Gli uffici dell'Ordine erano stranamente calmi, gli agenti erano turbati per la scoperta della doppia personalità di Emilia Endo e ognuno di loro preferiva rimanere in silenzio anziché scambiare i propri dubbi con il collega più vicino. Era bastato scoprire ciò di cui era capace per cambiare opinione su di lei. La donna retta e gentile era divenuta in un attimo un mostro e, mentre prima chiunque avrebbe messo la mano sul fuoco per proteggerla, ora nessuno avrebbe preso le sue difese. Bastava una parola a suo favore per essere fraintesi e sospettati di complicità; era il primo caso di tradimento e nessuno sapeva come comportarsi. Chiunque transitasse davanti all'ufficio di Emilia vi dava una veloce scorsa per appurare cosa i cavalieri stessero facendo al suo interno, poi andava oltre per riprendere il suo lavoro.
Due cavalieri di basso rango erano stati incaricati di sgomberare l'ufficio della "traditrice" e , per volontà di Pietro, di distruggere ogni sua traccia.
Giacomo Ferri era tra questi. Era intento a riporre negli scatoloni tutta la miserabile vita di quella donna quando il suo compagno si decise a parlare.
«Mi chiedo come si possa fingere fino a questo punto...»
Giacomo si fermò e guardò il compagno. Si chiamava Lucian, un novellino come lui. Ansimò e guardò nello scatolone. «Teneva il suo disgustoso segreto lontano dal posto di lavoro.»
Lucian si mise a sedere e si aggiustò il ciuffo ribelle che gli copriva la fronte. «Questo lo so, ma io non mi stavo riferendo a Emilia.»
Giacomo fu sorpreso per la leggerezza con cui pronunciava il nome della donna; ormai era diventata per tutti "la traditrice". «E a chi allora?»
Lucian spostò gli occhi verso la parete di vetro che affacciava sul corridoio. «Ai suoi colleghi, ai suoi amici. Si comportano come se non l'avessero mai vista, come se non ci avessero scambiato neppure una parola, eppure lavorava qui da tempo.»
Giacomo ghignò. «Lo fanno per non avere rogne. Lo sai che la maggior parte degli agenti non ha gli stessi privilegi dei cavalieri. Non sono protetti da un codice d'onore come noi e se commettono un errore difficilmente vengono perdonati. Sono sostituibili al contrario dei cavalieri.»
«Dimentichi che è tra gli agenti che viene scelto il presidente e non tra i cavalieri. Anzi, non è mai capitato che il Consiglio decidesse di eleggere un cavaliere come presidente.»
Giacomo ripose lo scatolone ormai saturo sulla scrivania, lo riempivano soprattutto documenti e appunti. «In realtà è capitato con Edoardo, non ricordi? Ma lui ha rifiutato l'incarico, dopodiché è scomparso dall'Ordine e nessuno ha avuto più sue notizie.»
Lucian annuì sommessamente. «Tecnicamente non è diventato Presidente.»
«Noi siamo più utili in campo che rinchiusi tra queste mura. Io non accetterei mai un simile destino, non è per questa ragione che sono entrato nell'Ordine.» Preparò un nuovo scatolone. «E poi non credo di avere le doti adatte per un simile incarico. Sono più bravo con le armi che con la politica.»
Lucian si rimise all'opera. «Sai chi è l'uomo che appoggerei volentieri come presidente? Jack.»
«Jack non accetterebbe mai, anche se è entrato nell'Ordine come agente, lui ha l'animo di un cavaliere. L'ho sempre ritenuto uno di noi. È uno dei pochi agenti che ammiro.» disse Giacomo con il cuore carico d'orgoglio.
«È proprio per questa ragione che lo appoggerei. Avrei voluto che fosse salito lui al potere al posto di Primus.»
Giacomo si voltò verso il compagno con una velocità sorprendente. «Non dire mai più una cosa del genere.» Gli occhi carichi di rabbia e la mandibola contratta. «Se qualcuno ti sentisse...»
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L'Angelo della Morte
ParanormalL'Angelo della Morte è un'assassina che molti considerano immortale, vaga sulla Terra da secoli per mietere le anime di coloro che ritiene impuri. Ma è davvero così che stanno le cose? Mosca, 1987 Diana è ferita e si nasconde dai soldati che la ins...