CAPITOLO 21

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"No Persefone... Non so dove sia Cerbero. Probabilmente è in giro a sbavare ovunque!" Ade si chiedeva ancora perchè quel cavolo di cane fosse lì in giro.

"Ma Ade! Quel povero cane!" urlò la ninfa mettendosi le mani nei capelli neri lunghi fino alle scapole lisci, che mettevano in risalto i suoi occhi chiari, del colore del mare. Un blu profondo che poteva variare al verde o al marrone in base al suo umore.

"Persefone non tutto gira intorno a quel cane. Ci sono cose più importanti!" disse Ade alzandosi del suo trono fatto di pietra vulcanica.

"Lo so, ma Ade! E' un cucciolo! Ha bisogno di attenzioni!" disse la ninfa stringendo i pugni lungo la veste e spingendosi sulle punte.

Quanto era bella. Si era innamorato di lei la prima volta che l'aveva vista.

Lui era nascosto dietro un albero. Non sapeva cos'era l'amore. Vivere perennemente dentro gli Inferi non giovava a questo sentimento.

Stava spiando un gruppo di ninfe Limniadi, ninfe protettrici dei prati e come sempre erano lì a raccogliere fiori.

Sorrise, erano bellissime quelle ninfe!

Una sia alzò di scatto.

"Cosa credi di fare Persefone?" chiese una ninfa dai capelli verdi.

Persefone si voltò, quella ninfa le stava antipatica.

"Vado a farmi una dose di cavoli miei" rispose la ninfa.

Ade poté osservarla in tutta la sua magnificenza. Sapeva che le ninfe avevano un corpo perfetto, ma quella era fantastica, le curve erano magnifiche, i seni grandi e nudi coperti da qualche ciuffo di capelli neri. Si avviò verso un cespuglio e Ade si sorprese dal vedere il passo sicuro della ninfa.

Persefone si sentì osservata mentre andava ad assaggiare quei frutti di bosco che aveva individuato prima. Si girò di scatto e lo vide... Nascosto che la osservava. Un uomo. Le sembrava di conoscerlo ma non riusciva ad assegnargli una collocazione e soprattutto un nome.

Ade si accorse di quegli occhi blu che lo fissavano e sparì ritornando negli Inferi.

L'aveva rapita poco tempo dopo ma non se ne pentiva. Si era innamorato di lei.

Poi un rumore assordante.

"Ade, dio degli Inferi, figlio di Rea, dio delle tenebre... Fratello mio..." e dal fondo della stanza si sprigionò una luce argentea.

"Era, sorella mia" disse Ade alzandosi dal suo trono e facendo zittire sua moglie che si accoccolò sul posto dal quale Ade si era alzato.

"Da quanto tempo, eh, fratello" sorrise la dea. Era riuscito a rintracciarlo e adesso lo aveva di fronte. Quasi un millennio... Wow se era cambiato quel dio.

Capelli neri, mossi che gli arrivavano alle spalle. Occhi neri come la pece, carnagione chiara a causa dell'assenza del sole e, cavolo, un fisico da paura.

"Già, quasi un millennio sorella mia" anche Ade era scioccato. Quella che aveva davanti non era più una ragazzina, ma una dea vera e propria!

"Sei cambiato" continuò Era avvicinandosi a lui. La sua veste bianca stonava con il luogo tetro e buio che li circondava. Quella dea non doveva essere lì... Quello non era il suo posto.

"Anche te... E in meglio a quanto vedo" disse Ade squadrandola e notando le sue curve che la avvolgevano. Era bella, ma non quanto la sua ninfa.

Un colpo di tosse li fece girare entrambi verso Persefone che guardava storto la dea.

La Figlia Degli InferiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora