CAPITOLO 24

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Era non riusciva più a stare calma. Quella ragazzina! In cerca di guai proprio!

"Dove diavolo sei?" urlò a suo figlio attraverso il kyttarikí.

"La sto cercando in Italia..." rispose Ares che nel frattempo si trovava a casa sua.

"Davvero vuoi prendermi in giro?" chiese la dea sempre più spazientita.

Stava camminando disperatamente per la stanza e aveva una voglia immane di spaccare qualcosa.

"Non la sto prendendo in giro, madre" Ares era uno dio molto rispettoso anche se le cose si mettevano male.

"Oh, non usare quel tono con me!" gli urlò.

Ares sbuffò e si chiese come un umano riuscisse a stare insieme tutta la vita con una donna! Se erano come quelle che vivevano sull'Olimpo, una vita era eterna!

"Non sto usando nessun tono madre" continuò il figlio sedendosi sul divano.

Dioniso non si era più fatto vedere dalla sera prima e neanche Glaphyra, ma la cosa non lo preoccupava.

"Sei insopportabile" Era mise fine alla conversazione.

Ares fissò quell'oggetto piatto sistemato davanti a lui su tavolino dove prima c'era l'immagine di sua madre.

"Io? Insopportabile? Ma fatti una scopata madre" si alzò di fretta, afferrò una giacca che trovò sull'attaccapanni e uscì di casa.

"Che andiate tutti al diavolo!" disse scendendo le scale il più velocemente possibile.

Aveva bisogno di aria fresca, di solitudine e di una bella birra. Il sogno di ogni uomo in pratica.

Si avviò sul marciapiede, arrabbiati più che mai e non si accorse di stare per investire una ragazza.

Si fermò di colpo mentre lei si girò di scatto.

"Non ti hanno mai insegnato a non tagliare la strada?" chiese Ares.

La ragazza lo fissò ancora e disse: "Non ti hanno mai insegnato a non investire delle ragazze che vanno a scuola?"

Lui la guardò male: "Ragazzina sarà meglio che ti togli dalle palle perché non è giornata"

"Oh, il ragazzaccio è arrabbiato? Ma che paura!" disse lei portandosi le mani al cuore in modo teatrale.

"Amore, muoviti!" esclamò un ragazzo affiancandola.

Il ragazzo lo fissò e Ares si scrocchiò le dita.

No, doveva trattenersi!

"Ares?" sentì una voce chiamarlo. Una voce famigliare.

Lui si girò e vide Atena in tutta la sua bellezza.

Capelli mori con un ciuffo verde che le finiva sugli occhi, lunghi e mossi. Occhi verdi come la natura. Il viso candido, un corpo favoloso rivestito da un giaccone nero con il pelo sul cappuccio, un paio di pantaloncini corti sopra alle calze color carne e un paio di stivaletti neri senza tacco. Lei odiava i tacchi.

"Atena" disse il dio mentre lei si avvicinava.

La vide prendere fuori dalla tasca un pacchetto d sigarette, aprirlo e prenderne una per portarsela tra le labbra.

"Come stai?" mormorò rimettendo il pacchetto in tasca, attenta a non far cadere la sigaretta.

"Una merda, come sempre, te?" chiese il dio mettendosi le mani in tasca.

"Ho lasciato il mio tipo ieri" mormorò.

"Bello" disse il dio osservandola mentre ai accendeva la cicca.

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