Capitolo 14: L'infanzia di Robert (quarta parte)

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La tempesta in avvicinamento attutiva i passi della donna. Le braccia ondeggiavano lungo il corpo, placide. Sciolse il nodo che teneva legato il mantello e il vento lo lasciò al suolo.

Si fermò accanto al ceppo che Aronne utilizzava per tagliare la legna. Alzò gli occhi verso la casa. Aveva promesso a Robert di risolvere la situazione, l'avrebbe fatto nell'unico modo che conosceva. Allungò la mano verso il ceppo e incontrò il manico dell'accetta. La strinse nel palmo e con uno strattone la liberò dal legno. Lo sguardo era ancorato alla casa, l'espressione assente e seria.

Riprese il cammino, l'arma batteva ritmicamente contro la gamba. Si fermò davanti alla porta e con le nocche picchiettò il legno. Non aveva intenzione di destare gli abitanti, non a quel modo. Strinse l'accetta con forza e la issò di lato abbattendola contro la porta e creando la prima crepa.

Maria, l'unica a non essere intontita dall'alcool, fu la prima a udire il trambusto. Con il cuore in gola si alzò dal letto – i cinque uomini stavano dormendo sul pavimento. Pensò che si trattasse di un catino mosso dal vento che sbatteva contro una parete esterna.

Fu in quel momento che una delle assi che componevano la porta si staccò, volando all'interno della cucina.

Impietrita, Maria non riuscì a pronunciare sillaba. Si ritrasse e finì con le spalle al muro.

La donna insinuò il braccio pallido all'interno e tolse il chiavistello.

Maria strillò: "Aronne! Svegliati!" Si girò, in preda al panico, e batté il naso contro il muro. "Aronne! Un ladro!"

Ma per sua sfortuna non era un ladro ad aver fatto irruzione in casa.

"Che vuoi Maria? Lasciaci dormire!" gli urlò l'uomo dal corridoio.

"Un ladro!" ripeté.

Prima che Maria riuscisse a mettersi in salvo, la donna le lanciò l'accetta, che roteò pericolosamente in aria e le affondò nella schiena, distruggendo le costole e perforandole un polmone.

Maria cadde a terra con gli occhi rivolti ad Aronne che si stava avvicinando alla cucina. "Maria!" urlò, precipitandosi a soccorrerla. Le prese la testa tra le mani, gli occhi le roteavano e le mani cercavano un appiglio sul pavimento, come se non volesse abbandonare il mondo terreno.

Intanto l'intrusa stava attizzando il fuoco, spentosi quasi completamente. Ravvivò le fiamme con della stoppa e vi soffiò sopra.

I compagni di Aronne si destarono e, vista Maria riversa sul pavimento, corsero in cucina per affrontare il colpevole della brutalità. Videro il soffio leggero della donna alimentare con tanta potenza le fiamme, che per un attimo temettero di trovarsi al cospetto di un drago.

"Siete svegli dunque." Prese un ceppo e immerse un'estremità nel fuoco. "Chiedo perdono per il disturbo." Tese la fiamma verso le assi del muro, che si incendiarono in fretta.

"Ferma! Cosa fai?" Peter le si fiondò addosso, la donna lo scansò velocemente e l'uomo si ritrovò col muso per terra.

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