Capitolo 39: un salto d'addio

1.4K 123 55
                                    

MODIFICATO

<<Vogliamo allenarci anche noi, è un problema?>> rispose brusco.
Scossi la testa. <<Assolutamente no>> alzai le spalle e gli rivolsi un piccolo sorriso, che sembrò confonderlo, prima di spronare nuovamente Dorinne al galoppo.
Scossi mentalmente la testa nel sentirla così rigida e scattosa: non era ancora completamente rilassata, piuttosto, aveva la mente ancora offuscata dalla paura.
La fermai, scendendo ancora una volta di sella.
Mauro mi guardò interrogativo e gli feci cenno di lasciarmi fare.
Mi avvicinai con lei alla staccionata e sganciai il sottopancia, togliendole la sella e successivamente anche il morso e la testiera. Mi posizionai davanti a lei, guardandola negli occhi.
<<Niente barriere tra noi due, piccola peste; unite, insieme, come sempre>> le dissi e scorsi nei suoi occhi un lampo di fierezza che mi rese fiera di lei.
I tre maschi ci guardavano incuriositi, così come Balèm e Zaryan, ma Dorinne aveva capito. Agitò le zampe, nitrendo debolmente, impaziente.
Salii con i piedi sulla staccionata, tenendomi in equilibrio grazie alla cavalla e le montai in groppa. Si impennò leggermente, nitrendo, come a darmi il segnale che era pronta e non vedeva l'ora di galoppare.
Strinsi le ginocchia e sorrisi: eccola la mia piccola peste.
La spronai al galoppo e Dorinne schizzò in avanti, finalmente sciolta e sicura. Lasciai la presa sulla sua criniera, allargando le braccia; volevo che capisse che io mi fidavo di lei, e che lei poteva fidarsi di me, ancora e per sempre.
Aprì ancora di più il galoppo, percorrendo come un fulmine il giro completo del campo. Fischiai, spostando leggermente le spalle indietro, e Dorinne rallentò, chiudendo la falcata; fischiai ancora e lei si mise al trotto e infine al passo.
Le diedi una pacca sul collo, lodandola. <<Adesso ti riconosco! Che ne dici piccola peste, saltiamo?>> le sussurrai all'orecchio.
Alzò la testa con un piccolo nitrito. <<Però non si gioca come prima; adesso facciamo sul serio>>
Dorinne nitrì, questa volta decisa, e partì al galoppo. Ci dirigemmo verso il verticale di appena 80 cm che prima non riuscivamo a superare, ma quelle non eravamo noi, non eravamo il binomio unito di sempre; eravamo come estranee.
Ma questa volta la sentii... la sua forza, la sua irruenza, la sua voglia di volare, e il suo bisogno di libertà, che ormai era anche mio.
Notai che accanto al minuscolo verticale c'era un oxer di almeno 1.60 m.
Ghignai. "Perché non provare?" mi dissi. Feci pressione con la gamba destra e Dorinne si spostò a sinistra, ritrovandosi di fronte, a qualche falcata di distanza, l'oxer. Non ebbe un istante di esitazione: aumentò immediatamente l'andatura, ed io mi mantenne ben salda in groppa. Chiusi gli occhi, affidandomi completamente a lei e al mio istinto.
Appena percepii i suoi muscoli tendersi nello slancio del salto strinsi forte le ginocchia e mi sollevai, stringendo la criniera tra le dita.
Aprii gli occhi e il tempo sembrò fermarsi: eravamo solo io, lei e il vento, e in quell'istante breve e infinito tornai con la mente a quando la incontrai per la prima volta, quando Mauro ci raccontò la sua storia, quando promisi che le avrei restituito la sua libertà, quando per la prima volta si fidò di me, quando volammo insieme per la prima volta, quando galoppammo a pelo, quando partecipammo al concorso, quando tornammo a galoppare insieme dopo la sua colica...
Quelli non erano solo ricordi, erano qualcosa di più, qualcosa di unico e di impossibile da spiegare.
Ripensai a quando Mauro aveva detto che era ormai una cavalla inutile, e che l'unica possibilità era abbatterla...
Mi avevano detto che con quella cavalla non c'era più niente da fare, ora invece siamo il binomio più testardo di tutta la storia dell'equitazione.
E alla fine gli zoccoli di Dorinne toccarono nuovamente terra, dopo un volo lungo tutta una vita. Ma c'era qualcosa di strano, in quel salto... qualcosa di malinconico, come se fosse un addio... ma perché? E un addio a cosa?
Accadde tutto troppo velocemente; Dorinne si impennò improvvisamente, facendomi cadere a terra. Rotolai subito per attutire il colpo e mi rimisi immediatamente in piedi, allarmata da un nitrito minaccioso.
Tutto ciò che vidi fu Matteo che si rialzava velocemente da terra e Dorinne e Zaryan impennati, nitrendo minacciosi, sfidandosi. Lo stallone si scagliò contro la mia cavalla.
Urlai nella mia mente, un grido che ben presto riecheggiò nell'aria già squarciata dai nitriti dei cavalli.
<<Dorinne, no!>>

[Dorinne]
Nitrii minacciosa contro Zaryan, tornando con gli anteriori per terra. Mi concessi un istante per assicurarmi che la mia amazzone stesse bene, ma il sauro ne approfittò e mi si scagliò contro.
Udii Camilla urlare per avvertirmi e lo scansai, le orecchie appiattite sul capo e i muscoli tesi e pronti a scattare.
"Ma che diamine gli ho fatto per farlo reagire in questo modo?!" pensai confusa. Dopo il salto aveva scaraventato il suo cavaliere per terra e mi aveva attaccata...
Cercai di chiedergli spiegazioni con lo sguardo, ma nei suoi occhi non vidi niente se non odio, rabbia e... paura?!
Perché mai un cavallo del genere dovrebbe avere paura di me?
Tornò all'attacco, alzandosi in tutta la sua imponenza. Lo schivai nuovamente e mi impennai anch'io, agitando gli anteriori. Rischiò di colpirmi e mi abbassai, mordendolo alla base del collo. Nitrì con forza e mi allontanò con un colpo dell'anteriore sinistro sul collo.
Indietreggiai, cercando di riprendere fiato: il punto dove avevo ricevuto il colpo faceva un male tremendo, che si aggiungeva a quello delle frustate, che per un momento mi ero dimenticata.
Mi inseguì, cercando di mordermi la groppa, ma scalciai, riuscendo a colpirlo sulla spalla.
Nitrì dolorante e indietreggiò leggermente.
Ansimai esausta, comprendendo finalmente cos'era quella brutta sensazione che mi aveva tormentata tutto il giorno e che mi era costata le frustate da parte di Mauro, che avevo già perdonato: non era lui, me ne ero resa conto, perciò non ci avevo dato tanto peso, anche se il dolore rimaneva.
Zaryan scattò in avanti, impennandosi e colpendomi violentemente con gli anteriori.
A nulla servivano le urla degli umani in campo, né i nitriti minacciosi di Balèm, trattenuto dal suo cavaliere.
Sotto i colpi dello stallone notai con la coda dell'occhio Camilla correre verso di noi. Con un balzo riuscii ad allontanarmi da Zaryan e le sbarrai la strada nitrendo.
Mi guardò disperata. <<Dorinne...>> sussurrò mentre le scendeva una lacrima.
L'asciugai delicatamente con muso, guardandola negli occhi e trasmettendole tutto ciò che provavo, sapendo che avrebbe capito. Dopo un lungo istante annuì e indietreggiò, chinando il capo piangendo.
Chiusi gli occhi per un momento, cercando di non scoppiare in lacrime anch'io, ma un movimento di Zaryan mi fece spostare l'attenzione sul sauro bruciato.
Si abbatté di me come una valanga, colpendomi con violenza.
Non riuscivo a reagire, né a sottrarmi alla sua furia; ero completamente inerme sotto di lui.
All'improvviso le mie zampe cedettero e mi ritrovai a terra, con Zaryan che mi sovrastava. Sentii le forze abbandonarmi e l'ultima cosa che vidi furono gli zoccoli dello stallone calare inesorabili su di me, mentre Camilla gridava il mio nome. Le mie palpebre cedettero e un dolore lancinante alla zampa anteriore sinistra mi invase.
Poi tutto divenne nero, e perfino il dolore si affievolì, prima di scomparire.
"È questa, quindi, la morte..." pensai con le ultime forze, mentre cadevo nell'oblio. Non avevo paura, mi dispiaceva solo per la mia amazzone, che stavo abbandonando lì da sola, in un mondo troppo crudele e meschino per una ragazza così pura. Ma sapevo che Luca sarebbe stato sempre al suo fianco.
Pensai a Balèm, al grande amico che era stato; a Silver, a quei suoi occhi color del mare che mi avevano incantata; a Lisa, la mia prima amazzone e grande compagna di vita; e poi di nuovo a lei, a mia sorella, a colei che mi aveva aiutata, sostenuta, sgridata, lodata e amata come nessun altro mai aveva fatto prima.
Fu a lei che rivolsi il mio ultimo pensiero. "Addio sorellina..."

Una Cavalla Difficile {Wattys2017}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora