CAPITOLO 39

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"Pila?" la chiamò la bambina, probabilmente era notte fonda perché il buio le circondava.

Glaphyra si girò dall'altra parte ignorandola. Non ne aveva voglia di svegliarsi. Era così comoda nel suo bel letto.

"Pila" e Melissa le toccò con una manina il braccio.

Quella manina era fredda, tanto fredda e alla dea vennero i brividi.

Mugugnò qualcosa è si sistemò a pancia in giù con il viso immerso nel cuscino.

"Pila" continuò Melissa dandole delle pacche sul braccio.

"Melissa, torna a dormire" disse Glaphyra o comunque cercò di dire visto che la bocca era impastata dal sonno e non erano delle vere e proprie parole quelle che aveva pronunciato.

"Pila ma..."

"Melissa torna a dormire" tono che non permetteva repliche.

"Forse dovresti ascoltare Melissa" una voce dal fondo della stanza.

La dea si sollevò di scatto e puntò gli occhi verso il fondo della camera, vicino alla porta.

"Chi sei?" chiese senza timore.

"Oh, non mi riconosci?" e la persona si avvicinò al letto.

I lunghi capelli bianchi con la barba fecero irriggidire Glaphyra.

"Zeus" mormorò tra i denti.

"Bingo" fece il simpatico... O almeno cercò perché il tentativo non andò a buon fine.

"Melissa, vai da Francesco e dormi lì" disse la dea mentre si alzava.

La bimba seguì Glaphyra e strinse tra le mani la maglia della dea.

"Melissa, vai" le ordinò.

La piccola ubbidì e a piedi scalzi uscì dalla stanza, ma appena sulla porta mormorò rivolta verso Glaphyra: "Poi a prendermi?"

Glaphyra annuì ma rimase con lo sguardo puntato contro il dio. L'ultima cosa che voleva era che il dio se la prendesse anche con Melissa.

Per quale motivo era lì?

La porta si chiude e il dio iniziò a vagare per la stanza.

"Tutti ti stanno cercando, eh?"

Tutti? Ma se a mala pena aveva visto Persefone!

"Chissà perché sei così importante per loro" e prese il viso di Glaphyra in una mano schiacciandole le guance.

"Mollami" minacciò la dea guardandolo negli occhi come a sfidarlo.

Il dio la lasciò e continuò a camminare intorno a lei.

"Ti cercano un bel po' di dèi e non solo, Era ha anche parlato con una tirannide. Sembra che io non sappia niente di quello che accade, invece è come se avessi cimici ovunque" sorrise il dio compiaciuto.

"E quindi?" Glaphyra aveva le mani lungo la maglia e l'espressione strafottente in volto. Le pizzicavano le mani e aveva una voglia matta di colpire quel dio con tutte le sue forze.

"E quindi mi sono detto, perché se agli altri interessa a me non dovrebbe interessare?" e passò una mano sulla barba.

"E perché se a me non me ne frega un Cazzo, a te dovrebbe fregarne qualcosa?"

Aspetta che?

"Il tuo ragionamento non ha senso..." sollevò un sopracciglio.

"Come il tuo!" aprì le braccia Glaphyra.

La Figlia Degli InferiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora