CAPITOLO 65

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"Oh, ma guarda un po' qui!"

Ecco, l'ultima persona che Zeus si sarebbe aspettato di trovare.

Cosa ci faceva quella ragazzina lì? Come diavolo aveva trovato questo posto?

"Non mi aspettavo di trovarti, beh, due piccioni con una fava" sorrise il dio, passando una mano sulla barba bianca.

"Sei venuto di nuovo ad infastidire mio padre, eh? Non ti stufi mai, vero?" rispose con i denti stretti, Glaphyra.

Il dio si mosse verso di lei. Glaphyra rimase ferma, non poteva rischiare di far scoprire Dixie e Miki.

Zeus passò una mano sulla guancia della dea: "Sai, Glaphyra, sei una bella ragazza ma la tua lingua..." scosse la testa: "Nessuna dea dovrebbe essere così irrispettosa nei confronti degli altri dèi, soprattutto con me"

Glaphyra stava cercando di reprimere il senso di vomito che le stava salendo lungo la gola, ma la lingua, quella funzionava ancora: "Tutti ti obbediscono Zeus, perché sono tuoi figli o tuoi fratelli. Credi veramente che io, Glaphyra, voglia seguirti, farmi manipolare e comandare a bacchetta? Ti ricordo, Zeus, che tu non sei mio padre, tu non puoi comandarmi e non puoi convincermi a fare quello che non voglio e ricordati che se potessi io ti spedirei dove sta tuo padre!"

Ecco un modo gentile per dire che lo avrebbe volentieri ucciso.

Zeus strinse un pugno mentre la mano appoggiata alla guancia della dea le prese le guance e strinse sollevando la sua testa verso di lui.

"E così vorresti uccidermi, Glaphyra? Sai cosa ti dico io? Che potrei ucciderti con uno schiocco delle dita"

Glaphyra aveva piazzato le mani sul braccio del dio e stava cercando di staccare quella sua mano dal viso ma non ci riusciva. Più cercava di toglierselo di torno più lui stringeva.

"Ed è qui che ti sbagli, Zeus" una voce. La sua voce.

Glaphyra spostò gli occhi e lo vide. Suo padre. Ade, dio degli Inferi. I capelli neri gli arrivavano alla vita ed erano scuri, neri, come a far sembrare la pece pallida. La sua pelle invece era totalmente l'opposto a quel colore dei capelli. Bianca, pallida a causa dell'assenza di sole.

Il re degli dèi mollò la presa sul viso di Glaphyra per afferrarla per i capelli.

"Io non sbaglio mai, Ade!" rispose Zeus tirando di più i capelli della dea che emise un gemito di dolore.

"Tu non puoi uccidere Glaphyra, ti dimentichi che io potrei resuscitarla in un blitz, lei è mia figlia. Credi veramente che la lascerei morire?"

Glaphyra non si trattenne e mollò a Zeus una gomitata. Forse non poteva ucciderlo con i suoi poteri ma poteva senz'altro colpirlo come un umano qualunque.

"Ma Crono!" disse Zeus piegandosi in due mentre Glaphyra faceva qualche passo indietro in modo da impedirgli di scappare.

Adesso era circondato. Davanti aveva Ade e dietro Glaphyra. Ma loro non potevano fargli del male o no?

"E adesso Zeus? Chi è quello bloccato?" lo sfottè Glaphyra sorridendo.

"Non io cara" rispose Zeus cercando di sembrare sicuro di sè.

Cosa credeva, che lei non sarebbe riuscita a colpirlo?

Lei aprì di colpo la mano e intorno a Zeus si creò un cerchio di fuoco.

"Paura Zeus?" urlò Zeus sollevando anche l'altra mano e facendo aizzare il fuoco.

Qualcuno urlò qualcosa e si fiondò contro Glaphyra circondandole da dietro la vita comprese le braccia.

La Figlia Degli InferiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora