Capitolo 17: l'accordo tra Jack e Marco

1K 93 6
                                    

  "Maledetto idiota!" urlò Jack, scaraventando il cellulare sul tappetino della macchina. Stava provando a contattare Frank per metterlo in guardia dell'accaduto. Era preoccupato, non per le sorti del collega, ma per l'ennesimo fallimento che la morte di Frank avrebbe comportato. Aveva scoperto che i soldati incaricati di proteggere l'uomo avevano abbandonato la loro postazione e si erano precipitati a casa di Alberto, convocati da Marco. Aveva il forte sospetto che il cavaliere mirasse a danneggiare la sua reputazione.

"Calmati Jack" disse Marco.

"Calmarmi? Certo! Come no! Dovrei calmarmi perché un imbecille ha contattato gli uomini che avevo messo a sorvegliare una possibile vittima di Azrael!" disse sarcastico.

"Non abbiamo alcuna certezza che si tratti di lei."

"E di chi altri potrebbe trattarsi?" disse furente. "Li hai visti anche tu gli inconfondibili segni che la vittima aveva sul volto. È opera sua! Mi sorprendo che tu non sappia riconoscere i segni del suo passaggio. Sei diventato comandante di una truppa per merito, o c'entra la simpatia che Primus nutre nei tuoi confronti?" Batté il pugno contro il vetro che li divideva dal conducente. "Sbrigati, butta sotto qualche pedone se necessario, ma sbrigati!" Aveva una vena gonfia e pulsante sulla tempia, era sull'orlo di una crisi isterica. "Ci siamo, maledetta..." sussurrò "...sto venendo a prenderti. Sei mia."

Marco era esasperato dal comportamento di Jack, aveva imparato a sopportare la sua superbia e l'arroganza dilagante.

"C'è traffico" annunciò il conducente.

Jack si affacciò dal finestrino. "Al diavolo, andiamo a piedi." Aprì con impeto la portiera e si precipitò fuori dall'abitacolo, seguito da Marco.

"Aspetta, bisogna avvertire i cavalieri!"

Jack l'aveva distanziato di qualche metro. Si voltò e, continuando ad avanzare, gli disse: "Avvisali con la ricetrasmittente, che ci raggiungano il prima possibile. Di' loro che lascino perdere lo scrittore, ci ser..." Sbatté contro qualcosa e Marco dovette reggerlo per evitare che cadesse. "Accidenti!" sbraitò.

La persona in cui si era imbattuto, invece, cadde per terra perdendo l'ingombrante fagotto che trasportava sotto un braccio.

"Mi scusi, ero distratto." Jack afferrò il braccio della donna e la issò di peso, non aveva tempo per la delicatezza. "Sta bene?" Quando incontrò gli occhi scuri di Paine, le lasciò il braccio. Sotto le dita sentiva la pelle della donna divenire fuoco ardente. Nello stomaco gli ribolliva la paura, una paura che conosceva da tempo, con cui non aveva mai imparato a convivere. Avvertiva il bisogno di girarsi e accertarsi che non ci fosse nessuna sagoma nera ad inseguirlo.

Non la riconobbe, era trascorso troppo tempo per avere memoria di quello sguardo.

Le sopracciglia di Paine, arcuate per lo stupore, si abbassarono lentamente, fino a divenire minacciose. Al contrario di Jack, non aveva dimenticato gli occhi crudeli del suo nemico.

L'Angelo della MorteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora