"Sei una scema!" la rimproverò Era.
"Lo so, grazie" era nella sua camera da letto, appena tornata dal viaggio con Apollo.
Lui l'aveva presa per un orecchio, come modo di dire, se avesse provato veramente a prenderla per un orecchio, si sarebbe beccato un calcio nelle palle.
"Parlo sul serio Glaphyra! Che ci facevi a bordo del carro di Apollo?" Glaphyra era la solita! Le sue cazzate potevano fare incazzare Zeus ma di lui se ne fregava altamente. Quando capirà quella ragazza che tra poco avrebbe compiuto 1060 anni e sarebbe diventata maggiorenne e quindi sarebbe diventata una dea?
Lei sollevò le spalle in risposta e si sedette per terra posizionando la schiena sul termosifone
acceso e caldo. Era ancora con la stessa maglia di prima ma il calore si irradiava lo stesso."Glaphyra! Ascoltami quando parlo!" si accucciò davanti a lei e le prese il mento.
"Tanto, mi sgrida comunque anche se non faccio niente! Domani arriverò in maggiore età e quindi potrò fare quello che vorrò e la prima cosa sarà tornare da mio padre e nessuno me lo impedirà, men che meno Zeus e il suo ego smisurato!"
Era convinta, forse anche troppo.
Si sentiva che le mancava il padre.Era però non poteva
lasciarla andare... Per entrare nell'Inferno bisognava passare tra gli umani e questo era
pericoloso!Erano in un'età moderna e lei non sapeva dell'esistenza di questi umani.
Era doveva parlare con Themis, doveva fare qualcosa, non doveva farle abbandonare l'Olimpo, in qualsiasi modo!
* * * * * * * * * * * * * * * * * * * *
"Themis!" urlò Era.
Si guardò intorno, aveva una fiaccola in mano e niente di più illuminava quel palazzo sulla Terra.
Non aveva mai amato i templi antichi, erano troppo... Antichi.
Lei preferiva senz'altro la sua casa sull'Olimpo piena di luce e colori ma d'altronde Themis era la dea della giustizia che in questo periodo sulla Terra stava degenerando sempre di più.
Umani del cazzo, loro ci stavano rovinando!
"Themis, una delle mogli di Zeus, figlia di Urano e Gea, protrettrice della giustizia, ti chiamo al mio cospetto" ormai lo ripeteva ogni volta che veniva a trovarla e questa volta l'aveva recitata in maniera monotona.
"Comincio a non sopportare la tua irriverenza nei miei confronti Era, moglie di Zeus" apparve dal nulla illuminando la stanza con delle candele sistemate sulla sua statua in centro alla stanza sulla bilancia che lei reggeva con una mano.
"Non era mia intenzione offenderla ma le nostre visite sono aumentate con l'avvicinarsi della maggiore età di Glaphyra" esclamò Era.
"Già, non è ancora pronta ad affrontare i suoi poteri" riflettè la Titanide.
"Lei vuole andare da suo padre" mormorò Era giocando con la vestaglia che indossava, una delle sue vestaglie preferite che le aveva regalato suo figlio prediletto Ares.
"NON PUO' ANDARCI!" urlò la Titanide parecchio infuriata, quella era capace di cambiare emozione in due secondi come se avesse sempre il ciclo, anche se loro immortali non lo avevano mai avuto.
"Noi non possiamo trattenerla" disse Era spaventata dalla reazione di Themis.
Non era piacevole far arrabbiare una persona più potente di sè.
"Dobbiamo farlo in qualche modo! Non c'è altra soluzione!" continuò Themis iniziando a
vagabondare per la stanza, Era la seguiva con gli occhi mentre lei si spostava.Il pavimento si mosse di colpo e Era riuscì in qualche modo a non
cadere per terra."Che sta succedendo?" chiese Themis.
"Non sei stata te?" le chiese Era.
Temi si girò arrabbiata con Era: "Credi veramente che io, Titanide della giustizia, avrei il coraggio
dei mettere ancora più nei casini l'umanità?"Aveva gli occhi scuri, da verdi erano diventati neri e non si distinguevano più le iridi dalle pupille. I capelli da biondi raccolti in una treccia leggera sulla spalla che le arrivava poco sotto al seno si erano come liberati e sembrava Medusa.
"Mi dispiace Themis" mormorò Era. In questi casi era meglio scusarsi subito e lasciare in pace le Titanidi arrabbiate.
"La senti anche te?" chiese Temi.
Era la guardò confusa e poi sentì come un raggio di energia che la
trapassava.All'inizio sussultò per lo spavento ma dopo si abituò a quella sensazione di calore che
provocava quel raggio di energia, era piacevole."Lo sento..." Era strinse le sue delicate mani tra i capelli lasciati liberi sulle sue spalle.
"Devi salire sull'Olimpo... E' da lì che proviene, lo sento." disse Temi e poi scomparve nel nulla
come era solita fare.Tutto ritornò buio. Le candele si spensero di colpo e rimase accesa solo la sua fiaccola che
irradiava una luce sempre più fioca, il lumino si stava consumando e la cera le stava cadendo
vicino alla fine del vestito che arrivava per terra coprendole i piedi nudi.Chiuse gli occhi ed appoggiando la mano sul fianco mormorò: "Spíti mou, ton Ólympo"
Si ritrovò in men che non si dica sull'Olimpo, vicino alla fontana.
Sapeva che non doveva utilizzare troppe volte la parola come potere, poteva rischiare di non
avere più energia per muoversi ma lei in questo momento doveva scoprire da dove proveniva tutta quella energia che stava irradiando ogni dio nel mondo.
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La Figlia Degli Inferi
FantasyGlaphyra è una dea, o almeno deve diventarlo. I suoi poteri sono sorprendenti e al di fuori di ogni limite, ma lei non ne è a conoscenza. Ha un vuoto di memoria e non ricorda quasi niente del suo passato tranne suo padre. Ade. Re degli Inferi, dal q...