Capitolo 24: pulizia

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L'odore della città non era mai stato tanto pesante come quella sera. Il cielo si era oscurato in fretta e l'aria era satura dei gas di scarico che provenivano dalla vicina autostrada. Un ambiente poco gradevole per un uomo abituato alla campagna.

Sebastian, un cavaliere di medio rango, guardava attraverso i vetri della finestra posta all'ultimo piano di un palazzo, lo spettacolo della città. Era un uomo corpulento e alto, con i tratti del viso fieri e marcati. Ricopriva un incarico semplice e poco gradito per un cavaliere: faceva la guardia del corpo ad un "peccatore"; un ragazzo poco più piccolo di lui che si era macchiato di omicidio. Ogni volta che gli ricordavano il nome, prontamente lo dimenticava. Non voleva alcun contatto con lui e non solo perché era un'esca messa lì per attirare l'Angelo della Morte, ma anche perché aveva il forte sospetto che fosse lui il colpevole della morte di sua sorella Alyssa.

Guardò la strada sottostante, non era una via principale e quindi era poco frequentata e vi transitavano poche vetture. Di solito i bambini del quartiere vicino si appropriavano del parcheggio semivuoto e vi disputavano partite di calcio; disponevano degli oggetti per delimitare il campo e la porta in cui segnare. E lui guardava con interesse quelle piccole competizioni per distrarsi dalla noia. Essere una guardia del corpo non era esattamente ciò che si ritiene un privilegio e, in tanti anni, non aveva mai visto l'ombra di un pericolo.

I bambini rumoreggiavano per la strada e Sebastian sorrise, erano arrivati. Iniziarono la partita e furono quasi subito interrotti da un paio di adulti che correvano lungo la strada agitando le braccia e sbraitando. Sebastian era abituato anche a quello spettacolo: erano i proprietari delle macchine, avventori occasionali che ignoravano che il parcheggio fosse ormai proprietà dei bambini e temevano che una pallonata potesse rovinare la fiancheggiata delle proprie macchine.

Una donna dall'aria calma attrasse la sua attenzione. Era bella e procedeva con ampie falcate; il corpo avvolto in un cappotto lungo che svolazzava nel vento. Era l'unica a non agitarsi. La donna alzò il viso verso l'alto, come se sentisse lo sguardo dell'uomo sulla pelle e sorrise quando intravide la figura di Sebastian. L'uomo si accostò al vetro per continuare a rimirarla ma questa sparì dal suo campo visivo. «Merda...»

Sebastian, come la maggior parte dei cavalieri, non aveva una compagna poiché praticava il celibato; tuttavia la distanza dalla Sede principale allontanava ogni obbligo e dovere dai cavalieri che si davano alla pazza gioia con il vizio. Tornavano ad essere semplici uomini, non più sposati alla loro causa perché si sentivano traditi dall'Ordine che li aveva abbandonati nei posti più impensabili.

Filippo, un suo collega di origini rumene, lo raggiunse alla finestra e gli passò un fascicolo spesso e pesante. «Questo arriva dalla Sede principale.»

Sebastian lo fissò con occhi spalancati. Raramente la Sede inviava nuovi ordini e solitamente non in fascicoli tanto grandi. «Gli hai dato una scorsa?» Lo aprì e iniziò a leggere avidamente le pagine.

«Dicono di cercare certi luoghi qui in città e nei dintorni; pensano che la donna si muova attraverso essi con l'aiuto di Robert» gli fece un breve riassunto della situazione.

«Quando è accaduto tutto questo?» gli chiese Sebastian che non era ancora giunto alla fine del fascicolo.

«Almeno due settimane fa...»

«E ce ne parlano solo ora?!» strepitò il cavaliere.

«Perché avrebbero dovuto farlo prima? Noi non serviamo a nulla.»

«E con il nostro protetto, cosa dobbiamo farne del peccatore?»

Filippo si strinse nelle spalle. «Non viene specificato, a quanto pare non è più importante per loro e non li biasimo. Sono anni che sfamano questo peccatore e la donna non si è mai vista.» Un luccichio gli fece brillare gli occhi verdi. «A proposito, hai visto la fotografia delle donna?»

L'Angelo della MorteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora