CAPITOLO 25

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Glaphyra sospirò mentre osservava il vestito che Dixie le aveva obbligato mettere.

No, non avrebbe messo questo robo che lasciava vedere... Più di quanto lei era disposta a mostrare.

"Non lo metto" urlò a Dixie che intanto era in bagno.

Era rimasta a casa della sua amica, non aveva più visto né Ares né Dioniso e la cosa la rendeva preoccupata... Loro sarebbero riusciti a trovarla se avessero voluto portarla via.

"Ti ho detto che devi metterlo! Punto e basta!" urlò l'altra in risposta.

Glaphyra guardò ancora quell'abito. Senza spalline con i brillantini blu che le copriva il seno e la gonna svolazzante che le arrivava a metà coscia di colore nero con un fiocco nero ad altezza ombelico.

No, quel vestito sarebbe stato bene ad Afrodite, ad Atena, a Dixie, a tutte le femmine di questo mondo ma a lei no. Lei non aveva mai indossato un vestito e quando diceva mai era proprio MAI.

Dixie uscì dal bagno con un asciugamano sulla testa in reggiseno e mutande.

"Dixie no, non posso" disse ancora Glaphyra.

"Mi hai convinto a venire anche se c'è quello stronzo? Bene adesso tu ti metti quel vestito senza discussioni!" esclamò Dixie attaccando ad una presa il phon per asciugarsi i capelli.

Glaphyra tornò con lo sguardo sul vestito.

"Forza! Mettitelo che voglio vedere come ti sta addosso!" esclamò Dixie.

Glaphyra fissò ancora il vestito e finalmente lo prese fra le mani.

"Dixie io..."

"Zitta e mettitelo!" le urlò Dixie sovrastando il rumore del phon mentre era a testa in giù.

"D'accordo" sbottò la dea.

Prese il vestito e uscì dalla camera di Glaphyra per entrare in bagno.

La porta della camera di Michelangelo si aprì in quel momento.

"Ciao Miki, ci vediamo" disse una ragazza uscendo.

Dixie non l'aveva mai vista e quindi la guardò accigliata.

Velocemente entrò in bagno e qualcosa iniziò a bruciarle dentro.

Quella puttanella.

Buttò il vestito sulla lavatrice e ai posizionò di fronte al lavandino, vendendo il suo riflesso nello specchio.

Non era Afrodite... Non lo era...

"Glaphyra? Tu saresti Glaphyra? Ahaha" si insultò allo specchio.

I capelli le erano cresciuti anche se di poco e adesso le arrivavano alle spalle.

Gli occhi verdi risplendevano di delusione.

Era da tantissimo che non si guardava allo specchio. Non si era mai preoccupata del suo aspetto fisico. Perché doveva preoccuparsene adesso?

Chiuse gli occhi, scosse la testa e si girò dando le spalle al suo riflesso.

"Bene... Adesso tocca a te vestito..." disse la dea.

Si tolse la maglia e i pantaloni, rimanendo solo in mutande. Come sempre il reggiseno non c'era.

Afferrò il vestito e se lo infilò. Le calzava a pennello.

Cerco di chiudere la cerniera che aveva di lato ma non ci riuscì.

"Ma Apollo santo!" esclamò tentando ancora una volta di tirare su la zip.

Non ce la fece.

"Senti, tu non mi stai simpatico e io non ti sto simpatica ma per favore sopportiamoci per una serata." come se il vestito potesse sentirla.

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