MODIFICATO
[Camilla]
Erano mesi ormai che io e Luca non ci parlavamo. Ci limitavamo solo a delle occhiate da lontano, ma lui stava sempre con Rebecca ed io sempre con Sofia. Non avevo mai avuto tanti ammiratori come in quelle settimane, che venivano però puntualmente rifiutati. Non volevo loro; io volevo Lui. Ma per quanto lo amassi non potevo dimenticare quello che mi aveva fatto.
Però ero stanca, non ne potevo più di quella situazione: dovevamo chiarire, dovevo sapere. Dopo essermi consigliata con Sofia, decisi che avrei provato a parlargli al suo compleanno, che era proprio quella sera. La festa si sarebbe svolta al maneggio: i proprietari ci adoravano e ci mettevano sempre a disposizione un grande spazio verde poco lontano dalle scuderie. A quanto ne sapevo, aveva invitato mezza scuola.
Sospirai e mi guardai allo specchio: indossavo dei jeans scuri strappati in più punti, la maglietta bianca con la spallina scesa che mi aveva regalato Luca, le converse alte e traforate blu e, per coprirmi se avesse fatto freddo, la felpa che mi aveva regalato Giaki a Natale. I miei capelli erano raccolti in uno chignon disordinato, con il ciuffo ondulato che mi accarezzava il viso, pulito e senza un filo di trucco. Era un abbigliamento leggero, essendo già a metà maggio. Misi la borsa blu a tracolla proprio mentre Sofia entrava in camera mia. Lei indossava dei pantaloni neri, una maglietta grigia e una giacca in pelle nera. Ai piedi portava degli stivaletti alti e come trucco aveva fatto uno smokey eyes perfetto. Era sexy.
<<Best sei uno schianto>> esclamai e lei rise. <<Fidati, lo sei anche tu. Farai morire tutte di invidia!>> disse convinta.
<<Si come no, continua a sperarci che forse si avvera nei tuoi sogni più improbabili>> ribattei e lei sbuffò contrariata. <<Se ti mettessi un po' di trucco forse...>>
<<No!>> la interruppi. <<Non pensarci nemmeno, chiaro? Non mi metterai neanche un minimo di lucidalabbra>> le puntai il dito contro.
Sofia alzò le mani e roteò gli occhi. <<Cocciuta che non sei altra>> brontolò.
<<Lo so, grazie>> finsi di vantarmi. Sof rise e mi diede uno schiaffetto scherzoso sul fondoschiena, spingendomi fuori di casa dopo aver salutato i miei genitori, che ci guardavano come se avessero davanti due pazze. E mi sa che pazze lo eravamo davvero...
Arrivammo alla festa un po' in ritardo, ma Luca ci stava aspettando comunque.
Trattenni il fiato appena lo vidi: jeans strappati, maglietta bianca con il logo di una band che lasciava intravedere il fisico perfetto e i folti capelli neri spettinati come al solito. Se voleva farmi morire c'era riuscito.
Appena mi vide, ebbi l'impressione che i suoi occhi brillassero.
<<Auguri Lu>> dissi timida e leggermente a disagio, porgendogli il pacchetto: era da quando ci eravamo lasciati che non lo chiamavo più in quel modo. Vidi il suo sorriso aprirsi e diventare ancora più luminoso. Arrossii. Realizzai in quel momento che, anche se avessimo chiarito e fossimo tornati amici, niente sarebbe stato più come prima: troppi momenti avevamo passato insieme, troppi ricordi che io non volevo dimenticare, non potevo, perché lo amavo ancora, l'amavo con tutta me stessa, ed essere amici non mi bastava.
Intanto, Luca aveva aperto il regalo, ritrovandosi in mano il libro de "Lo Hobbit". I suoi occhi azzurri erano pieni di stupore e gratitudine. Mi abbracciò, talmente forte da non farmi respirare, ma avrei dato di tutto pur di restare per sempre tra le sue braccia. <<Grazie, piccola>> mi sussurrò all'orecchio, e in quel momento ero certa che il mio cuore sarebbe esploso.
Lo strinsi a me, quasi con disperazione, respirando il profumo della sua pelle che mi ricordava l'oceano.
<<Amoreee!>> Una voce acuta e irritante ci fece staccare e, vedendo la ragazza a cui apparteneva la voce attaccarsi al braccio di Luca, le lacrime fecero capolino. Rebecca.
"Stupida, stupida, stupida" mi dissi. Avrei dovuto immaginare che ci sarebbe stata anche lei: ormai formavano una coppia fissa. Quando ormai ero sul punto di piangere, decisi di andarmene. <<Vado qualche minuto a salutare Dorinne, scusate>> dissi congedandomi.
Luca mi guardò come se volesse scusarsi. Tuttavia annuì. <<Va bene; Mauro l'ha messa nel paddock grande assieme a Silver>> mi avvisò.
Alzai un sopracciglio. <<Silver?>>
Luca rise. <<Il grande stallone grigio sarà anche selvaggio, ma è cotto di Dorinne, e anche lei non gli è indifferente>>
Sorrisi: in effetti era ovvio che i due si piacessero. <<Grazie>> dissi e me ne andai alla svelta. Quando fui lontana tirai un sospiro di sollievo: era la prima conversazione che avevamo da quel giorno. Scossi la testa, scacciando quei pensieri.
Arrivata al paddock, mi appoggiai alla staccionata. Silver e Dorinne stavano giocando a rincorrersi: il grigio, in particolare, inseguiva la cavalla e le tirava scherzosamente la coda e la criniera, e qualche volta le mordicchiava un fianco. Ridacchiai divertita e fischiai, attirando la loro attenzione. Dorinne nitrì contenta e mi si avvicinò per ricevere le sue coccole.
<<Ciao piccola peste>> sorrisi, grattandola tra le froge. Le lasciai un bacio sul muso e chiusi gli occhi, lasciandomi cullare dal suo respiro regolare. Una lacrima solitaria mi rigò la guancia.
Dorinne se ne accorse e me la asciugò col muso, guardandomi poi con uno sguardo triste e confuso. <<Sto bene, piccola peste, non è niente>> la rassicurai e lei sbuffò piano.
Ci raggiunse anche Silver e gli accarezzai la guancia.
Dopo un po' di coccole me ne tornai alla festa. Sinceramente avrei preferito restare lì, da sola con i cavalli, ma avevo promesso a Sofia che mi sarei divertita e non mi sarei isolata. Mi feci forza e mi immersi tra corpi sudati e pigiati l'uno sull'altro che "ballavano". Sbuffai: sarebbe stato un inferno.
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Una Cavalla Difficile {Wattys2017}
RomanceMIGLIOR POSIZIONE: #1 in narrativa generale dal 17/06/17 al 22/06/17 #5 in narrativa generale il 4/12/16 #4 in narrativa generale il 12/1/17 #2 in narrativa generale il 22/06/17 Camilla è una ragazza come tante, con una grandissima passione per i ca...