Capitolo 7: "fidati di me"

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MODIFICATO

<<Cosa facciamo oggi?>> mi chiese Luca sabato pomeriggio. Tenevo Dorinne per le briglie, mentre Lu era già in sella a Balèm.
Mauro stava seguendo i ragazzini più piccoli, quelli ancora alle prime armi, ma ci aveva lasciato libero il campo grande in erba. Potevamo fare quello che volevamo.
<<Pensavo prima di farle vedere i salti e poi provare con qualche barriera a terra, magari tra i pilieri, per farla abituare>> gli risposi.
<<Buona idea; noi lavoreremo sui salti, il mio campione è impaziente oggi>> sorrise e diede una pacca sul collo del castrone.
Annuii con un sorriso, quei due erano adorabili insieme.
Luca iniziò ad allenare Balèm, mentre io condussi Dorinne davanti ad un salto basso, accarezzandola e mormorandole parole dolci all'orecchio. <<Guarda, piccola peste: nessuno vuole farti del male. Ci siamo solo io, te e l'ostacolo. Mi hanno detto che quando eri con Lisa amavi saltare, correre... perché non provare a farcelo piacere di nuovo?>>
Dorinne mi ascoltava, come rapita, e decisi di avvicinarmi ancora di più all'ostacolo. La cavalla rimase tranquilla ed io sorrisi.
In quel momento Luca e Balèm iniziarono a saltare. Li indicai a Dorinne. <<Osservali, piccola peste>> le dissi. <<Vedi come si divertono? Come si sentono liberi? Anche tu eri libera, due anni fa... è il momento di riprendere la tua libertà, ed io ti sarò sempre accanto, fino a quando avrai bisogno di me, o fino a quando mi vorrai. Non sei sola, piccola peste: non dimenticarlo mai!>>
La guardai negli occhi e ci vidi passare un lampo di fierezza, mista a gratitudine e fiducia. Dorinne piegò il capo sbuffando e mi indicò la sella col muso. Sorrisi intenerita: quella cavalla sapeva sempre come sorprendermi; mi stavo affezionando al suo carattere ribelle, ma anche dolce, e tra noi si stava creando un legame che non avevo mai avuto con nessun altro cavallo.
Salii in sella e le cinsi il collo con le braccia. <<Non sei sola, piccola peste: ora che ti ho trovata non mi scappi più>>

[Dorinne]
Era strano... quella ragazza non assomigliava a nessun altro essere umano che avessi visto. Era speciale, unica. E stavo iniziando a fidarmi di lei, dopo che mi ero ripromessa di non abbassare mai più la guardia con gli umani.
Eppure, non potevo farne a meno.
Mi aveva catturata il suo atteggiamento, il suo carattere e il suo spirito; e quegli occhi, quegli occhi pieni di vita e incapaci di mentire. Quella ragazza non mi avrebbe abbandonata, come aveva fatto Lisa. No, avrei sempre potuto contare su di lei, me lo sentivo.
Quando salì sulla mia groppa e pronunciò quelle parole, io ci credetti. Ciò che mi aveva detto aveva risvegliato in me un fuoco, lo stesso fuoco che sentivo quando galoppavo e saltavo con Lisa, solo mille volte più grande, caldo e splendente.
La ragazza mi aveva promesso la libertà, ed io l'avrei riafferrata e tenuta stretta. L'avrei fatto anche per lei, perché fosse fiera di me: non l'avrei delusa.
Camilla mi fece riscaldare e mi condusse verso alcune barriere a terra al trotto. Cercai di stare attenta e non toccare il legno, ma quando esitai un istante, perdendo lo slancio per coprire, e nell'aria risuonò il "TOC" del mio zoccolo contro la barriera, mi irrigidii, timorosa della reazione della mia amazzone.
Lei, sorprendendomi, mi diede una pacca leggera sul collo e disse: <<scusa piccola peste, non ho aumentato a sufficienza il trotto>>
Mi voltai a guardarla stupita: ero stata io ad esitare, il ritmo c'era, e lei lo sapeva.
Camilla dovette percepire la mia incredulità, perché mi sussurrò all'orecchio: <<quando il tuo cavallo sbaglia, chiedigli scusa>>
Si rimise dritta e mi spronò al galoppo per tornare sulle barriere. Poi mi fece avvicinare ad un piccolo salto.
<<Che ne dici, piccola peste? Proviamo?> mi chiese.
Io rabbrividii, ma feci capire alla ragazza che ero pronta.
Mi fece fare un circolo e mi diressi verso il salto; arrivata però al punto di battuta mi tornò in mente l'implacabile frusta di Rita e scartai all'improvviso, tremando, nella mente le immagini della donna che mi aveva rovinato la vita.
Chiusi gli occhi, aspettandomi una frustata, ma al posto del dolore sentii solo una mano calda che mi accarezzava dolcemente il collo. <<Sta tranquilla, piccola peste, non fa niente. Ci riproviamo?>>
Sorrisi mentalmente per la dolcezza di quella giovane e per la sua capacità di farsi accettare da tutti. Ero ancora spaventata, però, temendo che se avessi sbagliato ancora lei o il ragazzo, che avevo notato controllava costantemente la mia amazzone, si sarebbero arrabbiati, o almeno stufati. Tremai al pensiero.
Camilla mi allontanò dal salto e vidi l'altro cavallo, Balèm, saltare un oxer e far cadere una barriera, ma il suo cavaliere non parve prendersela, anzi, non si diede per vinto e dopo aver sussurrato qualcosa all'orecchio del sauro gli diede una pacca affettuosa.
Saltarono nuovamente l'ostacolo, sistemato da uno stalliere, e lui si congratulò con Balèm quando lo superò con un grandissimo margine.
<<Ti do un consiglio, piccola peste>> mi sussurrò la mia amazzone. <<Butta il cuore oltre l'ostacolo e vallo a riprendere; ma niente scorciatoie o vie d'uscita, la strada è dritta davanti a te, e bisogna avere il coraggio di percorrerla fino in fondo. Nessuna paura, nessun ripensamento, siamo solo noi e il vento>>
Quelle parole mi si scolpirono nel cuore e, finalmente pronta, partii al galoppo per tornare sul salto.
Poche falcate prima i ricordi tornarono, ma la mano di Camilla si posò sul mio collo, tranquillizzandomi; mi stavo giocando il tutto e per tutto, e questa volta ce l'avrei fatta.
"Nessuna paura, nessun ripensamento, siamo solo noi e il vento" pensai e chiusi gli occhi, staccandomi finalmente dal suolo. Il tempo parve fermarsi e mi decisi ad aprire gli occhi: ero in aria, il vento che mi scompigliava la criniera. Libera. Riprovai quella sensazione magnifica del vento che soffiava in alto sul muso e della consapevolezza di star volando.
Quando ritoccai terra Camilla mi buttò le braccia al collo. <<Ce l'hai fatta, piccola peste!>> esclamò.
Nitrii contenta. "Grazie a te. Sei una ragazza speciale, e sono onorata di averti come amazzone. Ma noi non saremo mai una cosa sola, ricordalo. Siamo troppo diverse, ma ci completiamo a vicenda. Ti ringrazio per essere qui con me" pensai, e mai come in quel momento avrei voluto saper parlare, per poter far capire a Camilla la mia felicità e la mia gratitudine.

[Camilla]
Ce l'aveva fatta! Aveva superato le sue paure, sebbene solo in minima parte, e forse anche per merito mio... avevo un forte legame con lei, molto diverso da quello che avevo con Dhalia. "Io e te non siamo un centauro, non potremmo mai esserlo: sei troppo speciale e unica per essere unita a qualcun altro. Siamo due opposti, due metà che combaciano perfettamente. Sono orgogliosa di essere la tua amazzone e grazie, grazie di cuore per essere con me. Io non ti abbandonerò, ma tu non abbandonare me. Ti voglio bene piccola peste"

[Luca]
"Dorinne ce l'ha fatta, ha saltato. Camilla ha conquistato la sua fiducia ed ora lei le obbedisce"
Stavano diventando un vero binomio; ero fiero di loro.
Sorrisi e diedi una pacca a Balèm. Mauro sarebbe rimasto a bocca aperta dallo stupore.

Una Cavalla Difficile {Wattys2017}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora