Capitolo 16: un regalo speciale per Luca

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MODIFICATO

<<Dai Lu, sbrigati! Forza, sei lento come una lumaca!>> mi lamentai saltellando da una parte all'altra; lui mi guardò come se fossi pazza. <<Piccola sei sicura di non aver bevuto stamattina? Sei un po' troppo su di giri>> osservò alzando un sopracciglio.
Ridacchiai. <<Andiamo Lu; non ho mai bevuto in vita mia, e poi è Natale, voglio andare subito a fare gli auguri a Mauro, Dorinne, Silver e Balèm>>
Sorrise. <<Va bene, sistemo la moto e andiamo>>
Eravamo al maneggio, nel parcheggio, perché lui non si decideva a lasciare la moto: diceva di aver visto un graffio da qualche parte. Alzai gli occhi al cielo. "Da quando si preoccupa così della moto?" mi chiesi scocciata. Avevo però il sospetto che lo stesse facendo apposta.
C'erano anche le nostre famiglie.
Alla fine, dato che il mio ragazzo non si scollava da quell'ammasso di ferraglia, lo afferrai per un orecchio, iniziando a trascinarlo.
<<Ahi piccola, mi fai male! Mollami>> si lamentò, piegato in due.
Lo guardai storto, continuando a camminare spedita. <<Se non vuoi che ti arrivi un calcio nei gioielli di famiglia tappati la bocca e cammina>>
Lo vidi sbiancare e deglutire: sapeva che ne ero capace. Ghignai divertita. Lo lasciai andare appena fuori dalle scuderie e lui si massaggiò l'orecchio, facendo una smorfia di dolore che mi fece scoppiare a ridere.
<<Coraggio Lu, il tuo regalo ti aspetta>> sorrisi.
<<Il mio regalo? Cosa centra il mio regalo?>> chiese confuso.
Mi battei una mano sulla fronte: possibile che oggi stesse facendo il cretino? <<E poi dici a me che ho bevuto; tu piuttosto sei più stupido del solito>> commentai asciutta.
All'improvviso non sentii più la terra sotto i piedi e i miei occhi si ritrovarono a guardare la schiena di Lu, mentre lui mi teneva in spalla come un sacco di patate. <<Luca! Mettimi giù>> gridai.
Lo sentii ridere. <<Eh no piccola, mi hai chiamato stupido e ora ne paghi le conseguenze>>
<<Giuro che appena scendo di qui perderai la capacità di riprodurti>> ringhiai acida, scalciando.
Lui ghignò. <<Oh piccola, ma così non potrei più farti godere non credi?>> chiese malizioso.
Strabuzzai gli occhi, mentre il sangue mi affluiva sulle guance. "Non l'ha detto davvero davanti ai nostri genitori" pensai speranzosa, ma era una speranza vana: l'avevano sentito tutti perfettamente.
<<Lu!>> gridai imbarazzata, dandogli pugni leggeri sulla schiena. <<Sei impazzito del tutto?! Sei uno stupido coglione pervertito!>> strillai.
Mi spostò dalla sua spalla e mi fece avvolgere il suo busto con le gambe e il suo collo con le braccia, stampandomi un bacio a tradimento sulle labbra. <<Già, ma tu ami questo stupido coglione pervertito>>
Stavo per ribattere ma mi bloccò facendo unire nuovamente le nostre labbra. "Maledette farfalle" imprecai mentalmente quando Lu approfondì il bacio; portai le mie mani nei suoi capelli, tirandoli leggermente, e lui gemette in approvazione nella mia bocca.
<<Che schifo sorellona! Non voglio diventare zio a nove anni!>>
La voce di mio fratello mi fece interrompere di colpo il bacio, pur rimanendo in braccio a Lu, e mi voltai verso gli altri, rossa in viso: la famiglia di Lu e mia madre ci guardavano sorridendo, Giacomo con una faccia disgustata e mio padre, beh... mio padre ci guardava immobile e imbarazzato quanto me. Nascosi il viso nel collo di Lu, volendo scomparire.
<<Oh, quindi voi... avete già... ecco, beh... insomma...>> balbettò mio padre a disagio.
Luca rise. <<Direi di sì, Guido>> Gli tirai uno schiaffetto sulla spalla. <<Ahi! E questo perché?>> si lamentò.
Lo guardai significativamente e lui ridacchiò, baciandomi la fronte. Mi fece scendere e mi ricomposi imbarazzata. <<Allora... lo vogliamo vedere o no questo regalo?>> chiesi poi.
Luca annuì e lo presi per mano, conducendolo verso il box di Silver. <<Aspetta... non ci credo>> lo sentii sussurrare. Aprii il box e lo spinsi dentro, dove restò a bocca aperta quando vide il grigio con addosso una capezza che diceva il nome del cavallo e sotto quello del proprietario: Luca.

[Luca]
Non riuscivo a crederci: Silver era il mio regalo di Natale... avevo due cavalli fantastici, una famiglia benestante che mi voleva bene e una bellissima ragazza che mia amava: cosa potevo desiderare di più? Solo che non finisse mai.
Feci per qualche minuto le coccole a Silver, poi mi allontanai per salutare Balèm: infatti, anche se il grigio era un cavallo speciale, il castrone sauro avrebbe sempre avuto un posto di rilievo nel mio cuore.
Mentre davo pacche sul collo a Balèm vidi Camilla dare numerosi baci sul muso di Dorinne, sorridendo. Sorrisi a mia volta: avrei tanto voluto regalarle la cavalla per Natale, ma non era stato possibile; avevo parlato con Guido e Cristina, ma non erano convinti di poter sostenere le spese necessarie per pagare il mantenimento. Però stavano per cedere, poco ma sicuro.
Perciò avrei potuto organizzarmi per il suo prossimo compleanno... le avrebbe fatto di certo piacere: sapevo bene quanto teneva a quella cavalla.
Arrivò Mauro; dopo gli auguri e lo scambio dei regali, la mia ragazza prese la parola. <<Che ne dite se andiamo a farci una bella passeggiata nel bosco e nelle campagne qui intorno?>> chiese sorridendo.
<<Mi sembra un'ottima idea>> affermai.
Anche Mauro era d'accordo. <<Va bene; allora, io, Camilla, Luca e Giacomo a cavallo, gli altri a piedi>> rise.
I quattro adulti risero, facendo segno di no con la testa e agitando le mani, <<Oh no, grazie; noi ci sediamo da qualche parte al caldo e vi aspettiamo>> comunicò mia madre.
Sofia sbuffò. <<Siete i soliti pigroni. Io voglio venire, ma non mi va di essere l'unica a piedi>> protestò.
Mauro sorrise. <<C'è una bicicletta, o preferisci salire su Silver?>> la prese in giro, sapendo che aveva paura dell'altezza.
Lei sbiancò. <<La bicicletta andrà più che bene>> esclamò, correndo a prenderla.
Scossi la testa divertito mentre tiravo Balèm fuori dal box per sellarlo. <<Ma siamo sicuri che sia davvero mia sorella?>> chiesi.
Camilla mi tirò uno schiaffetto sul collo. <<Non si parla così della mia Best>> mi sgridò.
Alzai gli occhi al cielo. <<Oh, ma insomma, oggi ce l'avete tutti con me?!>> esclamai seccato facendo ridere tutti i presenti.
<<Dai Lu, quando hai finito con Balèm, metti la capezza a Silver, lo portiamo con noi; ormai è guarito. E potremmo... anche fare una corsetta>> sorrise Camilla.
Ricambiai. <<Buona idea, ci divertiremo>>
<<Ne sono certa>> rispose lei radiosa, e in quel momento volevo solo baciarla e non lasciarla più andare.

Una Cavalla Difficile {Wattys2017}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora