MODIFICATO
[Camilla]
<<Tu chi sei? E come conosci il mio nome?>>
Appena pronunciai quelle parole il ragazzo davanti a me sussultò e i suoi occhi azzurri si riempirono di lacrime.
Non capivo. Era ovvio che quel ragazzo sapeva chi ero, ma io ero certa di non averlo mai visto, sebbene il suo viso avesse qualcosa di familiare.
<<Piccola sono io! Sono Luca!>> mormorò con voce rotta. Quel nome non mi diceva nulla.
Notai che cercava di sfiorarmi con la punta delle dita e mi ritrassi ancora, spaventata. Non sapevo perché, ma quel ragazzo mi faceva paura; e non per il suo aspetto, tutt'altro, era qualcosa in lui che mi dava una brutta sensazione.
Alzai lo sguardo e incrociai i suoi occhi. Ne rimasi incantata: in quegli occhi c'era l'oceano. Restai a fissarli, in testa due certezze soltanto: io e lui eravamo legati a doppio filo, era chiaro, eravamo attratti l'uno dall'altra; ed io lo amavo, ne ero assolutamente sicura.
Ma allora, perché non lo riconoscevo? Come potevo amare qualcuno che non avevo mai visto? Troppe domande e nessuna risposta.
All'improvviso la porta della stanza d'ospedale si spalancò ed entrarono due adulti, un bambino ed una ragazza bionda. Li riconobbi all'istante.
<<Mamma, papà! Giaki!>> esclamai sorridendo, mentre a loro scendevano le lacrime. Guardai poi la ragazza che piangeva sorridendo. Tesi un braccio verso di lei, l'altra mano ancora appoggiata sul collo di Dorinne. <<Sof...>> la chiamai e lei si fiondò tra le mie braccia, stringendomi con disperazione. <<Mi sei mancata Best>> mormorò.
<<Ora sono qui, sto bene>> le sorrisi. <<Da quanto tempo...>> lasciai sfumare la domanda, ma Sofia capì.
<<Sei stata in coma per tre settimane; le più brutte della mia vita>> confessò ed io la strinsi ancora più forte. Non me ne sarei andata mai più.
Dopo di lei mi abbracciò la mia famiglia. Il ragazzo dagli occhi azzurri non aveva smesso di fissarmi con sguardo triste.
<<Sof, chi è lui?>> le chiesi indicandolo di nascosto.
<<Ma come Cami? È Luca, mio fratello. Ci conosci entrambi da oltre 10 anni!>>
Suo fratello? Ma allora perché non lo ricordavo?
<<Cami...>> mi richiamò Sofia, seria. <<Qual è l'ultima cosa che ricordi?>>
Corrugai la fronte e mi concentrai, cercando di riportare a galla le ultime immagini che avevo visto. <<Dorinne che si impennava per difendersi da un randagio ed io che cadevo a terra, sbattendo la testa>>
Sofia si morse il labbro. <<E prima?>>
<<Io in lacrime che montavo su Dorinne e scappavo. Ricordo solo che qualcuno mi aveva fatta soffrire, ma non chi e in che modo...>> mormorai.
La mia Best sospirò. <<E... di lui ricordi qualcosa?>> chiese ancora indicando il ragazzo. "Luca" mi corressi. "Si chiama Luca."
Scossi la testa. <<Non lo conosco>> dissi sicura.
L'azzurro stupendo degli occhi di Luca si velò e gli scappò una lacrima.
Mi rattristai nel vederlo così. Ma perché non lo ricordavo? Che avessi perso la memoria? No, impossibile; ricordavo i miei genitori, Sofia, Dorinne, sapevo chi ero e tutto quello che mi era successo. Eppure... alcuni momenti erano confusi, o c'era qualcosa che non tornava, come se mancasse qualcuno.
Guardai Luca. Forse mi ero dimenticata solo di lui? Ma com'era possibile? E soprattutto perché?
<<Signori, vorrei invitarvi a lasciare la stanza; dovremmo fare dei controlli e poi la ragazza dovrebbe riposare. Potrete rientrare quando si sarà svegliata>> La voce del medico mi riscosse.
"Cioè... aspetta un attimo, coso; io sono stata in coma per tre settimane e tu mi vieni a dire che devo riposare?! Ma siamo pazzi?"
Sbuffai e decisi di restare in silenzio. "Ma col cavolo che mi rimetto a dormire poi."
Tutti annuirono ed uscirono, ma Dorinne si ribellò per restare accanto a me. La accarezza dolcemente. <<Va tutto bene, piccola peste. È tutto passato; ora torna al maneggio, mangia e riposati. Noi ci vediamo tra un po'. Okay?>> la rassicurai e lei si calmò.
<<Andiamo Dorinne>> disse Luca, prendendola per la lunghina, ed uscirono, lasciandomi sola con i medici.[Luca]
Distrutto. Ecco come mi sentivo. Camilla si ricordava di tutti, ma non di me. E la cosa mi poneva domande a cui non sapevo rispondere.
Chiamai Rebecca, aggiornandola di quello che era successo, e mi assicurò che sarebbe arrivata il prima possibile.
Restai seduto con la testa tra le mani. Avevo bisogno di lei. Non potevo, non volevo credere che lei non avesse memoria di me.
Non so quanto tempo passò, forse ore, o forse solo qualche minuto, so solo che finalmente i medici uscirono dalla stanza poco dopo l'arrivo di Rebecca.
Scattammo tutti in piedi e Cristina si piazzò davanti al dottore. <<Come sta mia figlia?>> chiese accorata.
L'uomo sorrise e ciò fece scogliere leggermente la tensione. <<La ragazza sta bene e si riprenderà in fretta. La terremo ancora in osservazione per un paio di giorni, ma presto potrà tornare a casa>>
Tutti tirarono un sospiro di sollievo.
<<E perché>> intervenni io. <<Non si ricorda di me? Ci conosciamo da quando eravamo bambini, siamo stati insieme... com'è possibile?>> conclusi mormorando.
Il medico sospirò. <<Abbiamo parlato con lei; potrebbe sembrare inizialmente che non abbia problemi di memoria, ma a volte i suoi ricordi si fanno confusi, lei sente che qualcosa non va. Mi ha detto che era scappata piangendo perché qualcuno l'ha fatta soffrire, ma ecco che di nuovo tutto si confonde e lei non capisce cosa sia successo>> Fa una pausa, aggiustando si gli occhiali sul naso. <<L'unica possibilità è che la ragazza abbia eliminato ciò che la faceva soffrire. Non possiamo sapere se è un'amnesia momentanea o meno, solo il tempo ce lo dirà>> Detto questo, chinò il capo in cenno di saluto e si dileguò.
Sospirai e mi sedetti nuovamente; Rebecca si mise accanto a me, guardandomi tristemente. <<Non si ricorda di noi, vero?>>
E con il noi non si riferiva alla coppia che eravamo negli ultimi mesi, ma a noi come persone. Camilla non ricordava chi eravamo, non ricordava di averci mai conosciuti, ed era quella la cosa che faceva più male. Annuii.
<<L'abbiamo fatta soffrire. Ma pian piano le faremo ricordare tutto, le spiegheremo il perché e ci scuseremo. Non merita di restare nell'ignoranza, e neanche che le vengano dette bugie>>
No, non lo meritava. Avremmo aspettato un po', per capire se avesse ricordato, ma gliel'avremmo detto. Prima o poi.
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Una Cavalla Difficile {Wattys2017}
RomanceMIGLIOR POSIZIONE: #1 in narrativa generale dal 17/06/17 al 22/06/17 #5 in narrativa generale il 4/12/16 #4 in narrativa generale il 12/1/17 #2 in narrativa generale il 22/06/17 Camilla è una ragazza come tante, con una grandissima passione per i ca...