Capitolo 12: l'infanzia di Robert (seconda parte)

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La giornata non si era riscaldata, nonostante il sole regalasse i primi raggi primaverili.

Robert, con ritmi ridotti, aveva continuato il suo compito. Era a torso nudo e i vestiti zuppi di sudore erano appesi su un ramo ad asciugare. Era stanco e affamato. Né suo padre né suo fratello erano tornati. Non se ne era preoccupato, la pioggia si era intervallata al sole per tutto il pomeriggio e pensava che fossero rimasti a valle, bloccati dal temporale.

I minuti di luce erano agli sgoccioli, era tempo di andare via, così trascinò il pesante attrezzo fino al carro e con l'acqua accumulatasi nel catino si sciacquò il fango dal corpo.

Non poteva trasportare il carretto da solo, lo avrebbe lasciato lì. Recuperò i vestiti ancora umidi e indossò solo i calzoni.

Si chiedeva cosa volesse lo straniero da lui, non l'aveva più visto e non se ne era curato per tutto il giorno. Ma con il tramonto, ora che il sole non lo proteggeva più con la sua luce, le ombre trasformavano il paesaggio a lui caro, rendendolo lugubre e sconosciuto. Quelle stradine isolate appartenevano alla sua famiglia e dubitava che avrebbe incontrato una faccia amica con cui completare il tragitto.

Sentiva la presenza inquietante degli animali selvatici che lo osservavano acquattati nel sottobosco, i loro occhietti scintillanti in mezzo al verde. Si trattava di piccoli roditori o erano lupi?

Affrettò il passo, non era la prima volta che rimaneva solo, ma non gli era mai capitato di rincasare così tardi. Il suo avanzare era reso faticoso dalla fanghiglia che si andava solidificando ai lati della strada.

"Robert..."

Tutti i suoi pensieri furono bloccati bruscamente e non fu più in grado di elaborarne uno razionale. Era atterrito. Quella voce, trasportata dalla folata di vento che si abbatteva in raffiche irregolari sulla foresta, era così vicina, spaventosa. Una voce tormentata, proveniente dall'oltretomba. Di nuovo, lentamente e con un accento strano, udì pronunciare il suo nome. "Chi è?" chiese con il cuore in gola. Era sicuro che si trattasse dello straniero. "Vai via!" strillò.

Raccolse una pietra e la strinse nel palmo, la brandì come un'arma. "Vai via, altrimenti..."

"Robert..."

La pietra gli scivolò dalle dita e finì in una pozzanghera.

La voce si era avvicinata, era stato uno sciocco a parlare, così facendo aveva rivelato la sua posizione. Immerse le mani nella pozza alla ricerca dell'arma. Non sapeva bene cosa stesse facendo; la stradina pullulava di sassi e rami con cui difendersi, ma lui voleva proprio quello che aveva perso.

"Ciao Bobby."

Robert si calmò, incredulo. Si voltò piano e incontrò lo sguardo tramortito di Joseph. Se non lo avesse chiamato con il solito nomignolo, non lo avrebbe riconosciuto tanto la voce era diventata roca e cavernosa. "Eri tu..." disse sorridente, ma quando si accorse delle sue condizioni un lampo d'odio si accese negli occhi.

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