Capitolo 41

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"Come si salva qualcuno che non vuole essere salvato?"

Ciao Massimo.

Un bacio, Alice.

La forte pioggia batteva contro il vetro della finestra di camera mia creando un forte rumore rilassante, mentre io tenevo gli occhi chiusi cercando di non pensare a ciò che stava succedendo nella mia vita, a quell'uragano che aveva travolto quel capitolo felice che stavo scrivendo.
Odiavo la Cina, ma era l'unico modo per estraniarmi da quel mondo irreale che avevo vissuto per mesi senza mai accorgermene, e mi veniva da ridere al pensiero che io non ero l'unica nella sua vita.

Aprì lentamente gli occhi e subito il mio sguardo si posò su quella famosa rivista che ha distrutto ogni mio pensiero su di lui, e quando sfogliai la pagina guardai attentamente la copertina e negai la testa. 
In prima pagina c'era Neymar che baciava una ragazza bionda, e in un quadratino più piccolo tre ragazze bionde che entravano in casa seguite da lui sorridente.  

Mi chiedo se quando mi chiamava "amore", ero l'unica per lui o forse chiamava altre così e adesso non devo negare le mie lacrime.

- Ameliè, è arrivata questa busta per te- disse mia madre entrando educatamente in camera mia guardandomi e abbozzando un sorriso - Perché non mangi?- chiese prendendo il piatto perfettamente integro che aveva portato diverse ore prima.

- Non ho fame- risposi prendendo la busta e guardando il mio nome scritto con una calligrafia molto curata.

-Ameliè, ormai sono passati due mesi- ammise la donna guardandomi negli occhi seria e uscendo dalla mia stanza, lasciandomi sola.

Quando aprì la busta feci un bel respiro guardando la foto che era tra le mie mani e negai la testa sospirando. Raffigurava Neymar che rideva divertito sporco di farina e io intenta a fare un dolce, e questa foto era l'ultima scattata prima che io partissi per la Cina. 

In quel momento guardai un foglio di carta all'interno della busta e mi morsi il labbro prendendola tra le mani, non volevo leggerla ma dentro di me sapevo benissimo che necessitavo con tutta me stessa di leggere quelle righe e sapere.

"Cara Ameliè,

inizierò con una prefazione ovvero che non ho mai scritto una lettera e sopratutto non sono un bravo scrittore che riesce a mettere su carta i suoi sentimenti, non lo sono.

Sarà difficile.
Nessuno mi ha mai detto che sarebbe stato facile. Ci hanno provato, mi hanno dato qualche pacca sulla spalla apostrofandomi con un deciso "la vita va avanti", ma io avanti non ci sono mai riuscito ad andarci.  

Posso chiamarti ancora amore fino alla fine della lettera? Mi fa male non chiamarti con quel nomignolo che a te tanto piaceva.

Quella sera avevo promesso di non bere, di divertirmi insieme ai miei amici ma senza ubriacarmi ma sai come sono fatti, hanno iniziato a riempirmi il bicchiere di alcool facendo battute sul mio comportamento.
Ti giuro, pensavo di rimanere sobrio a fine serata e aspettare la mezzanotte per darti il buongiorno visto il fuso orario, ma la mia testa ha iniziato a girare e non riuscivo più a controllare i miei movimenti.

 Ti chiedo perdono per le prime litigate, per l'orgoglio, per i miei silenzi e i tuoi ritorni.
Ti chiedo perdono perché a volte non mi serviva essere forte e bello, mi bastava scivolarti tra le braccia e sentirti dire che mi volevi, che mi pensavi, che gli impegni ci portano via ma tu rimanevi.
Ti chiedo perdono per la costante paura di perderti, per i miei pensieri negativi ogni volta che non rispondevi al telefono per mezz'ora.
Dove sei, con chi sei, cosa fai.
Ti chiedo perdono per i miei gesti folli, per i tentativi di rimediare, per il mio chiederti di restare quando non volevi far altro che andare.
Per averti costretta a sedere, per non averti lasciato correre.
Per averti tralasciata, data per scontata.
Colta come fiore e poi accantonata.
Ti chiedo perdono per i tuoi messaggi che si attardavano ad arrivare, per i miei che ti cercavano e non sapevano dove trovarti. Per quelle volte in cui mi arrabbiavo e non rispondevo io, come bambino volevo fartela pagare.
Ti chiedo perdono per non averti capita, per non averti difesa.
Per non aver intuito la bellezza delle tue spine dietro la corazza e la paura, dietro le delusioni passate.
Per averti voluta tutta e subito, per aver preteso di essere il primo e l'unico, nessuno prima di me.
Ti chiedo perdono per non aver saputo amarti, tenerti e riprenderti, quando il mondo cambiava e tu non eri con me.  

Sarà difficile perché un amore non è una passeggiata, ci hai messo il cuore e l'anima, ti sei messa contro il mondo intero e alla fine hai perso la scommessa.
Non sai se ce la farai mai.

Certe sere mi sembra di non respirare. Certi giorni vorrei capovolgere l'universo e distruggere tutto ciò che ci divide.
In certi attimi la tentazione di correre  verso casa tua o afferrare il telefono e chiamarti è così forte che sono  costretto a stringere i pugni e trattenere il respiro.

E certe volte trovo una tregua, mi convinco che forse qualcuno migliore c'è davvero, che la felicità esiste anche tra due braccia sconosciute. Il tuo cuore è incatenato e l'incantesimo non si decide a sciogliersi.
È difficile. Lo sai meglio di me quanto è difficile.
Ma difficile non vuol dire impossibile.
Ci siamo vissuti. Siamo stati e siamo una cosa sola. Anche solo per un secondo siamo state anime gemelle. Abbiamo sofferto insieme, riso insieme, mangiato insieme, camminato fianco a fianco.
Insieme.
Ho scelto te nella mia vita.

Non dimenticarti mai che ogni mattina in vita mia mi sia svegliato pensando ai tuoi occhi e alle tue labbra.

Tu, io, abbiamo conosciuto l'amore.

E lo so, è proprio per questo che è così difficile lasciarlo andare.

Ma un amore finito è sempre meglio di un amore mai cominciato.

A te che soffri, io auguro che la voglia di amare non ti passi mai.

Ricorda e soffri.Ma non odiare mai l'amore.

È l'amore stesso che ti salverà proprio quando meno te l'aspetti.

L'amore insegna. Sempre e comunque.

Grazie Amelie,

Tuo Neymar"

caro undici,sei il mio ossigeno {Neymar Jr}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora