CAPITOLO 28

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Glaphyra si guardò intorno... Il buio la circondava. Era stata abituata fin da quando era bambina al buio, cosa si pretendeva ci fosse negli Inferi?

Chiuse gli occhi e sospirò.

Un dolore iniziò a perforarla. Partiva dalle pareti e sembrava che qualcuno le trapanasse la testa.

Si prese la testa fra le mani e strinse, strinse i denti e le ginocchia le cedettero.

Si trovò con le ginocchia per terra mentre delle immagini le apparivano nella testa.

"Papà mi racconti una storia?"

"Glaphyra incendi qualcos'altro se la storia non ti piace!"

"No! E poi non lo faccio apposta..." sorrise la bambina.

"Glaphyra, ogni emozione che provi può causare disastri" disse Ade dandole un bacino sulla fronte.

"Ma io voglio la favola della buona notte" disse lei arrabbiata stringendo tra i pugni il lenzuolo leggero di lino.

"Glaphyra..." ripeté il dio degli Inferi.

La bambina aprì di scatto la mano e un comodino prese fuoco.

"Glaphyra!" urlò il dio.

"Voglio la favola della buona notte!" e un'altra fiammata.

"Va bene ma adesso stai calma!" esclamò Ade avvicinandosi al letto di sua figlia.

"Grazie" disse lei sollevando i lati delle labbra e facendo vedere quel sorriso perfetto che la faceva diventare bellissima.

"Ma adesso è meglio che spegni il fuoco..." disse Ade sedendosi accanto a lei.

"Giusto" e chiuse di colpo la mano aperta come a togliere tutta l'aria che c'era intorno alle fiamme. Suo papà le aveva insegnato varie tecniche e una di queste era di non spegnere il fuoco con l'acqua ma togliere l'ossigeno che la circondava impedendo così la combustione.

"Ahhhhh" urlò ancora stringendosi la testa.

Non si accorse si un ragazzo che la chiamava spaventato, di quel ragazzo che aveva lasciato la macchina in mezzo alla strada accesa per venirla a prendere di peso, di quel ragazzo dagli occhi scuri che continuava a chiamare il suo nome, di quel ragazzo dagli occhi scuri che le mormorava: "Glaphyra, calmati, guardami negli occhi e rilassati", non si accorse di niente fino a quando non riaprì gli occhi testando che quella morsa in cui era stata chiusa la sua testa non la stringeva più.

La Figlia Degli InferiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora