta: una cavalla baio oscuro con un puntino bianco sulla fronte e occhi nerissimi si impennava e cercava di allontanarsi dagli uomini che l'accerchiavano e che tentavano di trattenerla.
Luca, accanto a me, sbarrò gli occhi.
<<E così quella sarebbe la cavalla nuova?!>> esclamai. <<Mauro deve essere impazzito se pensa di farmela montare>>
Lu mi guardò con un sorriso. <<Io non credo: tu sei un'amazzone eccezionale e sai sempre come trattare ogni cavallo, e soprattutto sai farti accettare. Lo dici sempre: una volta conquistata la sua fiducia, non c'è niente che un cavallo non possa fare per te>> volse di nuovo lo sguardo alla cavalla. <<Credo sia per questo che Mauro vuole che provi a montarla; se c'è qualcuno che può riuscirci, quella sei tu>>
Gli sorrisi grata e lo baciai sulla guancia per poi avvicinarmi al cerchio di uomini. Intravidi Mauro, che osservava la scena con la fronte corrugata e le braccia conserte, e lo raggiunsi.
<<Tu sei certo che io debba montare lei, vero?>> chiesi senza quasi salutarlo.
<<Assolutamente>> sorrise. <<Ce la farai, ne sono certo>>
Rimasi in silenzio per un minuto. <<Come si chiama?>> chiesi poi.
<<Dorinne>>
Sorrisi. <<Un bel nome>>
Lu ci raggiuse e salutò Mauro. <<Inizio a preparare Balèm?>>
Il mio istruttore annuì. <<Prima però voglio calmarla... pensi di riuscirci?>> si rivolse a me.
Annuii. <<Ci proverò>>
Feci allontanare tutti dalla cavalla, che mi guardò con sospetto. Tesi lentamente la mano destra e avanzai piano piano verso di lei. Rimase immobile, con le orecchie tese all'indietro. Ad un paio di metri da lei, Dorinne nitrì minacciosa e scattò in avanti, verso di me.
Abbassai la mano e restai al mio posto mentre la cavalla si avvicinava e scartava all'ultimo. Scossi la testa, capendo il problema dell'animale. Chiusi gli occhi e mi sedetti a terra con le gambe incrociate, aspettando. Dopo dieci minuti sentii finalmente un respiro caldo sfiorarmi il volto; alzai lentamente le mani e aprii gli occhi, tenendoli bassi.
Dorinne annusò incuriosita le mie mani e si fece accarezzare sul muso.
Mi rimisi lentamente in piedi e alzai lo sguardo, trovando gli occhi neri di Dorinne che mi scrutavano. <<Allora, ci siamo calmate?>> dissi dolcemente con un piccolo sorriso sulle labbra. <<Vieni con me>>
La condussi delicatamente verso il suo box, la legai all'anello e presi una spazzola, iniziando a strigliarla, attenta a non fare movimenti bruschi.
Dorinne era tesa, lo sentivo sotto il mio tocco; non sapendo cos'altro fare per metterla a suo agio, iniziai a parlarle, di me, della mia passione per i cavalli, della mia gioia quando ero al maneggio, ma anche delle mie paure, dei miei sentimenti e dei miei problemi.
La cavalla ascoltava e percepivo che sotto il mio tocco e il suono della mia voce si rilassava.
La sellai e strinsi leggermente il sottopancia, sempre parlando; presi la testiera, sfilai dolcemente la capezza a Dorinne e le misi il morso, cercando di non forzarla, infine le infilai i paracolpi e la pettorina. Sembrava tranquilla.
Richiamai l'attenzione di Luca con un cenno e gli chiesi di portarmi i guanti ed il cap.
Montai in sella. Dorinne sembrava quasi avere paura e aggrottai le sopracciglia: Mauro mi aveva assicurato che aveva fatto molti concorsi di salto ostacoli, anche importanti, con ottimi piazzamenti.
Sfiorai leggermente i suoi fianchi con i talloni e lei iniziò a camminare velocemente. Tirai le redini per rallentare, ma scosse la testa. Forse avevo tirato troppo?
Luca mi si affiancò in sella a Balèm. <<Come va?>> mi chiese.
<<Bene, credo... ma mi sembra che abbia paura, come se non si fidasse più delle persone...>> risposi esitando.
Quando arrivammo in campo Mauro si avvicinò a Dorinne e strinse la sella, mentre io la accarezzavo per tenerla buona.
<<Okay, fatto>> disse indietreggiando. <<Oggi lavora in piano; gestisci tu ogni cosa, io non ti darò alcuna indicazione>>
Lo guardai esterrefatta. <<Mauro, non so niente di lei! Come farò a montarla nel modo giusto?>> esclamai.
<<Affidati al tuo istinto>> mi suggerì. <<Ti avverto solo che ha una bocca molto delicata, perciò attenta a non tirare troppo e a non appenderti alle redini. Ora vai. Luca, tu riscalda Balèm e poi vieni su queste barriere a terra prima quattro volte al trotto e dopo quattro volte al galoppo>>
<<Va bene>>
Non avevo davvero idea di cosa fare. Alla fine mi limitai a comportarmi normalmente, cercando però di essere il più delicata possibile con le mani e le gambe. Dorinne rispondeva abbastanza bene, anche se era ancora nervosa. Il problema arrivò con il galoppo: iniziava a scappare dopo poche falcate e dovevo richiamarla, ma allungava sempre il collo e scuoteva la testa. Decisi di passare ad un'altra tecnica; con le redini ben tese, iniziai a guidare Dorinne con le gambe, facendole intendere con la posizione del corpo quando rallentare o fermarsi.
Andò molto meglio e la sentii più tranquilla.
Finita l'ora scesi di sella e accarezzai la cavalla sul muso. <<Allora sei brava, piccola peste>> ridacchiai.
All'improvviso sentii un movimento alle mie spalle e due grandi mani si posarono sui miei occhi. <<Ciao piccola>>
Sorrisi: avrei riconosciuto ovunque quella voce. <<Ciao Lu>> risposi appoggiandomi al suo petto.
Mi abbracciò da dietro e gli diedi un piccolo bacio sulla guancia. <<Sei andata bene>> mi sussurrò.
<<Già, sono contenta>> dissi e mi staccai, portando Dorinne alle docce.
<<Con te sembra più rilassata...>> osservò mentre aprivo l'acqua e le toglievo la terra dagli zoccoli.
<<Dici?>>
Lu annuì. In quel momento arrivò Mauro e batté le mani in un piccolo applauso. <<I miei più vivi complimenti! Sei riuscita a montarla senza molti problemi; con me ha fatto un'infinità di storie...>>
Arrossii; non capitava spesso che il mio istruttore mi facesse un complimento del genere.
<<Facciamo asciugare i cavalli e poi andiamo a casa, va bene?>> chiese Luca.
<<Certamente. Camilla, ti andrebbe di venire più volte a settimana per montare Dorinne? A quanto pare io non sono la persona adatta. Magari vieni con Luca>>
Sorrisi, annuendo. <<Si, mi piacerebbe. Ne parlo con i miei e ti mando un messaggio di conferma>>
<<Perfetto>> Fece per andarsene, poi sembrò di ricordarsi di qualcosa e, voltandosi, ci disse: <<comunque state proprio bene insieme!>>
Io diventai più rossa di un pomodoro maturo, e Luca era messo perfino peggio di me. <<Mauro noi non stiamo insieme>> esclamammo in coro.
Lui ci guardò perplesso. <<Ah no? Strano...>> e se ne andò borbottando tra sé e scuotendo piano il capo. Cosa gli passava per la testa?

[Mauro]
"Ah, giovani; non riescono proprio a capire che si piacciono..." pensai divertito. Era un peccato, starebbero benissimo insieme. Bastava guadarli: il sorriso di Camilla quando era con Luca, lo scintillio negli occhi del ragazzo quando lei rideva, i gesti affettuosi e le occhiate complici...
Scossi la testa; l'avrebbero capito da soli.
Poi pensai a Dorinne; non sapevo cosa fare con lei, fino a quando non era arrivata Camilla, che sembrava averla capita subito. "Quella ragazza ha un dono speciale, ed è per questo che Dorinne si è fidata di lei. Vedremo come se la caverà le prossime volte e chissà... magari potrei anche farle una sorpresa..."

[Camilla]
A casa di Sof e Lu stavo ancora pensando alle parole di Mauro... sarebbe stato bello che avesse ragione; mi rigirai nel letto della mia Best mentre le raccontavo tutto.
<<Mauro ha capito tutto!>> sentenziò.
<<Magari Sof...>> nascosi la testa sotto il cuscino.
<<Cami, andiamo non fare così. Secondo me anche Luca è innamorato di te>>
Non feci caso a quell'affermazione: erano solo parole di circostanza che Sofia aveva utilizzato per cercare di consolarmi.
<<Facciamo una cosa>> disse, levandomi il cuscino dal volto. Grugnii infastidita.
<<Farò una bella chiacchierata col mio fratellone e lo costringerò a dirmi se gli piaci>> mi fece l'occhiolino.
Io risi e la abbracciai forte: sapeva come farmi ridere.
Quando vidi Luca entrare in camera con solo i boxer addosso arrossii e distolsi lo sguardo. <<Lu, ti prego, quando dormo a casa tua potresti almeno metterti i pantaloni?>> esclamai, coprendomi il viso con le mani.
Lo sentii sbuffare. <<Agli ordini, Vostra Maestà>>
Sofia scoppiò a ridere. <<Vado a farmi una doccia anch'io. Lu, vedi di non mettermela incinta nel frattempo, non sono ancora pronta a diventare zia, grazie e arrivederci>>
Se la svignò prima che potessi lanciarle un cuscino in testa. Io e Lu scoppiammo a ridere. <<Ne avrei tutto il tempo però>> commentò, e non potei che dargli ragione: Sof ci metteva due ore a farsi una doccia completa.
Luca si infilò due pantaloni grigi di tuta e si stese sul letto, accanto a me.
<<Una maglietta no eh? Troppo disturbo>> ridacchiai, poggiando la testa sul suo petto nudo. Non che mi dispiacesse, sia chiaro.
Sorrise. <<Esatto>>
Sbuffai divertita e mi sistemai meglio contro di lui. Parlammo a lungo e ad un certo punto stavo per addormentarmi.
Lu se ne accorse, così disse: <<è ora di dormire, piccola; oggi ti sei stancata>>
Annuii sbadigliando e mi diede un bacio sulla fronte. Mugugnai di piacere. Quando ci staccammo, mi guardò negli occhi e cominciò ad avvicinarsi. Il respiro mi si fece pesante e gli guardai involontariamente le labbra.
Chiusi gli occhi quando la sua bocca si unì alla mia, in un bacio magnifico; mi sentii svenire: il suo tocco era dolce, morbido e delicato. Lo stomaco mi si attorcigliò dolorosamente e ne volevo sempre di più. Era molto meglio di tutte le mie fantasie.
Si staccò dopo un tempo indefinito e lo guardai negli occhi, stupita. Avevamo tutti e due il fiatone. Lu distolse lo sguardo e deglutì. <<Buonanotte piccola>> mormorò, e si alzò, andando verso il suo letto per poi mettersi sotto le coperte e darmi le spalle. Sprofondai nelle coperte, portandomi le mani alla bocca: Lu mi aveva dato un bacio... il mio primo bacio...

[Luca]
"Non posso crederci, l'ho fatto. L'ho baciata." Pensai stupito. Ero un coglione: era il suo primo bacio ed io gliel'avevo rubato. Cazzo, non riuscivo a togliermi dalla mente quelle labbra stupende: ma come poteva un semplice bacio a stampo farmi quell'effetto? "Ho sbagliato, ho sbagliato... lei non è innamorata di me, e il suo sguardo stupito diceva tutto."
Il giorno dopo avrei chiamato Rebecca, mi dovevo togliere Camilla dalla testa; Rebecca era stata la mia prima ragazza, la mia prima volta era stata con lei, ma dopo qualche tempo l'avevo lasciata, sia perché avevo capito di non amarla, sia perché stava diventando davvero assillante. Era una delle tante... ragazze facili... della scuola, ma si era sempre dimostrata interessata a me. Avevo bisogno di distrarmi, e Rebecca era bravissima in questo. Mi rigirai nel letto, scacciando quei pensieri, e, con qualche difficoltà, mi addormentai.

Una Cavalla Difficile {Wattys2017}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora