CAPITOLO 38

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"Glaphyra non è in casa e non so quando e se tornerà" schietto come solo il dio della guerra poteva essere.

"Ah" disse la ragazzina.

Persefone guardò prima la rossa e poi il dio.

Ok, doveva intervenire prima che la situazione degenerasse.

"Glaphyra è andata via per qualche giorno... Ma tornerà presto." sorrise la ninfa.

Dixie non sapeva il perché ma quella donna le incuteva timore, non voleva fidarsi di lei.

"E mio fratello?" chiese la rossa indecisa se entrare nell'appartamento o rimanere fuori.

"Tuo fratello..." Ares partì in quarta per rivelare a quella ragazza la verità in modo da togliersela dai piedi.

Per fortuna in quella casa esisteva ancora qualcuno con un po' di buon senso: "Non sappiamo dove sia tuo fratello"

Dixie è forse la bocca non sapendo cos'altro dire.

"Bene... Allora vado... Se vedete Glaphyra..."

"La avvertiamo" sorrise Persefone chiudendo la porta davanti alla ragazza.

Dixie rimase ferma qualche secondo... Non le avevano mai chiuso la porta in faccia.

Chiuse gli occhi e sospirò.

Aveva bisogno di suo fratello. Quelli dei servizi sociali si erano presentati a casa il giorno prima e avevano trovato solo lei in pigiama con le occhiaie e i capelli scompigliati. Neanche fosse andata in guerra.

Ed era proprio questo il problema.

"Tuo fratello?" chiese la donna entrando di forza nell'appartamento per osservarlo.

"È in giro con una mia amica" rispose balbettando Dixie. Aveva sempre avuto paura di quelle persone. Ti portavano via di casa e chissà dove finivi.

"Ah, e quando torna?" continuò la donna fissando la rossa che stava immobile davanti a lei con le braccia lungo i fianchi.

"Non lo so..." continuò Dixie spostando lo sguardo verso l'uomo che si era messo a frugare tra le loro cose.

"Non può toccare le nostre cose" si fece coraggio la rossa avvicinandosi all'uomo in giacca e cravatta.

"Il giudice ha chiesto di verificare che tutto in casa vada bene" disse la donna prendendo fuori dalla borsa un libretto.

"Va tutto bene. Mangio, dormo, studio e mio fratello si prende cura di ne meglio di quanto avessero mai fatto i miei genitori" non si sentiva più intimorita.

Sui fratello le voleva bene e anche se mancava un giorno non sarebbe crollato il mondo.

"Bene, ripasseremo tra qualche giorno per vedere se tuo fratello è tornato" e se ne andarono.

Lei però non aveva idea di che fine avesse fatto suo fratello.

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"Idiota"

Era la quindicesima volta che se lo stava dicendo e avere davanti uno specchio sembrava non aiutare.

"Tu hai rifiutato una proposta dal dio degli Inferi, ti rendi conto?" e muoveva le mani cercando di enfatizzare la situazione.

"Sei un coglione"

Non la finiva di insultarsi.

"Lui ti ha proposto quella ragazza che tutti sull'Olimpo volevano accaparrarsi e tu dici "NO"... Ok, sapevo che tu fossi stupido ma non pensavo che potessi cadere così in basso."

E adesso? Cosa avrebbe dovuto fare?

Tornare negli Inferi e pregare Ade gli avrebbe fatto perdere l'ultimo briciolo di dignità che gli era rimasto.

"Ade non ti vorrà più vedere e solo perché sei un coglione epocale che è capace di usare il cervello solo quando non dovrebbe usarlo."

Dioniso si passò una mano sui capelli mentre il proprietario del negozio chiedeva: "Che ne pensa dell'ultimo completo che le ho portato?"

"Molto meglio rispetto al precedente ma preferisco parlarne prima con la mia ragazza"

Sì, la ragazza con cui ti sei rifiutato di metterti assieme.

"Capisco, ah, le donne e i loro gusti"

Probabilmente a Glaphyra non gliene sarebbe fregato un cavolo del completo blu o nero o di chissà quale altro colore.

"Ripasserò appena avrò tempo" disse l'altezzoso Dioniso.

Si svestì rimettendosi le solite cose, una maglia a maniche corte nera e un paio di jeans dello stesso colore, indossò la giacca di pelle e dopo aver salutato tutti uscì dal negozio con le mani in tasca e l'aria brutale.

"Dioniso?" qualcuno lo chiamò alle sue spalle.

Si girò e vide Hermes.

Il messaggero degli dèi sulla Terra?

"Hermes" lo salutò in un bisbiglio.

"Che piacere rivederti" disse il messaggero avvicinandosi.

"Non devo dire che è lo stesso per me" incrociò le braccia al petto Dioniso sulla difensiva.

"Peccato perché non eri dello stesso parere quella volta io e te..."

Il dio del sesso non lo lasciò finire: "Quelli erano altri tempi, io adesso ho una cerimonia di cui occuparmi"

Beh, tutti gli dèi mentivano.

"Ah, davvero?" inclinò la testa di lato il messaggero cercando di scrutare i movimenti del dio.

"Già" Dioniso non aveva intenzione di cedere terreno.

"Bene, allora Zeus sarà contento di vederti per parlare anche di questo"

Zeus? Cosa voleva adesso?

"Zeus avrebbe potuto invocarmi o sedute questo stupido telefono per qualcosa" Dioniso prese tra il pollice e l'indice il cellulare degli dèi e lo mostrò a Hermes.

"Ma sai com'è il vecchio, preferisce le vecchie maniere" sorrise il messaggero.

"Sai cosa ti dico, se il vecchio vuole vedermi, sa come e dove trovarmi" e il dio se ne andò lasciando l'altro fermo in mezzo al marciapiede.

* * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * *

"Allora, questa è camera vostra, credo ci faccia piacere dormire insieme" disse Francesco indicando una stanza enorme con le pareti color verde e un grandissimo letto a baldacchino appoggiato alla parete.

"Wow" la piccola lesse i pensieri di Glaphyra e non aspettò oltre.

Piombò sul letto, lo scalò aggrappandosi alle lenzuola e appena salita ci saltò sopra.

"Pila!" rise la bambina con le braccia in alto rimbalzando qua e la.

"Spero non ti dia fastidio" disse Glaphyra al ragazzo al suo fianco.

"Abbiamo spazio per tutti, almeno ho qualcuno con cui passare il tempo" sorrise il ragazzo.

"Pila!" urlò ancora Melissa.

"Ok, vi lascio fare cose che... Le cose che fanno le femmine" Francesco se ne andò chiudendo la porta.

Glaphyra non aspettò altro tempo, si tuffò sul letto e imitò Melissa.

Era proprio vero che ogni persona ha dentro di sé un bambino che deve solo aspettare il momento giusto per uscire.

* * *

Innanzitutto spero vi piaccia il capitolo e mi scuso per non averlo potuto scrivere e postare prima ma ho molti problemi in questo periodo.

La scuola ricomincia e che palle! Poi dovevo andare all'ospedale perché mio nonno è ricoverato e non avevo idee... Più che altro avevo altro a cui pensare e mi dispiace.

Adesso vi saluto e vi auguro una buona serata (nonché fine degli ultimi compiti) e una buona notte a tutti.

by giada2112

La Figlia Degli InferiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora