CAPITOLO 59

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"Solo una domanda" disse Dixie mentre riempiva il suo zaino di fretta.

"Dimmi" Glaphyra aveva afferrato un altro zaino e ci aveva buttato giù il minimo indispensabile.

"Perché non me lo hai detto prima? Cioè, credevo fossimo amiche" e dopo aver buttato qualche vestito a caso aveva chiuso la cerniera e si era messa in spalle lo zaino.

"Noi siamo amiche" confermò Glaphyra guardando la sua amica rossa "ma non potevo dirtelo prima" concluse senza mezzi termini.

"Non vuoi proprio dirmi il perché vero?"

Glaphyra sollevò gli occhiali che le erano scivolati sul naso come al suo solito e disse: "Non ho voluto dirtelo perché ti avrei coinvolto in questo casino. Io sono scappata dall'Olimpo e meno persone sapevano che io ero qui meglio era. Poi però è successo un casino, Ares mi ha trovata e in qualche modo anche Dioniso e di conseguenza Zeus. Nel frattempo ho preso una sbandata per tuo fratello, cosa che non mi era mai successa e diciamo che Ares e Dioniso dicono che sono il top degli uomini, ma io sono particolare e strana e quindi mi sono innamorata di Miki. Poi la catastrofe. Sono tornata a casa convinta che non ci fosse nessuno ma lì è successo che colta dalla rabbia ho ucciso tuo fratello. Per questo mi hanno trasportato sull'Olimpo, dopo Themis, una titanide mi ha portato via da quel posto e adesso sono qui"

Ok, era veramente inquietante raccontata così.

Glaphyra vide Dixie che sgranava gli occhi. Doveva essere un shock per lei ma d'altronde anche la dea non era del tutto convinta di quello che aveva detto. Sembrava più una presa per il culo che altro.

"Mi credi?"

Dixie sbattè le palpebre come a riprendersi: "Ok, allora" si schiarì la voce "... tutto questo sembra surreale e forse è un sogno fighissimo dal quale domani mattina mi risveglierò e sorriderò perché era veramente un sogno e poi verrò da te a raccontarti tutto... Però sono convinta che i sogni vanno vissuto come tali e quindi sono d'accordo. Andiamo negli Inferi a prendere a calci in culo Ade!"

Glaphyra la guardò male: "Ade è mio padre"

Dixie sorrise imbarazzata: "Andiamo a trovare il padre della mia amica e non lo prenderemo a calci in culo!"

Glaphyra scosse la testa ridendo: "Tuo fratello ci starà aspettando fuori, meglio che ci muoviamo"

Detto questo le due ragazze uscirono e videro Miki sdraiato sul divano intento a fissare il soffitto.

"Cosa cavolo stai facendo?" chiese Dixie.

"Niente, vi aspettavo. Siete lente"

"Adesso siamo pronte quindi è meglio avviarsi. Zeus può venire qui in qualsiasi momento e noi dobbiamo capire dove cavolo può essere l'entrata per gli Inferi" Glaphyra si avvicinò alla porta d'entrata e la aprì pronta ad uscire.

Miki scattò in piedi e Dixie seguì Glaphyra: "Non vedo l'ora di scoprire come è tuo padre! Se sull'Olimpo sono tutti come Dioniso e Ares non voglio più tornare a casa."

Glaphyra guardò Dixie: "Non andremo sull'Olimpo, Zeus ci ucciderebbe con uno schiocco di dita e noi non vogliamo rischiare di fare i suoi soprammobili quindi dobbiamo essere il più normali possibile e cercare di non farci notare"

Peccato che era più semplice a dirsi che a farsi. Dixie era riconoscibile ovunque con quei capelli rossi e beh, Glaphyra non era proprio una che si mimetizza, forse l'unico che poteva non attirare l'attenzione altrui era Miki. Non scherziamo, chissà quante donne lo avrebbero seguito con lo sguardo.

"Togliete gli occhi dal mio ragazzo" esclamò Glaphyra appena vide che due ragazzine stavano ridacchiando mentre guardavano il ragazzo.

"Oche" borbottò poi.

La Figlia Degli InferiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora