CAPITOLO 26

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"Se non ti decidi ad uscire, io ti..." 

"Tu mi? Chi credi di essere?" esclamò Themis apparendo seduta su un pilastro di marmo.

"Senti una cosa titanide dei miei stivali..." disse Era abbastanza arrabbiata.

"Non ti rivolgere così verso di me!" urlò l'altra scendendo dal pilastro.

"Mi rivolgo come mi pare e piace soprattutto se la colpa è solo tua!" Era le si piantò davanti mentre le sue pupille diventavano scure e i capelli si alzavano.

"Colpa mia? Colpa mia?" urlò Themis in risposta non spaventata.

"Sì!" continuò Era.

"Senti una cosa dea, la colpa è di tuo fratello e di quella stronza che l'hanno concepita!" Themis le diede le spalle e poi sparì...

"Ah così eh? Abbandoni tutti quando non sai che cazzo fare?" urlò sollevando le braccia Era.

"Sei solo una stronza!" e l'urlo echeggiò tra le pareti di quel tempio.

* * * * * * * * * * * * * * * * * * * *

"Vi lascio qui e se ci sono problemi chiamatemi" disse Miki accostando di lato.

"Va bene fratellone" disse Dixie scendendo.

"Grazie Miki" lo salutò Glaphyra.

"Per favore, controlla mia sorella, non voglio che finisca male come la scorsa volta." sospirò il ragazzo al volante.

Glaphyra lo guardò e sorrise con gli occhi: "Ucciderò chiunque la tocchi... Sembro innocente ma nessuno sa cosa c'è sotto questa corazza di ferro"

Il ragazzo le sorrise: "Se ci sono problemi..."

"Ti chiamiamo, penso che anche Glaphyra l'abbia capito!" esclamò Dixie prendendo per un braccio l'amica e trascinandola verso l'entrata.

La casa era enorme, tipo quelle che si vedono nei film. Le colonne sostenevano l'ingresso da cui si accedeva mediate tre scalini.

Le grandi finestre incorniciavano la facciata frontale, ai lati prato curato anche se era inverno e probabilmente dietro c'era un giardino.

Sì, la casa dei sogni di ogni bambina... Peccati che l'Olimpo era mille volte meglio!

"Vieni, entriamo" esclamò ancora Dixie trascinandola dentro casa.

Sentì subito odore di alcool e di fumo, peccato che non erano solo sigarette.

"Dixie?" urlò qualcuno.

Lei si girò e la dea la imitò.

Francesco era a braccetto con una ragazza.

"Ehi, Fra" disse la ragazza abbracciandolo.

Il ragazzo si lasciò stringere lasciando l'altra ragazza che fulminò Dixie con lo sguardo.

Poi fece un cenno con la testa a Glaphyra al quale rispose alzando la mano.

Dixie venne chiamata subito da qualcun altro e si diresse verso quella voce.

"C'è già?" chiese la dea a Francesco.

"No... Deve ancora arrivare anche sua sorella, stai attenta, se ti vedranno in compagnia con Dixie se la prenderanno anche con te..." la avvisò.

Glaphyra lo fissò e disse: "Correrò il rischio, loro non sanno cosa io sono capace di fare se arrabbiata..."

"Sai, non avrei mai detto che una come te potesse entrare a far parte della nostra compagnia" le sorrise l'amico.

La Figlia Degli InferiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora