Capitolo 2

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Quel giorno, tutte le più alte cariche dell'Ordine avrebbero preso parte alla riunione per il congedo, dalla sede principale, di alcuni agenti e cavalieri che presto sarebbero partiti verso nuove sedi. Molti avrebbero affiancato i loro colleghi nel monitoraggio delle esche che il Consiglio aveva diffuso in ogni Continente.

L'Ordine di Raguel era composto da due organi principali, gli Agenti e i Cavalieri, rispettivamente la mente e il braccio dell'Ordine. A controllarli era un Consiglio di venti persone – ma il numero era variabile a seconda del periodo storico e aumentava quando Azrael faceva il suo ritorno –, presieduto dal Presidente che aveva pieni poteri decisionali.

Primus aveva sperato che Jack non prendesse parte alla celebrazione, stremato dal lungo viaggio. Invece, appena entrato nella Sala Magna, dovette scontrarsi con lo sguardo impertinente di Jack.

Primus aveva tentato di evitarlo in ogni modo negli ultimi cinque anni. Spesso gli assegnava incarichi che lo avrebbero tenuto lontano da Roma, lontano dai cavalieri che tanto lo osannavano. In cuor suo aveva desiderato ardentemente che Azrael lo liberasse da quell'individuo, purtroppo per lui non era avvenuto.

Primus passò attraverso il corridoio che precedeva la sala circolare – la Sala era formata da due cerchi concentrici, il cerchio esterno possedeva un corridoio stretto che percorreva interamente il diametro del secondo cerchio. Qui erano posizionati i cavalieri che, con le antiche uniformi dell'Ordine, proteggevano i membri del Consiglio. Il cerchio centrale racchiudeva al suo interno la struttura principale, era sopraelevato e circondato da colonne. Immersa in colori tetri, con un unico globo posto sul soffitto a regalare un'illuminazione verdognola, la Sala era il cuore pulsante della micro città che l'Ordine aveva pazientemente costruito nei secoli. E il centro di quel cuore era Primus.

Appena fu annunciato il suo ingresso i membri del Consiglio si issarono dai loro scranni e sia gli agenti sia i cavalieri si misero sull'attenti, fatta eccezione per Jack, che lo accolse con un sorriso sarcastico.

Primus lo ignorò mentre avanzava. Si sedette al capo di un tavolo a ferro di cavallo e attese che il Primo Consigliere prendesse la parola. Si trattava di Padre Pietro, il membro più anziano del Consiglio e anche il più influente. Egli era a capo della fazione dei conservatori ed era quello più incline a rimanere chiuso nelle tradizioni. Primus lo detestava, il potere di Pietro era così radicato in quel luogo che, ai temi del Presidente Benedetto, era riuscito a tenere fuori dall'Ordine il progresso.

Di fronte a Pietro era seduto Matteo, un cinquantenne con l'aria autorevole, principale esponente dei liberali. Era stato uno dei pochi a premere affinché l'Ordine accettasse la tecnologia.

L'ordinamento del Consiglio era cambiato molto in quei cinque anni, quasi tutti i membri erano mutati, della precedente formazione ne rimanevano pochi e solo Pietro resisteva come esponente del mondo ecclesiastico. Un mondo di cui restavano pochi e fidati seguaci, poiché – duecento anni addietro – il Vaticano aveva deliberato affinché l'Ordine di Raguel chiudesse i battenti. La Chiesa ignorava che fossero ancora operativi e che le spire del loro potere si estendessero in ogni dove.

«All'ordine del giorno...», esordì Pietro con la sua vocina secca e stanca, «...il trasferimento di cinquanta agenti e cavalieri nelle nuove sedi in Oriente.»

Primus ascoltò controvoglia le parole graffianti di Pietro e si limitò a guardare le cinquanta persone che gli stavano davanti, in perfetto ordine. Le ultime ricerche avevano portato l'Ordine in Oriente, luogo arduo da controllare, poiché il cristianesimo vi era poco radicato.

Jack aveva da tempo suggerito di concentrare lì le ricerche, poiché era assolutamente convinto che quella canaglia di Robert avesse trovato rifugio proprio nelle terre degli infedeli.

Il Consiglio gli aveva dato pieno appoggio e Primus non aveva potuto fare altro che accogliere la sua richiesta.

«Invitiamo le nostre sorelle e i nostri fratelli ad avvicinarsi al Presidente per l'ultimo saluto prima della partenza.», gracchiò, infine, Pietro.

Primus si ridestò dal suo torpore. Si issò e accolse ogni agente con il suo sguardo impenetrabile. Scambiava qualche parola con loro e stringeva delle mani, il tutto restando completamente assente dalla situazione. Quelle partenze gli importavano poco, ciò che gli premeva era discorrere dell'ultimo omicidio e scoprire se ci fossero state delle nuove scoperte.

«È un onore fare la sua conoscenza.», gli disse una donna.

Primus fu rapito da quella voce gentile e tornò in sé. La guardò appena, era una donna comune ma la sua voce la rendeva affascinante, dai tratti somatici intuì che fosse di origine italo giapponese.

«Il piacere è mio, signorina?»

La donna arrossì lievemente, era l'unica a cui il Presidente avesse chiesto il nome. «Emilia Endo.», rispose timidamente.

Primus le strinse la mano. «Siamo fieri della sua candidatura.»

Emilia gli sorrise e nonostante l'illuminazione non fosse delle migliori, Primus notò una piccola voglia sulla guancia della donna. I suoi occhi guizzarono su quel tratto distintivo, le mani gli tremarono. «Spero di rivederla presto.», aggiunse con un filo di voce.

Emilia abbassò lievemente il capo, in segno di rispetto, e si allontanò per prendere congedo dagli altri Consiglieri.

Quando la sfilza di uomini terminò, Pietro alzò la coppa che aveva affianco, ricolma di vino. Bevendo da quella coppa si suggellavano i patti e si prendevano le decisioni più importanti. Era un simbolo molto importante per l'Ordine e solo il Consiglio potevano assaporare il dolce aroma del vino che vi era contenuto.

Jack guardò le coppe dei consiglieri alzarsi verso l'alto, gli occhi desiderosi di godere del medesimo privilegio. Per lui le coppe non erano un simbolo di fede e lealtà, ma di potere.

Per il resto della riunione, Primus fu evasivo e schivo. La sua mente, costantemente occupata dagli occhi indagatori di Jack, era ora colma dell'immagine di Emilia.

L'Angelo della MorteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora