CAPITOLO 45

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"Ade calmati" disse Persefone andandogli affianco.

"Calmarmi? Persefone mi stai dicendo di chiamarmi quando quel coglione di mio fratello ha portato chissà dove mia figlia?" Ade si muoveva agitato per la camera da letto mentre la piccola Melissa dormiva sul letto indisturbata.

"Lo so Ade, ma essere agitati non risolve niente!"

Come sempre la ninfa aveva ragione.

"Lo so ma come faccio a stare calmo?" il dio sospirò sedendosi sul letto e accarezzando la testolina della piccola Melissa.

Una sua figlia era in pericolo e lui non poteva fare niente per uscire da questo luogo maledetto!

"Persefone, io devo trovarla" mormorò mentre Melissa sorrise nel sonno.

Persefone si avvicinò a suo marito e si sedette davanti a lui: "Amore, la troveremo, adesso però l'unica che può salire sull'Olimpo sono io... Potrei..."

Il dio non la lasciò finire.

Persefone sull'Olimpo con quel mostro di Zeus?

No, grazie.

"Tu non saluta i sull'Olimpo" era irremovibile.

"Ma..." cercò di protestare la ninfa.

Il dio lasciò la bambina che subito torno seria e posizionò la sua mano sulla guancia di sua moglie.

Lei era la cosa più bella che gli era capitato. Il suo viso chiaro perfetto che incorniciava quelle labbra rosee che gli facevano venire voglia di morderle e restarci appoggiato con le sue per sempre. I capelli raccolti in una crocchia in alto disordinata in modo che alcuni ciuffi decidessero lungo il suo collo e davanti ai suoi occhi. Gli occhi in cui lui si era immerso e non era più uscito, quegli occhi verdi che gli ricordavano la natura, quella che da tempo non era abituato a vedere.

Quella era la sua splendida moglie e lui non aveva intenzione di perderla.

"No, tu non salirai sull'Olimpo, non posso metterti in pericolo così, sei la persona che amo di più al mondo oltre alle meravigliose figlie che ho. Voi siete tutto per me e già sapere che Glaphyra è in pericolo mi tortura in maniera incredibile. Per questo non posso lasciarti andare." il pollice del dio percorse tutta la guancia della ninfa finendo sulle labbra che lei si stava mordendo.

"Io..." le lacrime iniziarono a scendere lungo le guance di Persefone "...Ti amo, in una maniera indescrivibile, non riesco a vederti soffrire così, tu, noi... A volte vorrei che fossimo una famiglia normale, quelle che si trovano sulla Terra, sì, avranno dei problemi pure loro ma non sono gravi quanto i nostri" e continuava a singhiozzare.

Ade la strinse tra le sue braccia e la ninfa si accoccolò sulle sue gambe.

Lì, tra le sue braccia si sentiva al sicuro più di quanto non lo fosse mai stato.

Era quello il posto dove avrebbe voluto vivere per sempre.

"Anche io ti amo tantissimo, sei la mia vita" il dio la baciò il più dolcemente possibile.

Un bacio che sapeva di lacrime, un bacio salato che ricordava ad entrambi che nonostante tutto quello che stesse succedendo loro erano più forti.

Si separarono appoggiando la fronte l'uno contro l'altra e guardandosi negli occhi.

"Credo di dovermi rimangiare qualcosa" una voce proveniva dallo stupire della porta dove questa si era aperta svelando una donna ancora giovane nonostante i suoi anni. I capelli biondi che ricordavano il grano maturo quello che c'era in estate, gli occhi marroni che ricordavano il colore della terra e una veste verde che ricordava il colore degli alberi.

La Figlia Degli InferiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora