Capitolo 8

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Primus era seduto alla scrivania, sommerso dai documenti che aveva ricevuto quella mattina, l'ennesimo assassinio del'Angelo della Morte. Ma le sue attenzioni erano rivolte al suo diario. Si sentiva rinvigorito dal giorno precedente ed era stato tutto merito di quelle pagine, che gli avevano ricordato la sua missione. Una missione che, credeva, lo stesso Dio gli aveva assegnato.

"Eliminare le differenze tra gli uomini", pensò, mentre i suoi occhi viaggiavano tra quelle pagine. Ed era ciò che aveva fatto con Emilia; aveva eliminato in lei il tratto distintivo che la rendeva superiore alla massa, diversa ed eccezionale: la voglia a forma di cuore sulla guancia. Quel segno sul viso era la dimostrazione della vanità della donna che non aveva fatto nulla per nasconderla, anzi, la sfoggiava come se fosse un premio. Primus le aveva tolto la vita e l'aveva privata di quel tratto impuro, in modo tale che la sua anima si sarebbe mostrata a Dio priva di ogni peccato. Solo allora Dio le avrebbe concesso di reincarnarsi in un nuovo essere, uguale agli altri.

Perché era questo che Primus faceva: rendeva gli uomini uguali, li "depurava".

Il suo dio voleva che tornasse ad occuparsi del suo compito e gli aveva inviato un chiaro messaggio mostrandogli Emilia; voleva che Primus gli mostrasse la fedeltà di un tempo.

La follia di Victor si era palesata quando frequentava la facoltà di medicina. Nonostante possedesse un acume fuori dal comune, i suoi compagni lo denigravano per il suo aspetto androgino ed egli ne soffriva. Non passava giorno in cui non tentasse di entrare nelle grazie dei suoi compagni, ma più questi lo allontanavano per la sua diversità, più in lui nasceva l'odio. Una notte gli apparve una Luce in sogno, che gli spiegò quale fosse il suo scopo nella vita ed egli fu felice di abbracciare il culto dell'odio.

Da allora aveva mietuto undici vittime e nessuno aveva sospettato di lui, poiché, come avrebbe successivamente appreso, in circolazione c'era un assassino ben più temibile.

Le sue doti come chirurgo attirarono le attenzioni dell'Ordine di Raguel, che Victor non aveva mai sentito menzionare. Quando apprese la storia dell'Angelo della Morte, comprese l'enorme pericolo che aveva corso. La donna divenne il suo diretto rivale che l'avrebbe certamente eliminato distruggendo così il volere del Signore; così accettò il posto offertogli e iniziò la sua piccola battaglia.

Victor continuò le sue "depurazioni" nel limite del possibile. Non aveva timore dell'Angelo della Morte perché credeva di operare a nome del bene.

Quando l'Ordine gli propose di divenire Presidente, dovette rinunciare alle depurazioni. Se il Consiglio si fosse accorto dei suoi trascorsi l'avrebbe certamente allontanato e lui non poteva accettarlo: poiché si era convinto che l'Ordine di Raguel fosse stato creato per lui, per permettergli di combattere la sgualdrina del demonio. Ella era il male in persona e lui era stato chiamato per eliminarlo.

Era stato costretto a tenere nascosta la sua Natura per il suo bene, se il Consiglio l'avesse scoperto, non ne avrebbe compreso la santità.

Fu allora che decise di cambiare il suo nome, Victor era l'arma nelle mani del Signore, Primus l'uomo che avrebbe distrutto per sempre il male.

Ripose il diario nel primo cassetto della scrivania e in quel momento qualcuno bussò alla porta.

«Avanti.»

Marco entrò nella stanza con il viso pallido e sudato.

«Buongiorno Marco, è successo qualcosa?», gli chiese Primus, preoccupato.

«Sono appena stato a casa della vittima.»

Primus si issò e camminò per la stanza. «Un duro colpo per noi tutti. Nessuno avrebbe mai sospettato gli illeciti di quella donna.»

L'Angelo della MorteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora