MODIFICATO
Ero nei guai. Ero sicuramente nei guai.
O meglio, Matteo stava per morire.
<<Camilla, cos'è successo?>>
Luca non mi chiamava mai col mio nome intero, e quando lo faceva sapevo che non l'avrei passata liscia.
Mi morsi il labbro, abbassando lo sguardo. Sentii i suoi passi avvicinarsi e le sue mani posarsi sulle mie guance, alzandomi il viso.
Lo guardai negli occhi, che scoprii essere pieni di paura, rabbia e preoccupazione.
<<Piccola, cos'è successo?>> mi chiese, stavolta in un sussurro.
Ancorai le braccia attorno al suo collo, baciandolo dolcemente, per rassicurarlo. Spostò le mani dal mio volto alla mia vita, stringendomi possessivamente a sé, e cerco di approfondire il bacio, ma negai, non volendo affrettare il ritmo.
Lo sentii grugnire contrariato e ridacchiai, staccandomi. Lu sfiorò con i polpastrelli i segni sul mio collo. Piegò il capo e li bacio uno ad uno, piano, cercando di farmi male. Sospirai, intrecciando le dita nei suoi capelli, accarezzandoli.
Dopo un po' si allontanò, guardandomi negli occhi. Era più calmo, lo vedevo, ma sapevo anche che se gli avessi detto dell'aggressione di Matteo come minimo l'avrebbe ammazzato.
<<Mi vuoi spiegare?>> insistette Luca.
Alla fine annuii con un sospiro. <<Devi promettermi però che non farai mosse stupide o avventate>>
Alzò un sopracciglio, come per chiedere spiegazioni.
<<Promettimelo>> insistei e Lu annuì con uno sbuffo.
Mi morsi nuovamente il labbro. << Matteo. Mi ha minacciata con una mano sul collo>> preferii evitare di dirgli che aveva rischiato di uccidermi.
<<Lui ha fatto cosa?!>> urlò lui. Sobbalzai dallo spavento prima di scuotere la testa rassegnata. Era ovvio che avrebbe avuto quella reazione.
<<Io lo ammazzo! Quel verme non si deve neanche azzardare a sfiorarti!>>
<<Lu!>> lo richiamai e lui si bloccò, con uno sguardo infuocato. <<Calmati ti prego. Stavolta è stata colpa mia: l'ho stuzzicato e fatto arrabbiare>>
<<Ma questo non gli dava il permesso di metterti le mani addosso!>>
Gli presi il volto tra le mani. <<Lu, guardami ti prego>>
Lui alzò riluttante i suoi bellissimi occhi azzurri. <<Sono qui, sto bene; nient'altro conta, okay?>> lo rassicurai dolcemente.
Esitò qualche istante, poi chiuse gli occhi e annuì, lasciandomi. Risposi piano, prima di mordergli il labbro e staccarmi sorridendo maliziosa.
Sorrise anche lui, ma la sua rabbia non si era placata, lo sapevo bene, e aspettava solo un pretesto per esplodere.~
<<Non lo so... Matteo è misterioso, come se non volesse che qualcuno sappia cos'ha passato, o chi è lui in realtà...>> riflettei ad alta voce, mentre coccolavo Dorinne e Luca stava steso su Balèm.
Fece una smorfia. <<Perché stai parlando ancora di quel coglione?>> chiese scocciato.
<<Perché voglio capirlo>> ribattei con una linguaccia. <<Mi sembra strano che si comporti in quel modo, tutto qui>> continuai alzando le spalle.
Luca sbuffò rumorosamente e in tutta risposta gli lanciai addosso un po' di paglia, ridendo divertita.
<<Ehi!>> esclamò, raddrizzando di scatto il busto. Si spazzolò i capelli, guardandomi con sguardo assassino. Gli feci gli occhi da cucciolo e lui mise il broncio. Lo misi anch'io e lo vidi sforzarsi per non ridere. Tirai fuori il labbro inferiore e Luca cedette, scoppiando a ridere.
Risi anch'io, salendo su Dorinne, che sopportò con uno sbuffo. Le diedi un bacio sul collo, coccolandola e strapazzandola per bene.
Nitrì in apprezzamento e scrollò il capo. Chiusi gli occhi.
<<Piccola...>> mi chiamò il mio ragazzo.
<<Mmh?>>
<<Hai ancora quella brutta sensazione? Perché adesso ce l'ho anch'io...>> mi confessò con una smorfia, lo sguardo perso nel vuoto.
<<In effetti, ora che mi ci fai pensare, si...>> risposi preoccupata. <<Non riesco proprio a capire cosa stia succedendo oggi...>>
Luca sospirò, posando il mento sulla criniera di Balèm. <<Chissà perché qualcosa mi dice che c'entra quel bastardo di Matteo>> commentò acido.
Gli scoccai un'occhiataccia. <<Hai sentito cosa ha detto Rebecca; io aspetterei a giudicarlo>>
<<Aspettare?! Piccola, ti ha messo le mani addosso! Non so neanche come sia possibile che io non lo abbia ancora ammazzato>>
Roteai gli occhi. <<Lu per favore, ne abbiamo già parlato... lasciamo perdere>>
Fece per ribattere quando Mauro comparve all'improvviso. <<Non ci credo, siete ancora su quei poveri cavalli... lasciateli stare per qualche minuto!>>
Scoppiammo a ridere, tornando con i piedi a terra. <<Che ore sono?>> chiesi.
<<Le 20, abbiamo ordinato due pizze anche per voi>> sorrise Mauro.
Aprii bocca ma lui mi interruppe. <<Patapizza per te e diavola per Luca, lo so; abbiamo già fatto tutto. Arriveranno tra cinque minuti perciò andate almeno a lavarvi le mani e raggiungeteci al tavolo>> detto questo se ne andò.
Diedi un ultimo bacio a Dorinne e andammo a mangiare.
L'atmosfera che si respirava era allegra. Tutti mangiavano e chiacchieravano, raccontando aneddoti divertenti ed esperienze passate. Io ero seduta tra Luca e Mauro, con la testa di Nico poggiata sulle gambe per cercare qualcosa da sgranocchiare.
Per inciso, Nico è uno dei tanti pastori tedeschi del maneggio, nonché mio preferito. Ogni tanto gli lanciavo una crosta e lui mi ringraziava con un piccolo guaito o una leccata alla mia mano. Mi stavo divertendo moltissimo, ma un peso sullo stomaco continuava a tormentarmi. Mi agitai sulla sedia, a disagio.
Lu su avvicinò al mio orecchio. <<Tutto bene? Sei irrequieta...>> chiese in un sussurro.
<<C'è qualcosa che non va, ne sono certa>> mormorai a mia volta.
Aggrottò le sopracciglia e fece per rispondere quando gli sono il telefono. Lo tirò fuori dalla tasca. <<Rebecca?>>
"Cosa?"
Ci scambiamo un'occhiata e contemporaneamente ci alzammo, allontanandoci per sentire meglio.
Luca accettò la chiamata e mise il vivavoce. <<Reb?>>
Dall'altra parte provenivano solo rumori confusi. Poi due voci, una era spaventata, l'altra sembrava ubriaca.
"No lasciami!"
Rebecca.
Rumori, sedie che sbattevano, vetri rotti, un urlo spaventato.
"Matteo, vattene, va via da casa mia"
"Perché sei così cattiva? Una volta eri così disponibile..." Matteo era palesemente ubriaco.
"Te l'ho detto, io non sono più così. Lasciami! Non osare toccarmi!"
Non ci fu bisogno di parlare.
Luca scattò verso la moto ed io mi precipitai da Mauro, che mi guardò preoccupato. <<Camilla che succede?>>
<<Un'emergenza>> risposi in fretta. <<Rebecca ha un problema. Grazie per la pizza>> e senza neanche dargli il tempo di rispondere corsi da Lu.
Nel frattempo scrissi velocemente un messaggio a Sofia: -emergenza da Becca, vieni subito.-
Mettendomi il casco, montai velocemente sulla moto, che partì sgommando.
"Resisti Reb, stiamo arrivando".~
La porta di casa era aperta, e dall'interno provenivano urla e rumori di mobili sbattuti. Ci precipitammo entrambi dentro alla ricerca di Rebecca e Matteo; li trovammo in camera della ragazza che, ormai mezza nuda e in lacrime, cercava di sfuggire alla presa rude, ma anche incerta a causa dell'alcool, di Matteo.
<<Brutto pezzo di merda!>> esclamò Lu, gettandosi addosso a Matteo, costringendolo a lasciare Rebecca.
Io corsi da lei e l'abbracciai stretta, asciugandole le lacrime. <<Ehi, ehi... va tutto bene, sei al sicuro adesso...>>
Luca intanto aveva messo Matteo a terra e ci stava seduto a cavalcioni mentre gli sferrava pugni sul viso e sul petto. Il ragazzo cercava di difendersi come poteva, ma la forza di Lu era inarginabile, e la sbronza di certo non contribuiva.
Arrivò anche Sofia, che corse subito da noi ad abbracciarci.
Becca si voltò verso i due ragazzi a terra e sbarrò gli occhi rossi di pianto, mettendosi una mano davanti alla bocca. In un secondo si divincolò dalla nostra stretta e afferrò il braccio di Luca. <<Basta! Basta ti prego>> esclamò tra le lacrime.
Lui si voltò stupito e fece per contestare, ma lo bloccai mettendogli una mano sulla spalla e scuotendo la testa.
Serrò le labbra contrariato, ma si rimise in piedi, guardando il ragazzo a terra con sguardo assassino.
Rebecca si era subito inginocchiata accanto a lui, che si voltò gemendo a guardarla. Mi stupii nel notare due lacrime cadergli dagli occhi arrossati dall'alcool. "Chi sei davvero?"[Rebecca]
Matteo mi fissava, mentre due lacrime gli rigavano il volto mascolino e perfetto, anche se un po' tumefatto per i colpi ricevuti.
<<Perché Rebecca? Perché prima dici di amarmi e poi mi rifiuti? Cos'è, ti piace vedermi distrutto? Ti piace vedermi soffrire per te? È la tua vendetta immagino...>> sussurrò, in modo da farsi sentire solo da me.
"Mi ha sentita..." pensai timorosa. Scossi la testa. <<Io odio vederti soffrire, Matteo, ma non voglio neanche essere io quella a stare male a causa tua. Va' via, ti prego>> lo pregai.
Mi guardò, con degli occhi da cane bastonato che stavano per sciogliermi. <<Becca...>>
Ingoiai il groppo che avevo in gola e lo interruppi. <<Vattene Matteo>>
Abbassò lo sguardo e annuì mestamente, rialzandosi in piedi. Uscì barcollando dalla mia stanza e poi da casa mia, lasciandomi un vuoto enorme nel petto.
Chinai il capo e feci un respiro profondo per non piangere ancora.
Una mano si posò sulla mia spalla. Camilla. Mi voltai verso di lei, che sorrise rassicurante. <<Andiamo. Serata tra ragazze>>
Sorrisi a mia volta, un sorriso piccolo ma vero. <<Grazie>>
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Una Cavalla Difficile {Wattys2017}
RomanceMIGLIOR POSIZIONE: #1 in narrativa generale dal 17/06/17 al 22/06/17 #5 in narrativa generale il 4/12/16 #4 in narrativa generale il 12/1/17 #2 in narrativa generale il 22/06/17 Camilla è una ragazza come tante, con una grandissima passione per i ca...