CAPITOLO 74

6.6K 360 214
                                    

Era proprio vero che Tiche era dalla parte di Zeus.

L'uomo puntò le mani contro Glaphyra e cercò di afferrarla.

La dea spalancò le mani facendo prendere fuoco l'uomo.

Non ebbe il tempo di chiedersi perché la figura non fosse morto appena gli aveva tolto l'aria. 

Intorno a sé, intanto, si era scatenata l'apocalisse. Gli uomini di Zeus e Ares avevano ricominciato a combattere, probabilmente a causa sua.

Glaphyra si fiondò sugli occhiali dove si ricordava che fossero e riuscì ad afferrarli prima che qualcuno ci pestasse sopra.

Se li mise addosso e puntò lo sguardo verso la fontana.

Al centro, dove una volta c'era la statua di Zeus che uccideva Crono, ora distrutta a causa della battaglia, Zeus stava tenendo l'Adamante contro la gola di Ade.

Il dio dei morti gli stava parlando con un sorrisetto sulle labbra.

La dea aggrottò le sopracciglia. Perché stava sorridendo? Non aveva paura della morte? Certo che chiedere al dio dei morti se aveva paura della morte era illogico.

Qualcuno urlò il nome della dea.

Glaphyra si voltò e vide Persefone piangere: "Vattene via!" le gridò.

La quattrocchi scosse la testa: "Non posso"

La ninfa si fiondò verso di lei, la afferrò per le braccia: "Torna negli Inferi, prendi Melissa e sparite sulla Terra" le lacrime continuavano a sgorgarle dagli occhi e scendere lungo le guance. I suoi occhi erano rossi e continuava a fissare suo marito.

"Non posso, devo ucciderlo" mormorò Glaphyra sollevando gli angoli della bocca.

Persefone scosse la testa. Questa guerra sarebbe finita male, se lo sentiva. 

"Devi andartene, qui moriremo tutti, Zeus ha l'Adamante, lui può ammazzarci tutti!" e scosse la dea per le spalle.

Glaphyra continuò a sorridere: "Lui non è l'unico"

La dea si infilò una mano tra i capelli e tirò fuori da quell'arbusto, la pietra verde.

"Dove..." non ebbe il tempo di dire altro che qualcuno urlò: "Persefone! Attenta!"

La ninfa si voltò di colpo e un uomo di Zeus le si scaraventò addosso.

Lei chiuse gli occhi ma non sentì arrivare il colpo.

Spalancò gli occhi e davanti a sé una chioma biondo grano la stava salvando.

Glaphyra ebbe il tempo per svignarsela. Doveva trovare il modo di liberare suo padre. Si infilò l'Adamante tra i capelli e scappò via.

"Mamma?" mormorò Persefone.

Demetra si voltò: "In persona! Non abbandono mia figlia" 

La ninfa si portò le mani alle guance, dove nuove lacrime stavano scendendo.

"Nessuna madre ha il coraggio di lasciare sua figlia a combattere le sue battaglie da sola, sia quelle interne sia quelle... Beh... Esterne" con un colpo della mano fece crescere il grano intorno alle gambe di un uomo di Zeus.

"Non provare a toccare mia figlia, pezzo di Tartaro!"

Persefone aggrottò le sopracciglia anche un po' sorpresa: "Mamma!"

Demetra si portò le mani alla bocca: "Che c'è?"

La ninfa scoppiò a ridere. Entrambe si voltarono schiena contro schiena e iniziarono a combattere simultaneamente.

La Figlia Degli InferiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora