La stanza era al buio e un respiro pesante si udiva tra la cortina delle tenebre. Jack era sdraiato sul letto, col braccio si copriva gli occhi stanchi. Per giorni aveva lavorato strenuamente alla ricerca dei punti di maggiore concentrazione magnetica, utilizzando tutti gli strumenti a loro disposizione e viaggiando per buona parte del globo. Si era concentrato soprattutto nelle principali città mondiali e aveva delegato l'incarico delle zone periferiche ai cavalieri che operavano in quei posti. Contava di ricevere una mappatura dettagliata nel giro di poche settimane.
Non era stato particolarmente difficile capire dove fossero posizionati i punti magnetici con le moderne apparecchiature e aveva sfruttato le rotte migratorie degli uccelli per orientarsi. Pensare a Paine e Robert come due uccellini in fuga, che presto sarebbero finiti nella sua gabbia, lo rallegrò. E poi aveva un grande vantaggio: egli aveva visto e percepito la potenza e il calore di un punto di intersezione magnetica e riusciva a sentirli anche senza cadere nel mondo demoniaco.
Qualcuno bussò rumorosamente alla porta, facendolo riprendere dal torpore che lo stava piacevolmente avviluppando nelle proprie spire. Pensò subito che si trattasse di Giacomo. Negli ultimi tempi era lui a portargli le notizie e a compiere incarichi per lui.
Ad entrare dalla porta, invece, fu Marco.
Jack si distese nuovamente sul letto e sbuffò. «Che diavolo vuoi?» Marco non fiatò, il che lo fece insospettire. Tornò a sedersi e guardò la sua figura illuminata dalla luce esterna.
«Una comunicazione importante...», gli disse concitatamente. «Dalla Russia... Paine ha ucciso una delle nostre esche.»
Jack quasi scoppiò a ridere. Per anni Paine aveva evitato di eliminare qualsiasi persona posta sotto la protezione dell'Ordine, come se avesse fiutato la trappola; e ora aveva deciso di occuparsene. «Anche se l'abbiamo scoperta, non è detto che non continui ad uccidere. Manderemo una squadra a controllare, ma dubito che la troveremo ancora lì. Ci sono state delle vittime tra i cavalieri?»
Marco strinse le labbra e Jack capì che non era tutto.
«Che altro c'è?», gli chiese con un ringhio.
«Quello in Russia non è stato l'unico attacco.», la voce di Marco era secca e gracidante.
Jack si alzò di scatto e indossò la giacca. «E venite a dirmelo solo ora?», sbraitò. Il suo primo pensiero corse al pugnale che Paine gli aveva lanciato e alla tacita promessa che avrebbe fatto ogni cosa fosse in suo potere per eliminare chi aveva osato intralciare il suo operato. «I consiglieri sono in riunione?» Si accertò prima di lasciare la stanza.
«Sì, aspettano solo te.»
Jack emise un verso di stizza simile ad un ringhio. Era furioso per aver ricevuto la comunicazione per ultimo. Sbirciò Marco con la coda dell'occhio; gli guardò prima il braccio fermo contro il corpo e poi il viso e vi colse un leggero sorriso. «Ti diverto?», chiese con voce grave.
«Sì, mi divertono le tue reazioni. Sei sempre stato un tipo scorbutico, ma devo ammettere che le tue continue allucinazioni ti hanno reso un tantino isterico.»
Jack si bloccò di scatto e si scagliò contro l'uomo. Gli afferrò il colletto dell'uniforme e lo scaraventò contro il muro. Marco sbiancò, gli occhi spalancati dalla sorpresa e dal terrore. Jack aveva un sorriso ilare sul volto che mascherava la sua furia. «Stammi bene a sentire, mutilato...»
Marco riacquistò la solita sicurezza e gli restituì il sorriso. «Mi sorprende la tua mancanza di tatto...», disse con evidente sarcasmo, «Ero convinto che un malato di mente fosse più sensibile ai problemi altrui.»
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L'Angelo della Morte
ParanormalL'Angelo della Morte è un'assassina che molti considerano immortale, vaga sulla Terra da secoli per mietere le anime di coloro che ritiene impuri. Ma è davvero così che stanno le cose? Mosca, 1987 Diana è ferita e si nasconde dai soldati che la ins...